Alice Cooper, l’iconico artista americano incanta Pordenone

PORDENONE – Un pubblico delle grandi occasioni ha riempito nella sera del 10 luglio il Parco di San Valentino di Pordenone, per accogliere l’Architetto dello Shock Rock, Alice Cooper.

Il concerto della Band statunitense, è stato inserito all’interno della kermesse Pordenone Blues & Co. Festival 2004, ed è stato preceduto dallo stravagante e bizzarro “Nightmare Party”, momento di festa horror per tutti i numerosi fan che non hanno resistito dal presentarsi truccati come nelle migliori feste trash, nonostante il caldo afoso di queste giornate estive. Non è stato quindi solo un concerto, ma un’esplosione di musica, spettacoli e divertimento a tema horror.

Cooper, con il suo iconico trucco facciale dalle sembianze “cadaveriche”, noto negli anni per le performance live popolate di ghigliottine, bambole impalate, cascate di sangue, sedie elettriche e camicie di forza e il famigerato boa (vero) attorcigliato al collo non ha di certo deluso i suoi fan, divertendosi ad esibirsi quanto il pubblico si diverte a guardarlo.

L’unica data Italiana del tour europeo 2024 è stata anche l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo lavoro musicale della Band in ordine di tempo, l’album Road (2023). Scritto e registrato assieme ai compagni di lungo corso che affiancano Cooper in tutti i suoi concerti (Chuck Garric, Nita Strauss, Ryan Roxie, Tommy Henriksen e Glen Sobel) il disco ha ricevuto da subito recensioni entusiastiche dai principali magazine musicali di tutto il mondo e “Welcome to the show” ne è un brano giustamente rappresentativo che fa capire fin da subito cosa ci si deve aspettare dallo spettacolo .

La scaletta scorre veloce (anche troppo) e ben presto arriva il tanto atteso momento del boa, che, in barba agli animalisti, sembra davvero divertirsi sul palco assieme al suo stravagante padrone sulle note di “Snakebite”.

Per sentire qualche parola rivolta direttamente al pubblico bisogna aspettare quasi un’ora, ed ecco tuonare un “Raise your hands” che scatena tutti i fan sulle note di “Poison” che rimane di sicuro la canzone più nota del rocker.

Quello che abbiamo davanti si può definire più uno spettacolo che un vero e proprio concerto: un susseguirsi di scene, costumi, luci ed effetti, che lasciano in effetti ben poco spazio (per non dire praticamente nessuno) all’interazione con il pubblico. È tutto studiato, estremamente scenico, assolutamente godibile, e sicuramente un po’ trash in alcune parti, tanto da ricordare talvolta alcuni momenti del Rocky Horror Show. Ma Alice Cooper è tutto questo, e non delude di certo le aspettative.

Quando alla fine l’artista tuona un “And finally Alice Cooper speaks to you” si capisce che in questo turbinio di note e teatralità nulla è lasciato al caso, e che stiamo arrivando al momento dei saluti, o meglio alla presentazione dei suoi compagni di viaggio, compresa moglie e figlia che hanno fatto parte del carrozzone interpretando veloci scenette pulp e sado-maso.

Il pubblico ne vorrebbe ancora, ma lo show termina con “School’s out”, tra gli applausi ad un ultra-settantenne che ha ancora lo spirito giusto e la voglia di divertirsi sul palco. D’altra parte, quarant’anni di carriera vorranno pur dir qualcosa. E non finisce qui. “May your nightmares be horrific”. Giù il sipario.

Testo e foto di Roberta Radini




Condividi