PORDENONE – Di fronte al propagarsi della pandemia e all’aumento dei costi delle materie prime, tutte le tariffe vengono mantenute inalterate, unica eccezione per l’aumento dell’addizionale Irpef.
Già in queste settimane molte amministrazioni hanno riscontrato rincari nell’ordine del 30-35% nelle offerte delle convenzioni per le forniture energetiche. E la tendenza è destinata a proseguire nei prossimi mesi, secondo dinamiche difficili da preventivare anche per gli analisti del settore.
Oggi i Comuni pagano poco meno di 2,1 miliardi all’anno per le utenze energetiche: il 79% di queste risorse serve per l’energia elettrica, il resto per il gas. Nei Comuni più grandi come Roma e Milano, le due bollette valgono circa 30 milioni all’anno, ma l’incidenza sui bilanci è spesso più alta negli enti medio-piccoli dove sono più ridotti anche i confini dei conti.
Nel caso di Pordenone, quindi, l’amministrazione comunale ha chiesto uno sforzo complessivo e di comprensione, a fronte della garanzia che i servizi saranno mantenuti e funzioneranno senza gravare come costo sul portafoglio di ogni singolo cittadino, ma che la conseguente spesa aggiuntiva verrà plasmata uniformemente in maniera complessiva con un’addizionale Irpef che passa in percentuale da 0,2 a 0,6 e che comunque rimane sempre più bassa rispetto a tutti i principali capoluoghi, anche della nostra regione, e agli altri comuni che l’hanno già aumentata fino allo 0,8% in piena pandemia, rivalendosi spesso anche sui tributi.
«Solo per le materie prime –spiega il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani-, l’aumento delle utenze come luce e gas incide con un 45% in più calcolato solo nel primo trimestre. Per colmare gli aumenti, tra maggiori spese e minori entrate, c’è bisogno di stanziare 4,3 milioni di euro, tenuto conto che tra le minori entrate vanno conteggiate anche le perdite iscritte alle società partecipate a causa delle molte difficoltà fronteggiate durante la pandemia. Con gli introiti che il comune chiedeva direttamente ai cittadini, ad esempio, per l’istruzione (trasporto, refezione scolastica) e per la cultura (eventi e spettacoli), si arrivava a coprire solo il 29% della spesa.
Il comune interviene per colmare il resto con una manovra da 4,5 miliardi di euro. L’auspicio è che la politica internazionale ed europea riesca a contenere l’aumento dei costi delle materie prima, in modo da poter operare per restituire presto ciò che oggi chiediamo ai nostri cittadini».
Grazie al lavoro del precedente assessore al Bilancio del comune di Pordenone Maria Cristina Burgnich e dell’attuale Emanuele Loperfido, l’amministrazione ha potuto presentare un bilancio di previsione 2022 che stesse in piedi e che prevedesse investimenti per il funzionamento della città garantendo servizi di alta qualità.
Pur non potendo prevedere gli aumenti di costo dell’energia e delle materie prime, che costringono a gestire un aumento di costi di circa 3,5 milioni di euro per le sole utenze, la grande forza, fermezza e volontà del sindaco Ciriani ha permesso di intervenire in modo oculato, riconfermando gli sforzi per i servizi nel sociale, per le scuole, non incidendo su tributi come Imu e Occupazione suolo pubblico, e mantenendo le stesse condizioni e gli stessi livelli degli anni scorsi nonostante questo aumento di costi.
«Continueremo a gestire le risorse pubbliche in maniera responsabile, consapevole e massimamente oculata –chiarisce l’assessore comunale al Bilancio Emanuele Loperfido-, con l’obiettivo di mantenere alta la qualità della vita a Pordenone e di migliorarla sempre di più. E parliamo di servizi, non di spese futili, ovvero di ciò che serve ai cittadini per vivere e progettare una città futura sempre più a misura di giovani, imprese, amica dell’ambiente e collegata al resto d’Italia.
Per questo sono stati previsti degli investimenti importanti, soprattutto in ambito di sociale, viabilità, istruzione, cultura, sport, che consentano la corsa competitiva di una città più attrattiva, che punta ad un continuo miglioramento: il costo per le derrate alimentari nella refezione scolastica è salito di 320mila € in più; 700mila € in più sono i costi per l’energia elettrica negli edifici pubblici, mentre i servizi sociali aumentano di 930mila euro.
Di fronte a questi importanti rincari, potevamo rivalerci su ogni singolo cittadino con l’aumento dei tributi, invece abbiamo scelto di spalmare un’addizionale Irpef che aumenta di pochi decimali, mantenendosi comunque al di sotto del trend medio degli altri capoluoghi di provincia. Un sacrificio che chiediamo in cambio della garanzia che gestiremo i servizi e le risorse pubbliche introiettate nelle casse del comune con la stessa oculatezza e diligenza del buon padre di famiglia».