Dedica 30, il ritorno di Paolo Rumiz il 9 ad Azzano Decimo

PORDENONE – È Paolo Rumiz, giornalista, scrittore e viaggiatore triestino dalla straordinaria capacità narrativa e dalla scrittura densa ed elegante il secondo “ritorno” al festival Dedica, nel solco delle iniziative organizzate per festeggiare il 30mo anniversario della rassegna la cui originalità, e cifra che la rende unica, risiede nel voler conoscere in profondità un autore, protagonista assoluto e ogni anno diverso.

Venerdì 9 febbraio Rumiz dialogherà con il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza nel Teatro Mascherini di Azzano Decimo, alle 20.45, nel corso della serata che l’associazione culturale Thesis ha organizzato in collaborazione con il Comune di Azzando Decimo.

“Il bagaglio per scrivere” è il titolo della conversazione nel corso della quale lo scrittore, che ha seguito da vicino gli eventi politici che hanno prodotto profonde trasformazioni nell’area balcanica, ma ha anche percorso in Italia e in Europa itinerari sconosciuti al turismo di massa, dandone conto nei suoi libri, parlerà anche del suo ultimo libro, “Una voce dal Profondo” (Feltrinelli Editore).

Uscito nel novembre 2022 è un viaggio fra miti, cronache e realtà, nel sottosuolo, una storia che segue la voce delle faglie e dei terremoti di un territorio, quello dell’Italia, che «porta negli inferi dell’Umano e apre vertiginosi itinerari in noi stessi».

Ne nasce uno sterminato affresco, dove il Terribile della natura è una normalità contro la quale attrezzarsi, non un’emergenza su cui speculare;
una storia visionaria che porta l’autore, attraverso un suo speciale approccio “geologico”, a raccontare l’identità nazionale.

Rumiz fu protagonista dell’edizione 2021 del festival, la prima che segno il ritorno alla normalità dopo il Covid e che eccezionalmente si tenne nel mese di ottobre. Il pubblico, finalmente di nuovo in presenza, ebbe modo di scoprire da vicino uno scrittore che molti conoscevano di più come autore di reportage e libri di viaggio, ma non, forse, per la profondità e la poeticità dei temi trattati.

E, come disse allora il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza, senza nulla togliere alle edizioni precedenti si trattò di un festival eccezionale, anche perché pensato e costruito in un contesto ancora turbolento, caratterizzato da presenze record. Contribuì significativamente al successo della rassegna la generosità di Paolo Rumiz, che si spese con passione e in ogni contesto, dal pubblico degli adulti a quello dei bambini e degli studenti.

Dal canto suo l’autore, a fine festival, ebbe parole lusinghiere ed entusiastiche “Ho sentito un’attenzione palpabile – disse – che mi ha obbligato a dare il massimo sempre, ma pur avendo speso tanta energia ho avuto una continua ricarica da parte del pubblico e degli organizzatori. Mi congedo con la netta percezione di essermi trovato di fronte a un lungo e meticoloso lavoro che ha formato una generazione di lettori, giovani compresi.

E questo mi ha lasciato stupefatto: la sensibilità dimostrata dai ragazzi che ho incontrato a Dedica ci dice quale straordinario capitale umano rischiamo di buttare via intontendoli di cose decerebrate. Ho avuto infine la conferma che la provincia italiana sa dare molto di più delle grandi città. Né a Roma né a Milano avrei percepito una simile densità di presenze e attenzione”.




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