PORDENONE – I dissapori tra Giosuè e Trifone nacquero quando i due commilitoni – ed ex coinquilini – furono protagonisti di un acceso scambio di vedute che degenerò fino allo scontro fisico. Da allora Ruotolo, secondo l’accusa, avrebbe pianificato la propria vendetta messa poi in atto la sera del 17 marzo nel parcheggio del palazzetto dello sport.
IL FALSO PROFILO FACEBOOK – Dalla memoria dell’iPhone di Teresa Costanza, grazie a un particolare software, sono stati estratti i messaggi provenienti da un profilo anonimo, da venerdì 26 giugno all’11 luglio. Lo ha reso noto il Procuratore capo di Pordenone, Marco Martani. Una sedicente “Annalisa” affermava di essere l’amante di Trifone Ragone, per minare il rapporto della coppia di fidanzati. I particolari erano minuziosi, rendendo credibili le accuse, ma hanno fornito agli inquirenti elementi per restringere il campo sui potenziali autori di questa molestia. Di fatto, queste dichiarazioni potevano essere state fatte solo dai coinquilini dell’epoca.
LA LITE E LA MINACCIA DI DENUNCE – Per questo Ragone ha affrontato a uno a uno i compagni di appartamento. “Per esclusione è arrivato a Ruotolo – ha precisato Martani – come ci hanno dichiarato gli altri coinquilini: Trifone aveva quindi picchiato Ruotolo procurandogli un labbro tagliato e gonfiore agli zigomi. Raccontando l’episodio agli inquilini Giosuè aveva minacciato vendetta, mentre Trifone aveva paventato la possibilità di procedere con una denuncia, quindi con la possibilità che Ruotolo venisse accusato di sostituzione di persona, molestie e peculato militare. Accuse che, se confermate – ha concluso il Pm – sarebbero state di pregiudizio sia per la permanenza nell’Esercito sia per il transito nella Guardia di Finanza”.