Eventi: nuovo numero con “viaggio” nella realtà demografica di Pordenone

PORDENONE – Un reportage speciale di Massimiliano Santarossa dedicato ai territori che furono la locomotiva d’Italia e del Nordest, da Udine a Treviso passando per Pordenone, oggi costellati da capannoni vuoti e periferie di città in cerca di identità. E ancora, un “viaggio” nella realtà demografica di Pordenone che accusa un calo di nascite mentre crescono i nuclei mono-famigliari e si alza l’età media degli abitanti e con sempre più povertà emergenti o meno confermate dalla Caritas cittadina che, pandemia a parte, segnala sempre più famiglie in difficoltà. E non è tutto: una lunga intervista allo scrittore ertano Mauro Corona che invita tutti a un modello di vita diverso e con un maggiore rispetto della natura e una convivenza migliore con il verde che cui circonda.

Sono questi alcuni dei contenuti del nuovo numero della rivista “Eventi” diretta da Alessandro Rinaldini in edicola a Pordenone e provincia. Un numero che analizza Pordenone e il suo territorio su come è e come sarà, partendo – scrive il direttore nel suo editoriale – “da un dato: la sua storia e il suo passato. Sembra strano ma l’evoluzione di un territorio e di una città non può prescindere da ciò è stato e da ciò che ha rappresentato. Questo numero di “Eventi” cerca di guardare al futuro sotto vari aspetti di un territorio da sempre in grande fermento e impulso propositivo per tutto ciò che lo comprende e circonda”.

Ecco perché è stato realizzato un singolare viaggio lungo un asse che comprende Pordenone che parte da Udine e finisce a Treviso e viceversa. E’ un reportage in presa diretta da chi ha sempre guardando a questo angolo di Nordest (la definizione è di Giorgio Lago, direttore del “Gazzettino”) che è stato per lungo tempo locomotiva d’Italia e lo è ancora con le “punte” Milano-Bologna-Treviso. “Un camminare lungo la storia recente di una grande trasformazione ancora in parte in atto – spiega Alessandro Rinaldini – ma con un capitolo da scrivere, ossia il dopo-boom. In una parola, disegnare il futuro partendo da ciò che si è stati e voluti essere. Un territorio e una città che deve fare i conti, quindi, con una società che è cambiata e che cambierà ancora di più (meno lavoro manuale e più intelligenze sia umane che tecniche, più lavoro da casa, ambiente da recuperare con meno occupazione di suolo, nuove tecnologie e fonti energetiche, una vita più slow e green ecologicamente sostenibile e tanto altro ancora) che deve trovare risposte rapide e concrete grazie a una nuova e più attenta e preparata classe dirigente”.

Pordenone e il suo territorio – propone il nuovo numero di “Eventi” – sono in grado di farlo se riusciranno a mettere in cantiere visioni strategiche di grande respiro che, forse per la prima volta, dovranno uscire dallo stretto angolo di visuale limitato dai confini geografici naturali. “Riappropiarsi di un ruolo politico dapprima e di guida poi per un cambiamento radicale a 360 gradi. Così come fecero, nei secoli scorsi, chi ci ha preceduto. Il passato deve insegnarci.

Altrimenti sarà solo un lento e degradande declino a tutto vantaggio di altri territori e città vicine”, conclude il direttore. Ampio spazio è poi riservato alla cultura con un omaggio a Paolo Rumiz che sarà presente a “Dedica” e con un articolo di Alberto Garlini sulle città ideali, alla storia di Pordenone e all’economia.




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