Figlia in comunità, assolda straniero per punire servizi sociali: arrestato

PORDENONE – Nel pomeriggio di ieri, 20 giugno, personale della Questura di Pordenone – Divisione Polizia Anticrimine ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di A.B. di 75 anni, residente a Sacile per i delitti previsti e puniti dall’articolo 612 bis del codice penale (atti persecutori), poiché con condotte reiterate lo stesso molestava la figlia disabile che già nel 2011 si era volontariamente allontanata dalla casa ove conviveva con il padre andando a risiedere presso gli zii a causa delle condotte di violenza e maltrattamento in genere subite nel corso degli anni.

Tali comportamenti vessatori si sono protratti nel tempo creando uno stato perdurante e grave di ansia e di paura che si prolungava anche durante la giornata divenendo stato d’animo permanente, oltreché fondato timore per l’incolumità propria, stante la volontà del padre di riprenderla con se presso la propria abitazione.

La situazione si era particolarmente accentuata negli ultimi mesi anche alla luce del fatto che il padre aveva iniziato a a contattare tutte le persone che gravitavano intorno alla figlia ai quali rivolgeva gravi minacce.

Il settantacinquenne era già stato ammonito con provvedimento del questore nel 2013, ma nonostante il formale avvertimento, lo stesso ha continuato a molestare la figlia seguendola nei suoi spostamenti o aspettandola fuori dal posto di lavoro per aggredirla verbalmente e minacciandola qualora la stessa non Fosse tornata a vivere con lui.

Le azioni vessatorie venivano rivolte anche nei confronti dei colleghi e di tutte le persone che gravitavano intorno alla figlia Che a loro volta sono state minacciati di morte.

Il prevenuto aveva anche assoldato un cittadino straniero che avrebbe avuto il compito di arrecare danni fisici all’amministratore di sostegno della figlia, al Giudice Tutelare e a quant’altri le prestavano assistenza.

Il cittadino straniero, che ha quindi raccontato ai poliziotti il piano dell’uomo, ha dichiarato di essere stato testimone che l’arrestata si era recata nei pressi dell’abitazione del Giudice Tutelare che a suo tempo aveva nominato l’amministratore di sostegno della figlia, per gettare sul viadotto di casa dei chiodi al fine di danneggiare le gomme della sua auto.

È stato pertanto accertato il pieno coinvolgimento della persona arrestata per le condotte poste in essere. Lo stesso ha sistematicamente molestato e minacciato la figlia appostandosi in sua attesa, minacciando lei, gli educatori e i legali incrinando profondamente l’equilibrio psichico della persona offesa.

Le esigenze cautelari sono state individuate nella progressiva intensificazione di condotte vessatorie e minacce nei confronti di una persona disabile e per questo più sensibile a determinati comportamenti e nelle intenzioni di attuare propositi violenti ed aggressivi nei confronti del giudice tutelare che in passato si era interessato alla nomina dell’amministratore di sostegno della figlia che denotando una gravissima intensificazione della volontà criminosa della persona arrestata.

Alla luce delle evidenze investigative accertate, il Pubblico Ministero procedente ha richiesto ed ottenuto il provvedimento di custodia cautelare in carcere, quale unico strumento disponibile per controllare la condotta della persona in modo da contenerne la spinta delinquenziale.

Al termine delle incombenze di rito A.B. è stato associato alla Casa Circondariale di Pordenone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




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