IL CASO – Camera unica regionale: Marchiori “Confronto con Udine”
PORDENONE – Sulla vicenda della mobilitazione delle categorie economiche e amministrazioni del territorio pordenonese per arrivare alla Camera di commercio unica regionale e non finire solo con Udine (l’altra sarebbe quella di Trieste-Gorizia) si registra lo smarcamento di Ascom Confcommercio Pordenone.
Alberto Marchiori, presidente regionale dell’associazione, in un’intervista a Pordenoneoggi ritiene che l’unica strada da perseguire sia quella del confronto, non della guerra, con Udine.
“A livello nazionale – precisa – è stata emanata una legge di riforma delle Camere di commercio che ha previsto il dimezzamento delle entrate degli enti camerali e una riduzione delle stesse. Quindi, è stato realizzato un emendamento che, per le aree di confine come il Friuli Venezia Giulia, prevedeva di derogare da tale norma. Ancor prima, è stata data la possibilità a quelle camere che si fossero fuse prima dell’entrata in vigore della norma stessa, di derogare da quest’ottica. Gorizia e Trieste si sono, quindi, accorpate e sono state esonerate da questo vincolo”.
“A Pordenone, che non è di confine, – aggiunge il numero uno della Confcommercio regionale – l’ultimo decreto ministeriale del governo uscente ha imposto di fare la fusione con Udine. Come Camera pordenonese, su mia istanza in giunta, abbiamo promosso ben due ricorsi e chiesto la provvisoria sospensione che ci è stata rifiutata e siamo in attesa delle sentenze. Intanto, però, la procedura sta andando avanti e nonostante ognuno di noi sia convinto che in una regione piccola come questa valga la pena di avere un’unica camera regionale, a differenza degli altri la Confcommercio di Pordenone ritiene opportuno aprire un tavolo con i colleghi della camera udinese e non sedersi sull’Aventino”.
“Ci siamo, quindi, – evidenzia Marchiori – apparentati con gli udinesi e abbiamo contributo alla costituzione del Consiglio, cosa che dovrebbero fare anche le altre categorie. Poi, staremo a vedere. Questa è l’unica differenza che ci contraddistingue dalle altre categorie economiche, perché comunque con gli udinesi dobbiamo confrontarci, visto che rappresentano l’unica realtà territoriale che ha notevoli affinità con noi. Quindi, a nostro giudizio, la questione non va affrontata in termini di sudditanza nei confronti di Udine, ma di un rapporto alla pari che ci veda operativi insieme nel caso in cui non andasse in porto il nostro ricorso”.