Il dato sull’inflazione in America porta uno spiraglio di luce sui mercati azionari, Bitcoin vola

I dati settimanali sull’inflazione ridanno fiato ai mercati obbligazionari ed azionari. Si conferma per ora una tendenza alla diminuzione dell’inflazione in Germania, Francia e negli Stati Uniti. In Germania, l’inflazione è scesa al 2,5% nel mese di febbraio, il valore più basso dal 2021. In Francia, è diminuita dal 3,1% al 2,9%. Negli Stati Uniti, il dato di gennaio ha mostrato un aumento dei prezzi annuo del 2,4%, in calo rispetto al 2,8% precedente. Di conseguenza i rendimenti dei Bund tedeschi a 2 anni sono scesi al 2,9%, così come quelli dei titoli di Stato statunitensi di pari durata, scivolati dal 4,7% al 4,63%. Questi rendimenti in calo suggeriscono aspettative più accomodanti riguardo alle prossime mosse delle banche centrali. In questo settimana da segnare le date del 7 marzo in cui La Bce si riunirà a Francoforte, seguita dalla Fed il 20 marzo, visto che i come affermato dalle stesse il ritmo nel 2024 dei tagli dei tassi di interesse dipenderà dai dati economici in arrivo.  Il presidente della Fed di Boston Susan Collins e John Williams di New York hanno affermato che il primo taglio dei tassi della Fed sarà probabilmente appropriato “entro la fine dell’anno”, mentre Raphael Bostic di Atlanta ha affermato che sta attualmente pianificando un taglio per questa estate.

Anche i mercati azionari hanno beneficiato del dato uscito sull’inflazione. Bene l’S&P 500 che chiude in settimana con un progresso dello 0,71% a 5.137 punti su livelli mai prima esplorati, trainato a sua volta dal listino tecnologico con un più 1,39% oltre la soglia psicologica dei 18.000 punti. La situazione attuale dei mercati finanziari, fa pensare che il mercato sia trascinato più che dalla situazione dell’economia dai risultati entusiasmanti di alcuni titoli del tech americano. Prendiamo per esempio in considerazione il caso di Nvidia Corp., un’azienda che ha visto un grande aumento del suo valore di mercato grazie a profitti in crescita e ad una chiara presenza nell’intelligenza artificiale. La presenza di un elemento eccitante come l’intelligenza artificiale per ora ha portato i livelli dei listini oltre le attese. Cosa succederà alla fine del 2024 quando a questo fattore si aggiungerà la revisione della politica monetaria in America ed Europa? Che effetto avrà il ruolo dei tassi di interesse bassi e la possibilità di tagli da parte della Federal Reserve? Sono tutti fattori che potrebbero influenzare ulteriormente i mercati. Qualche fattore di ipercomprato si mostra sui listini principali salutare sarebbe una piccola correzione per dare fiato agli stessi e per testare le soglie di supporto, per esempio, i 4800 punti dell’S&P 500.

Per quanto riguarda gli altri mercati, bene il listino Europeo con Eurostoxx50 che chiude ad un più 0.69% mentre fa meglio del paniere del vecchio continente il nostro indice Ftsemib, trascinato in settimana dal settore lusso e dai bancari, che chiude ad un più 1,56%. A livello globale da segnalare Il Giappone. Dopo anni di economia stagnante e deflazione, i fondi globali stanno investendo massicciamente nel paese, rendendo le azioni giapponesi una scelta di punta nell’ultimo anno. Il deprezzamento dello yen sta aiutando gli esportatori, creando un clima favorevole per l’economia nipponica. In settimana rivelazione da parte di alcuni membri della Banca del Giappone suggeriscono che la stessa è pronta al primo rialzo dei tassi dal 2007 nei prossimi mesi. Situazione diametralmente opposta per la Cina. La Banca Popolare Cinese, infatti, nelle scorse settimane ha annunciato un taglio del tasso primario dei mutui fissi a cinque anni, portandolo appena sotto il 4%, una mossa senza precedenti. Tuttavia, nonostante l’importanza del settore immobiliare per l’economia cinese, l’impatto di questo stimolo è stato limitato per ora sui principali listini. La Cina deve evitare con manovre troppo espansive un indebolimento eccessivo dello yuan, che potrebbe danneggiare il suo potere d’acquisto. In conclusione, i mercati suggeriscono che la Cina dovrà compiere ulteriori sforzi per rilanciare la sua economia e il mercato azionario.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

In settimana il mercato ha subito degli effetti sul dato dell’inflazione uscito in questa settimana. Il mercato dei futures era ottimista fino a qualche settimana fa, prevedendo ben sette tagli dei tassi di interesse nel 2024. Tuttavia, le probabilità di un taglio a marzo sono praticamente nulle, e la prima mossa è più probabile tra maggio e giugno. Molto dipenderà dai dati macroeconomici futuri, soprattutto dall’inflazione e dalla disoccupazione. Le banche centrali dovranno fare una scelta difficile, considerando il rischio di un’ulteriore ondata di inflazione simile agli anni ’70, quando l’inflazione riprese forza dopo un’apparente sconfitta. Il mercato obbligazionario rimane debole da inizio anno. Avevo recuperato sulla spinta di un imminente taglio dei tassi a dicembre 2023 per poi ripiegare a partire da gennaio 2024. Questo trend è stato anche generato da una forte propensione al rischio da parte degli investitori, che come dimostra l’andamento dei listini azionari, hanno prediletto gli asset più rischiosi a fronte anche che la probabilità di entrare in una fase di recessione oggi sembra meno evidente. In conclusione si fa sempre più certa che una normalizzazione della politica monetaria sia rinviata ai prossimi mesi.

MATERIE PRIME

Bilanci in chiaro scuro per le materie prime che chiudono contrastate. Bene l’oro in settimana che recupera le posizioni perse nelle settimane precedenti con un più 2.35% mentre bilancio in rosso per l’argento che scivola a 22 dollari l’oncia. Su queste asset ha pesato da inizio anno il recupero del biglietto verde che raggiunge in settimana i 104 punti dimostrando una forza rispetto alle principali valute; si sa infatti che essendo espresse in dollari  l’andamento è inversamente correlato all’andamento della valuta americana. Bene il petrolio che chiude in progresso del 4.25% con un prezzo del WTI a 79.75 migliore performance nel paniere delle principali materie prime da gennaio 2024.

MERCATO DEI CAMBI

Recupero in settimana del dollaro rispetto alla valuta del vecchio continente con una correzione di quest’ultima rispetto al biglietto verde dello 0.16% . Da segnalare la corsa senza ostacoli del Bitcoin che chiude in settimana con + 21,28% Fino ad ora, Bitcoin rimane al centro dell’attenzione sui mercati. Giovedì, la valuta digitale ha ampliato i suoi guadagni, superando i 60.000 dollari per la prima volta in più di due anni. Si è avvicinata ai 64.000 dollari, vicino al massimo record del 2021 di poco inferiore ai 69.000 dollari. La mossa è stata favorita dalla nuova domanda proveniente dai fondi negoziati in borsa, che stanno influenzando il mercato della criptovaluta originale. In meno di due mesi, i fondi hanno registrato più di 7 miliardi di dollari di afflussi netti.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente




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