Iniziativa Panchine rosse, il 30 aprile, contro la violenza sulle donne
PORDENONE – Quattro madri del nord e del sud si incontrano. Hanno un dolore comune: la perdita di una figlia, uccisa da un uomo, che sosteneva di amarla.
Succederà martedì 30 aprile, alle 9.30, all’auditorium Vendramini, in corso Vittorio Emanuele, ed è un’iniziativa dell’Assessorato Pari Opportunità e della Commissione Pari Opportunità, che aderisce all’iniziativa panchine rosse.
In programma , l’incontro tra madri e genitori del nord e del sud, che hanno vissuto la tragedia di una figlia uccisa, a testimonianza della trasversalità del fenomeno e affermazione della necessità di una unione della società tutta per combatterlo. Le madri, in particolare, porteranno la loro testimonianza a una rappresentanza di studenti delle scuole superiori.
Terminato l’incontro ci si sposterà sul ponte di Adamo ed Eva dove verrà inaugurata la panchina rossa, sulla quale gli studenti dipingeranno una frase significativa, con lettura di alcuni pensieri e poesie.
Le panchine rosse sono un progetto a livello nazionale promosseo e realizzato dai Comuni d’Italia, scuole, associazioni, popolazione, come simbolo della violenza maschile contro le donne.
Un simbolo che vuole essere prima di tutto presa di coscienza e volontà di giustizia. Un modo per ricordare le vittime e le loro storie drammatiche, ma anche un modo per stimolare la riflessione e dare risposte concrete.
Lo sanno bene le catanesi Vera Squatrito, madre di Giordana di Stefano, ventenne uccisa a coltellate dall’ex compagno, e Giovanna Zizzo, a cui l’ex marito ha ucciso la figlia Laura, appena 12enne.
Recentemente sono state ricevute a Roma dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al quale hanno chiesto certezza della pena e sostegno agli orfani e sono particolarmente legate al progetto panchine rosse, di cui sono diventate ambasciatrici.
Hanno deciso di trasformare il loro dolore in qualcosa di buono per gli altri. Da più di un anno dipingono panchine rosse nei paesi, nei centri, nelle scuole. Per loro il rosso non è il colore del sangue, ma dell’amore, al quale desiderano che i loro figli, i figli di tutti, vengano educati. Per questo incontrano i ragazzi delle scuole e nel testimoniare la loro esperienza, parlano di amore, di rispetto, di comprensione.
La loro azione è stata così forte e coinvolgente da andare oltre ai confini della loro Sicilia e dopo Roma, arriverà a Pordenone. Qui incontreranno i genitori di Michela Baldo e Nadia Orlando, le giovani donne uccise dagli ex fidanzati a Spilimbergo e Vidulis e gli studenti. Grazie alla Consulta studentesca sono state coinvolte diverse classi delle scuole superiori.
“Questo abbraccio tra le madri del nord e del sud – commenta l’assessora alle Pari opportunità Guglielmina Cucci – è particolarmente significativo: ci dice che la violenza sulle donne è un fenomeno trasversale e non conosce limiti geografici, sociali e culturali. E’ fondamentale dunque che anche la lotta al fenomeno sia trasversale e condotta a 360°.
Il nostro impegno va fortemente in questa direzione. Importantissimo il coinvolgimento dei giovani, che hanno risposto molto bene a questa nostra proposta e del mondo della scuola, che sarà rappresentato ufficialmente da Simonetta Polmonari, presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi, che porterà un saluto in rappresentanza della categoria”.
“Dopo lo striscione di solidarietà all’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh, che è stato finanziato dalle associazioni di categoria e dalle associazioni femminili – sottolinea infine Daniela Quattrone, presidente della Commissione Pari opportunità – ancora una volta la società civile si dimostra sensibile e partecipe. In questo caso l’azienda Canton Colori ha voluto dare il proprio contributo fornendo il colore e i pennelli necessari”.