Interporto, su camion trovati tre stranieri movimentati su “Rotta balcanica”
PORDENONE – Nella serata di ieri, martedì 3 agosto, intorno alle ore 21.00, perveniva una segnalazione alla Sala Operativa della Questura da parte di un autotrasportatore bosniaco, che, appena giunto alla dogana della zona Interporto, aveva udito dei rumori provenire dall’interno del container del suo mezzo pesante.
Sul posto, si recavano, quindi, due equipaggi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante che, cautelativamente, richiedevano l’intervento anche di una unità del 118, per le eventuali cure del caso alle persone rinchiuse nel container.
Si provvedeva, così, unitamente a personale della dogana, ad aprire il cassone del mezzo pesante ed una volta rimossi i sigilli, all’interno venivano trovati tre ragazzi, privi di documenti di riconoscimento.
Gli stessi venivano visitati da personale sanitario, che ne riscontrava le buone condizioni di salute e gli Agenti della Volante procedevano a ricevere le loro generalità, dalle quali si evinceva trattarsi di tre ragazzi marocchini rispettivamente di 26, 22 e 20 anni.
Sul posto, convergevano anche pattuglie della Squadra Mobile e del Gabinetto Provinciale Polizia Scientifica i quali accertavano come il mezzo pesante fosse partito martedì 3 agosto da Sarajevo, con apposizione dei sigilli da Agenti di quell’Ufficio Doganale, che avevano effettuato le verifiche e i controlli sulla merce trasportata, risultata essere materiale edile destinato ad un’impresa di San Vito al Tagliamento (PN).
I poliziotti procedevano ad assumere informazioni anche dai tre giovani maghrebini, i quali riferivano che dal 2017 avevano tentato di raggiungere l’Italia attraverso la “rotta balcanica” dalla Turchia, venendo più volte respinti sia al confine turco che al confine croato, sino alla notte tra lunedì e martedì scorso quando sono riusciti a salire, di nascosto, nel container trasportato dal mezzo pesante, giungendo così a Pordenone.
Al termine delle attività, i tre cittadini marocchini hanno manifestato agli Agenti la volontà di essere richiedenti asilo e quindi affidati a personale della Croce Rossa italiana, con collocamento presso idonea struttura.