MERCATO AZIONARIO
L’ultima settimana di borsa ha riportato il sereno sui mercati azionari internazionali, dopo che nella precedente ottava vi era stato un aumento (anche significativo) della volatilità. Tanto rapido e improvviso era stato lo ‘spyke’ di nervosismo da parte degli investitori, così allo stesso modo è stato il ritracciamento dell’indice Vix, tornato (da quota 40) in area 20/21, ossia la base minima degli ultimi mesi. In parallelo, l’indice S&P 500 ha già completamente riassorbito quella mini correzione del 4% avvenuta nella scorsa settimana ed è tornato nuovamente sui precedenti massimi (area 3.880 punti).
Un nervosismo, quello visto nella scorsa ottava, legato anche alle vicende di Gamestop e delle altre ‘meme stocks’ di cui tanto si parla sui forum/community di finanza e sulle piattaforme di trading americane. Il fenomeno dello ‘short squeeze’, che ha impattato sui numeri anche di alcuni hedge fund esposti in posizione ribassista, è arrivato ai piani alti della politica e più precisamente in quello del nuovo Segretario al Tesoro Yellen.
Il richiamo è stato forte e improntato alla necessità di ‘salvaguardare l’integrità dei mercati finanziari e assicurare la protezione degli investitori’. Tesoro, Sec e la Commodity Futures Trading Commission stanno quindi ora valutando se le pratiche di trading verificatesi sui mercati siano coerenti con principi di mercato giusti ed efficienti. È bastato questo (e forse la mancanza di ‘carburante’ per alimentare le strategie short) per sgonfiare l’azione Gamestop, in ribasso dell’85% rispetto ai rialzi record precedenti. Delle tensioni capaci di toccare i nervi degli investitori nel breve termine ma probabilmente con meno possibilità di rappresentare un ‘vulnus’ nel medio termine, sia per il minore peso, rispetto al passato, degli hedge fund, sia per i minori livelli di leverage utilizzati.
Non è stato solo questo, comunque, a dare sostegno alla nuova risalita nel breve dei listini azionari. Nel pieno dell’earning season sui dati finali del 2020, sono arrivati ottimi risultati soprattutto dal comparto tecnologico, con gli ottimi dati di Alphabet e anche quelli soddisfacenti dell’altro giant tech Amazon. Soprattutto i numeri di Alphabet hanno largamente superato le stime di consenso, in termini di crescita sia del fatturato che degli utili. Da annotare l’ottimo andamento di tutto il segmento dei sistemi di pagamento e del retail online, con i rialzi di Ebay e Paypal.
In parallelo sembra muoversi anche la politica, passata un po’ in sordina dopo l’elezione di Biden come nuovo presidente degli Stati Uniti. Il focus rimane sulle misure da inserire nel pacchetto di stimoli per l’economia, per il quale i democratici stanno cercando di accelerare l’approvazione da parte delle Camere. Dal fronte macroeconomico sono arrivati dati complessivamente buoni, con una stabilizzazione soprattutto del mercato del lavoro e anche in parte dalla tematica dell’emergenza sanitaria: anche Johnson & Johnson, infatti, ha presentato richiesta di autorizzazione per il proprio vaccino anti Covid. Newsflow positivo quindi per le borse, con i panieri americani in salita del 4-5%, seguiti a ruota dall’Europa, dove spicca il FTSE Mib con un +7%.
MATERIE PRIME
Per quanto riguarda le materie prime, debolezza per l’oro (-1,8%), che perde appetibilità a causa del clima da risk on presente sui mercati. Le quotazioni sono tornate infatti in area 1.800, importante base tecnica per evitare scivoloni al ribasso e sono state spinte al ribasso anche dalla forza del Dollaro nel breve. Tra le altre materie prime: nuovo upside per il petrolio (+9%) ben comprato sull’onda dell’ottimismo sulle prospettive economiche e salgono anche quelle del segmento industriale.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Il tono da risk-on visto sui listini azionari ha avuto un coerente andamento decorrelato nel mondo obbligazionario, dove gli asset safe hanno visto qualche elemento di debolezza, con rendimenti al rialzo in particolare sui titoli di stato dei paesi con migliore merito di credito. Convincente, infatti, il movimento verso l’alto dei tassi sulla parte medio-lunga della curva dei governativi americani: il rendimento del decennale americano dopo la flessione della scorsa settimana è tornato a salire, posizionandosi sui massimi degli ultimi 10 mesi in area 1,15%.
I fattori di questi movimenti sono gli stessi, di natura macroeconomica e fondamentale che hanno dato spinta ai mercati azionari. Il buon feedback ottenuto infatti dalle trimestrali delle aziende per il 4Q 2020 e la stabilizzazione del mercato del lavoro hanno ridato tono alle prospettive economiche di medio termine, con un repricing quindi della crescita attesa nell’anno post Covid. Tenendo conto della sostanziale invarianza delle politiche della Federal Reserve e degli stimoli che arriveranno dalla politica, si comprende la ratio dei movimenti intermarket di questa settimana.
Nella zona Euro il leitmotiv è stato sostanzialmente il medesimo: il rilascio dei dati sui PIL del 2020 hanno evidenziato una contrazione ‘meno negativa’ delle attese (su base annuale -5,1% vs 5,4%, sul singolo trimestre -0,7% vs 1,0%). Dati comunque deboli e zavorrati dalle misure di lockdown contro l’espansione della pandemia, il cui miglioramento dipenderà ovviamente anche dalle soluzioni di sostegno all’economia che verranno costruite dai singoli stati con le risorse del Recovery Fund. La struttura rialzista del decennale tedesco, già intravista nelle scorse settimane, sembra ora concretizzarsi: il close settimanale a quota -0,44% riporta i valori ai livelli dello scorso settembre, dando riscontro quindi a migliori attese sul fronte economico per il 2021.
Movimento del tutto contrario invece quello del BTP italiano, che dopo le tensioni legate all’incertezza politica, è tornato ad essere oggetto di acquisti da parte degli investitori. Evento clou, ovviamente, il doppio step in ambito governativo, con la constatata impossibilità di proseguire l’esperienza del governo Conte e l’avvio, invece, di un esecutivo di ispirazione tecnico-politica e presieduto da Mario Draghi, alla ricerca ora di una maggioranza stabile. Il recupero economico ovviamente la tematica più pressante da affrontare, per una figura certamente di prestigio e che rappresenta probabilmente una troika concessa in forma gentile, in ossequio anche al ruolo storico dell’Italia in Europa.
Sui mercati, quindi, cali per i titoli governativi più sicuri (Germania, USA) mentre i BTP hanno guadagnato posizioni, al pari dei segmenti più rischiosi del comparto obbligazionario (High Yield in primis). Indeboliti dal rialzo della componente tasso i bond corporate investment grade, soprattutto dell’area Dollaro. Ancora incerti, a causa del Dollaro forte, i paesi emergenti dopo la debolezza delle scorse settimane.
MERCATO DELLE VALUTE
In ambito forex, le buone notizie arrivate sul piano fondamentale e macroeconomico hanno rinforzato la valuta americana, ai massimi verso l’Euro negli ultimi 3 mesi, con un close finale in area 1,205. La valuta europea si è indebolita anche verso monete più stabili, come Sterlina e Yen. Continua il tono positivo di breve per il Bitcoin, in riavvicinamento ai top di inizio gennaio e ancora visto come opportunità (speculativa e non) dagli investitori.
Dott. Alessandro Pazzaglia, www.pazzagliapartners.it mail; [email protected]