Mostra “Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924”
PORDENONE – Presentata oggi, 14 settembre, nella Galleria Harry Bertoia la mostra “Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924” alla presenza del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, l’assessore alla Cultura di Pordenone Pietro Tropeano, il curatore Fabio Benzi e il critico d’arte Francesco Leone.
L’esposizione aprirà il 16 settembre ed è realizzata dal Comune di Pordenone e dall’ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con l’attiva collaborazione dell’Associazione Mario Sironi e il patrocinio della Regione Lombardia.
L’esposizione s’inserisce tra le iniziative dell’Anno europeo del Patrimonio culturale 2018, istituito dall’Unione Europea e, in Italia, promosso e coordinato dal MiBACT.
La mostra intende approfondire attraverso l’esposizione di circa duecento opere una fase cruciale dell’evoluzione stilistica di Mario Sironi (1885-1961), pittore, illustratore, grafico, scultore, architetto, scenografo, tra le figure più originali, intense e radicali del secolo scorso. L’attenzione è dedicata a un decennio della sua intensa attività; un periodo che si rivelò fondamentale per la storia dell’arte non solo italiana del Novecento.
“Una mostra che celebra uno dei protagonisti della cultura italiana del Novecento – rileva l’assessore regionale alla Cultura FVG Tiziana Gibelli. Un artista che attraverso le sue opere percorre la storia che ha segnato il nostro Paese. Si va, infatti, dal periodo di avanguardia futurista, passando per il dramma della Grande Guerra, fino ad arrivare alle sperimentazioni spaziali della Metafisica. Tutte le sue opere sono naturalmente legate all’impegno sociale di Sironi che tratteggia con realismo la condizione dell’uomo contemporaneo con tecniche tradizionali, ma anche attraverso opere grafiche ed illustrazioni, componente essenziale della rassegna”.
“La mostra di Sironi valorizza Pordenone, – sottolinea il sindaco della città Alessandro Ciriani –irrobustisce la sua già amplissima offerta culturale, contribuisce a rafforzare la sua capacità turistica.. Sironi a Pordenone è anche il segno di una città capace di proiettarsi all’esterno, a livello nazionale, affrancandosi da quella “sindrome da Cenerentola” che talvolta colpisce i centri più piccoli. Il nostro obiettivo – conclude Ciriani – è proporre in città – oltre alle altre numerose proposte culturali – una grande mostra all’anno. Dopo Sironi, uno dei giganti del ‘900, seguirà il prossimo anno quella su “Il Pordenone”, il grande pittore rinascimentale. In questo modo valorizziamo anche gli spazi culturali cittadini”.
“Da sempre gli artisti sono gli interpreti più profondi e attenti del loro tempo – afferma l’assessore alla Cultura di Pordenone Pietro Tropeano – e Sironi si conferma ampiamente come rappresentante tra i più significativi di un’epoca cruciale per la nostra storia, attraversando eventi bellici e fermenti artistici che scuotevano tutta l’Europa. Le sue opere esprimono lirismo, sintesi e imponenza, ma sono anche frutto della sua fede nei valori sociali dell’arte. Dare risalto a una figura emblematica come la sua grazie a un progetto di grande valenza artistica e scientifica, rientra nella volontà specifica della nostra amministrazione”.
L’esposizione è curata da Fabio Benzi, che si è occupato anche della grande e significativa mostra su Sironi tenutasi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1993 ed è autore di molti importanti contributi sull’artista. L’accurata selezione di dipinti, disegni e illustrazioni, intende analizzare il concitato percorso pittorico di Sironi, che in pochi anni si confrontò interpretando le principali correnti artistiche europee, con un risultato assolutamente autonomo e personale, di altissima qualità artistica.
La mostra spazia dall’adesione appassionata all’avanguardia, che egli seppe incrociare con esperienze anche diverse ed eccentriche (come l’attenzione per l’ambiente cubo-futurista russo), alla crisi del periodo della Grande Guerra, fino alla ricerca di nuovi equilibri che vedranno un lento avvicinamento al ritorno all’“ordine” (con un’attenzione particolare a Picasso e Derain) passando attraverso le sperimentazioni spaziali della Metafisica di de Chirico.
La complessa evoluzione artistica di Sironi, avvenuta in un così breve periodo, è in questa mostra l’occasione per una rilettura complessiva, ricca di novità e basata anche su nuovi dati documentari e interpretativi. L’esposizione potrà, infatti, far capire ancor meglio il tema della “costruzione della modernità” da parte di uno dei protagonisti della cultura italiana del secolo scorso, mostrando contemporaneamente la sua straordinaria attività non solo pittorica ma anche grafica, illustrativa e teatrale, finora presentate separatamente nei diversi studi.
Il percorso espositivo inoltre, affrontando cronologicamente la produzione di Mario Sironi, fa capire l’evoluzione del suo profondo e intenso pensiero artistico sui temi della modernità, del classicismo come della guerra, sulla necessità di un dialogo costante tra le avanguardie mondiali.
Risalgono agli anni presi in esame alcuni dei suoi maggiori raggiungimenti estetici e poetici: dall’invenzione dei “paesaggi urbani” (icone della città novecentesca), alle ieratiche figure neo-classiche, dalle immagini futuriste di camion e ciclisti alle scene politiche delle sue illustrazioni. Indizi questi, del suo desiderio profondo di voler incidere con il suo linguaggio artistico non solo nell’estetica, ma anche nella vita sociale del nuovo secolo.
In mostra si potranno ammirare alcuni tra i più celebri dipinti della sua produzione, come ad esempio l’Architetto, (esposto alla Biennale di Venezia del 1924), il primo Paesaggio urbano (esposto nel 1920) o ancora Solitudine del 1925, (esposto alla Prima Mostra del Novecento Italiano), che conclude il ricco percorso espositivo. Vi saranno anche altri capolavori non esposti da diversi anni, come i dipinti futuristi Testa del 1913, e Il Viandante del 1915, insieme a molti dei suoi emblematici Paesaggi urbani tra i più conosciuti, e alle figure classicheggianti, che costituiscono l’aspetto forse più noto dell’artista.
Ai dipinti si vedranno affiancate numerose tra le più significative opere grafiche, a illustrare il complesso “laboratorio” creativo di Sironi, e un centinaio di illustrazioni relative alla fervida attività che in quegli anni dedicò a diverse riviste (anch’esse esposte: da “Noi e il Mondo” a “Gli Avvenimenti”, alle “Industrie Italiane Illustrate”, alle varie pubblicazioni collegate al “Popolo d’Italia”, fino alle copertine di libri), che costituiscono la sua maggiore attività di quel periodo, che si rivela ben superiore quantitativamente a quella pittorica, molto più rara e rarefatta.
Le opere esposte mostrano un’originale inclinazione poetica ed espressiva, mai facilmente omologabile sotto un’unica etichetta, segno della prorompente e autonoma creatività di Sironi.
E nella proporzione e natura delle opere si evidenzia anche, come una cartina tornasole, l’impegno sociale, divulgativo, politico, senza il quale la stessa attività pittorica si leggerebbe solo parzialmente.
La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con i maggiori musei italiani quali la Galleria Nazionale di Roma, il Guggenheim e Ca’ Pesaro di Venezia, il Castello di Rivoli o le Gallerie Comunali di Palermo.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, presenterà saggi del curatore Fabio Benzi, di Francesco Leone ed Elena Pontiggia.