Natale positivo per le Borse, proseguono i rialzi, calo per i tassi, rialzi per petrolio e oro

MERCATO AZIONARIO

Nella settimana appena conclusa Wall Street si è riportata nei pressi dei massimi assoluti di fine 2021/inizio 2022: l’S&P 500 (+0,8%) è a pochi passi mentre il Nasdaq (+1%) ha già ritoccato il cielo. Un andamento poco ipotizzabile fino a due mesi ma che tra novembre e dicembre è stato reso possibile da una catena di fattori legati insieme. Lo smussamento delle tensioni inflattive, la tenuta di consumi e mercato del lavoro, la non-implosione di eventi geopolitici, hanno infatti dato tutte le armi ai mercati per chiedere a gran voce una svolta nelle politiche monetarie da parte soprattutto della Fed. Dopo qualche (debole) tentativo di resistenza, Powell ha ceduto, se pur mettendo qualche paletto. Ma per i mercati, una maggiore liquidità (garantita anche dal sistema di supporto dato al sistema bancario da marzo) è come il miele per gli orsi (…) e Wall Street ha intravisto che non mancherà, pur avendo ancora i tassi elevati e un Quantitative Tightening sulle spalle. Fa nulla, le borse guardano avanti e con economia e utili ancora sostenuti (e previsti in crescita) si può provare a cancellare tutto il bear market del 2022. Wall Street positiva, più prudenti invece Europa ed Emergenti, con la solita Cina in difficoltà (da inizio anno in flessione del 15%). Durante la settimana, vi è stato un moderato profit taking nella giornata di mercoledì, visto l’ipercomprato record accumulato, ma senza per ora conseguenze e subito recupero anche grazie ai dati macro in uscita. Tra i settori: pausa per i Tech (eccetto Alphabet) mentre recuperano gli energetici dopo le schermaglie in Medio Oriente nei delicati punti di passaggio del commercio internazionale.

Tra i dati macro-settimanali si consolida il calo dell’inflazione in Europa (2,4%) mentre lato US dà segni di tonicità il mercato immobiliare e la fiducia dei consumatori. La revisione al ribasso del GDP del terzo trimestre (4,9% vs 5,2%) è stata controbilanciata dall’importante limatura anche qui sui prezzi (PCE Core al 3,2% vs 3,3% atteso) e dagli ordinativi sui beni durevoli. L’economia USA ancora tira.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Il mercato obbligazionario arriva alle feste natalizie sull’onda di progressi che hanno letteralmente salvato l’annata, finora in realtà poco benevola rispetto alle attese di inizio 2023. Il calo dei rendimenti è esteso e probabilmente ha incorporato già una view molto ottimistica circa l’andamento dei tassi per il prossimo anno. Non potrebbe che essere altrimenti, visto che gli ultimi 2 anni di restrittività vengono visti come qualcosa che deve/dovrebbe finire il prima possibile (e a cui non si era abituati dopo 15 anni di tassi bassi e QE). Il decennale USA è calato ancora (3,90%, -2 bps), seguito in parallelo dall’omologo tedesco (1,98%, -4 bps) e italiano (3,56%, -17 bps), con quest’ultimo che ha ignorato completamente la non ratifica nel MES.

Le stime di taglio dei tassi da parte della Fed restano molto aggressive: 7 tagli entro gennaio 2025, tanto da portare i tassi dal 5,5% al 4,25%. I valori sono molto simili anche per la BCE, con il tasso implicito previsto per fine 2024 tra il 2,75% ed il 3%. Un sentiment particolarmente benevolo, basato sulla convinzione di una deflagrazione inflattiva (in pratica deflazione) e di una economica ancora sui binari giusti sul piano economico. Il rapporto mercati/banche centrali suggerisce che convinzione dei primi che specie la Fed sia disposta a rischiare qualcosa sull’inflazione pur di salvaguardare la crescita. Sarà così? E i mercati non saranno già andati molto oltre visto che i dati macro mostrano un’economia ancora molto tonica?

MERCATO DELLE VALUTE

I dati macro ridanno forza all’Euro, con il cross verso Dollaro che chiude appena sopra 1,10 (+1%). La valuta europea recupera anche su Sterlina e Yen.

MATERIE PRIME

Bei segni più anche per le materie prime (grazie a prospettive di politica monetaria e debolezza del Dollaro): oro di nuovo su a 2.052 (+1,6%) insieme agli altri preziosi. Per il petrolio (+3% a 73,6) valgono le stesse cose a cui si somma qualche elemento di tensione legato al Medio Oriente.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it




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