Polizia accerchiata da 4 migranti, arrestati. Ciriani “Chi delinque deve andarsene”

PORDENONE – Nelle prime ore della mattinata di oggi, 19 gennaio, personale della Polizia di Stato di Pordenone ha eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti di quattro cittadini stranieri (3 pakistani ed 1 afghano) tutti richiedenti asilo, recentemente resisi responsabili di resistenza aggravata nei confronti di una pattuglia della Squadra Volante della Questura di Pordenone.

Il fermo,  ai sensi dell’art. 384 del Codice di Procedura Penale, è stato disposto da Marco Brusegan, Sostituto Procuratore Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone.

Nel corso dell’operazione, coordinata dalla Squadra Mobile, unitamente a personale della Squadra Volante, del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica nonché di personale delle Squadre Mobili delle questure di Venezia, Udine e Gorizia è stato tratto in arresto un cittadino afghano nella flagranza di reato di Resistenza e Minacce a Pubblico Ufficiale. Inoltre, sono stati accompagnati in Questura per accertamenti una ventina di cittadini stranieri.

All’ operazione ha collaborato il Comando della Polizia Municipale di Pordenone con l’impiego di 4 pattuglie.

«Va elogiato il costante lavoro, oltre che della polizia di Stato, della nostra polizia municipale, guidata dall’ottimo comandante Stefano Rossi, e degli steward comunali. Hanno contribuito in maniera importante all’operazione e contribuiscono ogni giorno al controllo del territorio collaborando in modo efficace con le forze dell’ordine. L’operazione onora il patto con la prefettura sulla tolleranza zero per chi è responsabile di atti violenti».

Così il sindaco Alessandro Ciriani e l’assessore alla sicurezza Emanuele Loperfido in merito al blitz di stamane che ha condotto all’arresto di quattro richiedenti asilo per le aggressioni dei giorni scorsi agli agenti.

«Il Comune – aggiunge il sindaco – mette in campo tutte le azioni e gli strumenti che può, ma è chiaro che serve un netto cambio di rotta a livello di governo nazionale. Servono strumenti operativi e molto più severi di punizione e espulsione. E serve che il ministro Minniti mantenga le promesse fatte per Pordenone e il Friuli Venezia Giulia, che finora sono rimaste tali, riguardanti rimpatri e rinforzo dell’organico della Questura».

Per il sindaco «chi viene a Pordenone senza alcun progetto di vita, se non quello di ingrassare le fila dell’illegalità e dello spaccio, deve essere mandato via, altro che reti solidali. Mi aspetto da parte di tutti – conclude – una ferma condanna per questa vile aggressione e la solidarietà totale alle forze dell’ordine, alla polizia municipale e agli steward».




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