Pordenone Calcio, controversia stadio: botta e risposta fra Lovisa e De Bortoli

PORDENONE – E’ decisamente un’estate torrida sulla linea che unisce Pordenone a Lignano e non solo per ragioni metereologiche. A surriscaldare l’ambiente sono state prima le reazioni dei gruppi organizzati di tifosi neroverdi alla decisione di Mauro Lovisa e soci di firmare un triennale con il Comune di Lignano per l’utilizzo del Teghil per le gare interne dei ramarri nel campionato di serie B.

Supporters, Bandoleros e PN Neroverde 2020 hanno dichiarato apertamente che seguiranno Stefani e compagni nelle trasferte in giro per l’Italia, ma diserteranno le partite al Teghil sino a quando chi di competenza non presenterà un progetto per la costruzione di un nuovo stadio nel comune di Pordenone. A chi spetti presentare tale progetto al momento è argomento controverso. La parte più calda del tifo neroverde sembra accusare in particolare la politica locale di non darsi abbastanza da fare per colmare la lacuna costringendo il team neroverde ad emigrare verso altri lidi in regione: prima Udine, poi Trieste, infine a Lignano.

Walter De Bortoli, voce competente in materia essendo assessore comunale con deleghe ai lavori pubblici (con esclusione della viabilità), servizi tecnici, manutenzione impianti, patrimonio, demanio e sport, ha più volte ribadito l’impossibilità in questo momento di impiegare fondi pubblici per la costruzione di uno stadio essendoci altre ben più impellenti esigenze da soddisfare per il bene della collettività. Lo stesso De Bortoli ha garantito però il supporto del Comune nell’iter per il reperimento di fondi privati e per la realizzazione delle opere accessorie qualora lo stesso Lovisa presentasse in Comune un progetto chiaro comprendente l’acquisizione dell’area dove realizzare l’opera.

La decisione di Supporters, Bandoleros e PN Neroverde 2020 di disertare le gare al Teghil non è piaciuta a Mauro Lovisa che ha ricordato quanto lui stesso e i suoi soci hanno fatto nel corso degli ultimi quattordici anni per far salire il nome di Pordenone dai dilettanti regionali sino a una vetrina importante a livello nazionale come la serie B e ha invitato gli stessi a non tirare troppo la corda con contestazioni e prese di posizione che danneggiano la società perché la corda si potrebbe spezzare lasciando intendere che il suo Pordenone (così almeno hanno inteso la minaccia i tifosi) potrebbe perdere totalmente la sua fisionomia comunale per diventare un simbolo regionale. Volontà per altro già avviata con la decisione di adottare una terza maglia con i colori gialloazzurri dello stemma del Friuli e di quello di Lignano e con la scelta di Tarvisio come sede del ritiro precampionato.

Lovisa ha anche rivelato di essere in contatto con Regione, Comune di Pordenone e con tutte le altre istituzioni che potrebbero essere coinvolte per studiare e trovare la soluzione giusta per la realizzazione di uno stadio nel Pordenonese.

“Io non vedo né sento Lovisa – ha rivelato però De Bortoli – dallo scorso marzo quando ci saimo incontrati non per lo stadio nuovo, ma per l’utilizzo del De Marchi, struttura d’eccellenza a livello nazionale, che abbiamo lasciato a disposizione del Pordenone. Mi auguro che si faccia vivo quanto prima anche se non mi sono piaciute – non manca di sottolineare l’assessore – le sue ultime esternazioni. Lovisa ha dato tanto a Pordenone, ma anche il comune di Pordenone ha dato tanto alla sua società. Io al Teghil? Certo, ci andrò. Almeno sino a quando vedrò i ramarri vestire il neroverde, colore storico, o il biancorosso, colore di Pordenone. Se cambierà colori o denominazione da Pordenone a Friuli – conclude con fermezza De Bortoli – non ci andrò più per rispetto della storia e del comune che servo da 34 anni”.

Fonte: Il Gazzettino di Pordenone




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