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martedì , 25 Marzo 2025

Pordenone Docs Fest: maternità, diritti civili, conflitti temi 18^ edizione

PORDENONE – Ventotto anteprime nazionali, alcune prime mondiali ed europee, 30 Paesi rappresentati, fra lungometraggi (con alcuni dei film più premiati in assoluto) ed esperienze immersive, due cineconcerti e sei concerti, otto incontri industry, tre masterclass, due retrospettive internazionali, decine di ospiti da tutto il globo, musica, laboratori per ragazzi, proiezioni speciali: il tutto in cinque giorni, dal 2 al 6 aprile.

È ricco e internazionale il calendario di Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta in città il meglio del cinema del reale da tutto il mondo, protagonista con tutto il territorio nella vittoriosa candidatura di Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027: arrivato alla diciottesima edizione, gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, del contributo di Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Promo Turismo FVG, Comune di Pordenone – Assessorato alla Cultura, del sostegno di Servizi CGN e Cooperativa Sociale Itaca, nonché di sostegni di molti altri partner privati e pubblici, e innumerevoli collaborazioni.

I film in concorso saranno valutati da una giuria d’eccezione, composta da Roberto Minervini (premiato per la Miglior regia Un certain regard all’ultimo festival di Cannes), Martina Parenti (premiata per la Miglior regia all’ultimo International Documentary Film Festival di Amsterdam) e Sara Fgaier (eccezionale montatrice e ricercatrice d’archivio, fresca d’esordio alla regia con il suo primo film presentato a Locarno).
Minervini e Parenti saranno protagonisti anche di due masterclass esclusive.

«Viviamo tempi complessi. Guerra, riarmo, isolazionismo, il riproporsi di contrapposizioni fra blocchi di Stati, sono preoccupanti scenari improvvisamente prossimi», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. «I documentari garantiscono comprensione di molti fenomeni della contemporaneità, per il largo pubblico sono ottimo strumento non solo d’informazione, ma anche di dibattito sull’attualità, generatori di confronto e portatori di spunti verso un’evoluzione positiva della società. Il cinema del reale è un genere fondamentale per affrontare l’oggi, con i suoi prodotti di eccellente qualità, produttiva e registica. La presenza degli autori al festival consegna chiavi interpretative uniche, grazie alle loro approfondite e partecipi ricerche».

Il festival, anche quest’anno, non può che accendere i riflettori su conflitti e precarie tregue (Israele/Palestina e Ucraina). Al contempo porta avanti con convinzione il lavoro di cultura della pace che conduce da sempre, basato sulle possibilità di conoscenza e di accoglienza della diversità.

Diritti, ecologia, storia, paesaggio sono tra i temi di un programma particolarmente articolato, che spazia dall’esperienza più intima della maternità alle tensioni sociali dell’America profonda, dal razzismo in Germania al grido di libertà di una band punk malese. Gli USA, il globalismo muscolare di Trump, sono analizzati soffermandoci su una società americana sempre più polarizzata, da osservare con attenzione perché il mondo culturale – anche europeo – sta perdendo le basi di confronto civile e condivisione sociale, fondamento delle democrazie moderne.

L’unione tra musica e immagini è ormai un tratto distintivo del festival. Nel centenario della nascita e nel sessantesimo della morte, la figura di Malcolm X è al centro del cineconcerto di apertura, mercoledì 2 aprile alle 21 a Cinemazero: X! Cinesuite for Malcolm, imperdibile nuova produzione che fonde il jazz inarrestabile di Francesco Bearzatti e del suo Tinissima Quartet con rari materiali d’archivio, fotografie e disegni. Il gran finale, domenica 6 aprile alle 21, è un doveroso omaggio in immagini e note ai 130 anni del cinema, l’invenzione dei Lumière, che sin dalle sue origini, nel 1895, è documentaria.

A seguire, il film in anteprima nazionale Her Name Was Moviola è il racconto di un protagonista d’eccezione, il montatore tre volte premio Oscar Walter Murch. Saranno presenti in sala, per le premiazioni dei film in concorso, i tre giurati d’eccezione: Roberto Minervini, miglior regia a Cannes – Un Certain Regard, Martina Parenti, miglior regia al festival IDFA di Amsterdam e Sara Fgaier fresca d’esordio alla regia di lungometraggio, montatrice e ricercatrice d’archivio.

Focus su Israele / Palestina e Ucraina
Mercoledì 2 aprile alle 18 il regista turco siriano Mahmoud Atassi riceverà il Premio Immagini del coraggio 2025 per Eyes of Gaza, in collaborazione con Ordine dei giornalisti Nazionale, Ordine dei Giornalisti FVG e Associazione Il Capitello. Il film getta uno sguardo doloroso sulle condizioni estremamente precarie di tre giornalisti palestinesi, che rischiano la vita pur di continuare a svolgere il loro lavoro, nel nord di Gaza. Domenica 06 aprile in anteprima nazionale The Bibi files, il documentario vietato in Israele che riporta le registrazioni segrete, mai viste, degli interrogatori della polizia al processo per corruzione a Benjamin Netanyahu.

Una cronaca intensa, che fa luce non solo sul personaggio di Netanyahu, ma sulla cerchia più stretta di persone che lo circonda, e mostra come la sua natura senza scrupoli abbia pesantemente plasmato il Medio Oriente oggi. Al conflitto mediorientale è dedicata anche la retrospettiva “Nuovo Cinema Palestina”, realizzata con il Palestine Film Institute, che comprende tra l’altro l’anteprima mondiale di The Cinema of the Men Who Say No: Israel’s Opposition Filmmakers, di Gideon Bachmann venerdì 4 aprile, alle 16.45, straordinario reportage del 1989, mai visto e ritrovato da Cinemazero. Nel film grandi registi israeliani come Avram Hefner, Uri Barbash, Rafi Buka’ee, Zeppel Yeshurun, dicono “basta” alla violenza. Porcelain War, premio della giuria al Sundance, sabato 5 aprile alle 14:30, sposta l’attenzione sull’Ucraina e sulla particolare resistenza degli artisti.

Famiglia e maternità

I film di quest’anno parlano anche di legami, di famiglie, di rapporti genuini e diretti, dolorosi o recuperati che siano. Con Light Memories, in programma il 5 aprile alle 16, Misha Vallejo Prut, artista audiovisivo ecuadoregno che esplora l’intersezione tra fotografia e documentario, ricerca con poesia il mistero della propria storia familiare attraverso album familiari e scatti ritrovati.

La maternità – sbandierata politicamente come valore ma vittima di regressi dei diritti – è uno degli altri temi della diciottesima edizione del Pordenone Docs Fest. La mutante, della cilena Constanza Tejo Roa, giovedì 3 aprile alle 16, è il racconto autobiografico della giovane regista, che scopre di essere incinta proprio mentre la sua carriera decolla. Il film esplora le trasformazioni fisiche, emotive e professionali che una donna in attesa di essere madre vive in una società maschilista.

Venerdì 4 aprile alle 17.45, Zurawski v. Texas (prodotto da Jennifer Lawrence con Hilary e Chelsea Clinton) di Abbie Perrault in collaborazione con Associazione Voce Donna, documentarista e giornalista indipendente, porta sul grande schermo la lotta coraggiosa di un gruppo di donne che fanno causa contro il Texas: alcune hanno dovuto partorire, nonostante la morte certa dei figli, a causa delle leggi sull’aborto dello Stato USA. A Want in Her, di Myrid Carten, è una intensa lettera d’amore per chi lotta contro la dipendenza e la malattia, di una figlia nei confronti della madre. La proiezione è sabato 5 aprile alle 21.

Al tema della maternità è dedicata anche una proiezione speciale per neogenitori: Tempo d’attesa di Claudia Brignone, sabato 5 aprile alle 10, una riflessione sull’essere madri e padri oggi e sul percorso che rende una donna madre, nei suoi risvolti psicologici e culturali. Durante la proiezione sarà attivo un baby-care e laboratorio creativo per bambin3 dai 4 anni in su.
Alle proiezioni interverranno registe e registi.

Diritti e rispetto delle diversità

Dalla Malesia, dove le persone LGBTQI sono punibili per legge, l’energia della band punk “Shh…Diam!” – presente al festival su schermo e con un concerto esclusivo – arriva a Cinemazero venerdì 4 aprile alle 21 con Queer as Punk, presentato in anteprima assoluta alla Berlinale 2025. Con un sound punk e testi di protesta, la band sfida la censura e denuncia la discriminazione, portando il proprio messaggio in Asia e oltre. A seguire, non può mancare l’esibizione dei musicisti, in un eccezionale concerto che inaugura una tournee italiana organizzata dal festival, a spazioZero, di fronte al cinema. Sabato 5 aprile alle 10:30, Immortals di Maja Tschumi porta il pubblico in Iraq, dove Milo, femminista determinata, scopre il tanto desiderato potere di manifestare liberamente per Baghdad solo travestendosi da uomo, con gli abiti di suo fratello.

Intanto Khalili, un giovane e ambizioso regista, si rende conto che la sua telecamera può essere l’arma più potente di tutte. Nel periodo successivo alla rivoluzione del 2019, Milo e Khalili diventano i volti, gli occhi e le voci di una gioventù irachena che lotta instancabilmente per un futuro migliore. Domenica 6 aprile, alle 16.00, My Boyfriend El Fascista narra la storia vera di Matthias, regista di sinistra, e del suo compagno Sadiel, attivista cubano. A causa delle divergenze politiche, la loro relazione muta profondamente. Interviene Matthias Lintner, fotografo, attore, regista. Affronta il tema del razzismo The Moelln Letters, di Martina Priessner, premio del pubblico alla Berlinale, sabato 5 aprile alle 17:45.

Trent’anni dopo gli attacchi razzisti di Mölln, avvenuti nel novembre del 1992, un sopravvissuto scopre centinaia di lettere di solidarietà dimenticate. L’attentato sconvolge la sua vita. A soli sette anni, sopravvive, ma perde la sorella, la cugina e la nonna. Dopo l’attacco, la città riceve centinaia di lettere di solidarietà che rimangono ignorate per quasi tre decenni: quelle attestazioni di affetto ritraggono una Germania diversa, e avrebbero potuto cambiare la vita delle vittime, sole e disperate.
Alle proiezioni interverranno registe e registi.

Spazio alla sperimentazione

I film sono scelti per la loro qualità, senza distinzione fra registi di chiara fama e cineasti giovani, spesso esordienti. Li accomuna la capacità di mostrare l’impensabile o sperimentare, spesso innovando sul versante del linguaggio cinematografico. Venerdì 4 aprile alle 14.30 Un Pays en flammes di Mona Convert, traccia il ritratto di Patrick, Margot e Jean Pujol-Auzier. Ciascuno a suo modo, ha un rapporto unico e intenso con il fuoco e la natura. C’è chi si fonde con i fuochi d’artificio, chi orchestra coreografie di lucciole, mentre il buio accarezza il loro muoversi di esseri notturni. Riti senza tempo, immagini dalla forza sfavillante, dove il buio è casa di spettacolari cascate luminose, di lampi abbacinanti, che tutti i componenti della famiglia inventano e rinnovano, vestiti di armature scintillanti.

Una tradizione familiare che tramanda nel tempo il rito del “fuoco”: persistente, affascinante, indomabile. Un inno alla luce e agli elementi basilari dell’esistenza umana. Interviene Mona Convert, regista e videoartista.
Anche quest’anno una sezione del Pordenone Docs Fest è dedicata alle esperienze immersive di realtà estesa, presentate ogni giorno dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 19 nello stand vetrato XR Space in Piazza XX Settembre. DocsXR è una vetrina sulle nuove tecnologie narrative.

Otto opere presentate in anteprima nazionale, per entrare dentro altre vite e altre realtà, osservando il mondo da prospettive lontane e, allo stesso tempo, così vicine a noi. Un tuffo a 360 gradi nelle storie più potenti della nostra epoca e della nostra società.
E, ancora, la diciottesima edizione del Pordenone Docs Fest si arricchisce con una residenza artistica, che esplora la relazione tra Pier Paolo Pasolini e l’acqua attraverso materiali d’archivio inediti, sviluppata dall’associazione Obliquo. Alessandro Gagliardo e Furtherset, attraverso periodi di residenza – anche durante il festival –, lavoreranno sugli archivi di Cinemazero per produrre un’inedita performance audiovisiva.

Masterclass, eventi Industry, per professionisti e addetti ai lavori

Registi, produttori, studenti, addetti ai lavori si danno ormai regolarmente appuntamento a Pordenone, per gli appuntamenti che il festival dedica al mondo dello sviluppo, produzione e distribuzione del documentario. Quest’anno sono previsti ben otto eventi industry, molti dei quali in lingua inglese data la dimensione europea dell’evento, dedicati all’uso degli archivi, all’etica del documentario, alla distribuzione e valorizzazione del documentario, come i progetti per giovani creativi NIUDOC (sviluppato con CNA Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, CNA Audiovisivo del Veneto e Lago Film Festival) e VERO! Connetting Docs, entrambi realizzati con la collaborazione del Fondo Regionale per l’Audioivisvo FVG.

Da non perdere l’importante panel Da Reel a Real: l’Etica del Documentario, nel quale ci si interroga sul confine tra giornalismo investigativo e documentario: un confronto su etica, autorialità e responsabilità nel raccontare conflitti e realtà complesse nell’era della disinformazione. Interverranno ospiti del calibro di Jonathan Dumont (Giornalista Emmy Award, Head of Television
Communications presso WFP),
Saeed Taji Farouky (Regista, Artista, Film Educator),
Marina Sapia (Giornalista RAI, docente di Giornalismo Internazionale), moderati dalla regista e produttrice Claudia Tosi.

Si aggiungono poi le masterclass di Roberto Minervini, membro della importante giuria di questa edizione, domenica 6 aprile alle 17:15 a Palazzo Badini, in cui, in dialogo con il direttore artistico del Festival dei Popoli Alessandro Stellino, parlerà della sua filmografia; e quella di Martina Parenti, sabato 5 aprile alle 12.00 che si focalizzerà sul suo percorso artistico anche legato alla valorizzazione degli archivi e sulla sua collaborazione con Massimo D’Anolfi, sodalizio che ha ottenuto premi e riconoscimenti a livello mondiale; inoltre, è pprevista la masterclass di Adele Tulli, regista e ricercatrice, venerdì 4 aprile alle 12 a Cinemazero. A lei sono dedicate le proiezioni della sezione Italian Doc, Future!

Ambiente e giovani generazioni

Le scuole della città sono da sempre coinvolte nelle proiezioni mattutine del festival. Quest’anno, fra le altre attività per loro in collaborazione con Agis Triveneto, giovedì 3 aprile alle 10:30 la proiezione di Plastic People: The Hidden Crisis of Microplastics solleva il velo su uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo: la presenza ormai ubiquitaria della plastica, entrata a far parte del nostro organismo. Un tema che coinvolge in particolar modo le giovani generazioni. Interviene Paola Del Negro, biologa e direttrice dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale.

Ai ragazzi dai 15 anni in su, sono dedicati anche diversi laboratori, sullo storytelling immersivo, sul video partecipativo e sulle pellicole in Super 8, per un progetto ambizioso che vede i giovani e giovanissimi protagonisti della realizzazione di opere sul reale dedicate alla memoria del territorio, che contemplino la bellezza, che si spingano in territori visivamente sperimentali.

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