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Pordenone
lunedì , 23 Dicembre 2024

Pordenonese, imperversa il caldo africano. Allarme siccità

PORDENONE – Weekend dalle altissime temperature quello che attende il Pordenonese e l’intero Fvg.

L’afa africana, infatti, continua a imperversare sulla nostra regione.

Il picco dell’ondata di alte temperature e di umidità è previsto per oggi, sabato 24 giugno. A Pordenone si toccheranno i 33 gradi, ma quelli percepiti saranno 5-6 in più.

Il termometro salirà verso l’alto anche domenica 25, nonostante un veloce fronte di maltempo porterà, stando alle previsioni dell’Osmer Fvg, a possibili temporali, anche di forti entità.

Intanto, Coldiretti e Confagricoltura esprimono la preoccupazione di tutto il comparto agricolo per l’allarme siccità per “un inverno e una primavera 2017 che si classificano rispettivamente al terzo e al secondo posto tra le meno piovose dal 1800, anno in cui sono iniziate le rilevazioni del Cnr e gli effetti si stanno facendo sentire sulle coltivazioni con pesanti danni annunciati”.

“Una situazione – prosegue Coldiretti – che crea effetti negativi su tutte le colture: uliveti e vigneti, piante, apiari (produzione di miele assolutamente scarsa), seminativi”.

Per Confagricoltura “in Italia mancano all’appello 20 miliardi di metri cubi d’acqua, mentre i cambiamenti climatici del settore negli ultimi 30 anni sono costati 400 miliardi di euro agli agricoltori, un miliardo solo nel 2017, e per questo sarebbero necessari interventi per le imprese – spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. – Il settore agricolo è una delle attività produttive più vulnerabili ai cambiamenti climatici, con le relative problematiche di quantità e qualità delle produzioni ed effetti sui redditi agricoli”.

Proprio per fronteggiare tale situazione di estrema difficoltà per l’agricoltura, la Regione Friuli Venezia Giulia interviene per garantire l’approvvigionamento idrico necessario all’irrigazione delle coltivazioni e riduce la portata del Tagliamento. Lo comunica la Giunta con una nota.

Sulla base dei dati forniti dalle direzioni regionali Ambiente, Agricoltura e Pesca, che segnalano una forte riduzione del flusso del Tagliamento, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha emanato un decreto che attesta lo stato di sofferenza idrica e autorizza alla riduzione del Deflusso minimo vitale (Dmv) del fiume per quindici giorni in base a quanto previsto dalle norme di attuazione del progetto di Piano regionale di tutela delle acque.

Come ha evidenziato la direzione centrale Ambiente, le scarse precipitazioni degli ultimi otto mesi hanno causato un deficit idrico generalizzato che si riflette sulle acque superficiali e sotterranee del Friuli Venezia Giulia.

A maggio e giugno la pioggia è stata decisamente scarsa, con valori ben al di sotto della media del periodo. Nel bacino montano del Tagliamento le precipitazioni sono state il 54 percento del valore medio mensile, mentre in pianura sono oscillate tra il 65 percento e il 72 percento. Anche il mese di giugno, seppur non ancora concluso, si preannuncia decisamente arido, in particolare nella fascia montana, dove ha piovuto tra il 25 e il 36 percento dell’usuale.

Una situazione che sul Tagliamento ha portato particolari difficoltà in corrispondenza della sezione di Ospedaletto, dove è ubicata la derivazione del Consorzio di bonifica Pianura friulana.

La portata naturale del fiume (il 19 giugno pari a 25,65 metri cubi al secondo) non è sufficiente, infatti, a garantire contemporaneamente il Dmv e l’approvvigionamento del Consorzio (sarebbero necessari 32,02 metri cubi al secondo, ndr), il quale fornisce l’acqua alla media Pianura friulana, assicurando l’irrigazione di circa 26.000 ettari di coltivazioni.

Al momento il Consorzio preleva 18,25 metri cubi d’acqua al secondo, ovvero il 76% di quanto previsto dal disciplinare di concessione per il periodo dal 1 giugno al 1 settembre, ma la scarsità di precipitazioni e l’esiguo contributo dello scioglimento delle nevi causeranno un ulteriore diminuzione della portata del Tagliamento, stimata intorno a 0,5-0,8 metri cubi al secondo per giorno.

La Regione ha quindi deciso di dimezzare la portata del Deflusso minimo vitale del Tagliamento dall’impianto di Ospedaletto, pari a 8 metri cubi al secondo, portandola per quindici giorni a 4, così da assicurare l’irrigazione dei campi. La mancanza d’acqua avrebbe infatti pesanti ricadute per le coltivazioni, con conseguenze economiche sull’intero comparto agricolo del Friuli Venezia Giulia. Il provvedimento potrà essere modificato o sospeso nel caso di precipitazioni che rendessero accettabile la portata del fiume.
Coldiretti e Confagricoltura esprimono la preoccupazione di tutto il comparto agricolo per l’allarme siccità per “un inverno e una primavera 2017 che si classificano rispettivamente al terzo e al secondo posto tra le meno piovose dal 1800, anno in cui sono iniziate le rilevazioni del Cnr e gli effetti si stanno facendo sentire sulle coltivazioni con pesanti danni annunciati”.

“Una situazione – prosegue Coldiretti – che crea effetti negativi su tutte le colture: uliveti e vigneti, piante, apiari (produzione di miele assolutamente scarsa), seminativi”.

Per Confagricoltura “in Italia mancano all’appello 20 miliardi di metri cubi d’acqua, mentre i cambiamenti climatici del settore negli ultimi 30 anni sono costati 400 miliardi di euro agli agricoltori, un miliardo solo nel 2017, e per questo sarebbero necessari interventi per le imprese – spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. – Il settore agricolo è una delle attività produttive più vulnerabili ai cambiamenti climatici, con le relative problematiche di quantità e qualità delle produzioni ed effetti sui redditi agricoli”.

Proprio per fronteggiare tale situazione di estrema difficoltà per l’agricoltura, la Regione Friuli Venezia Giulia interviene per garantire l’approvvigionamento idrico necessario all’irrigazione delle coltivazioni e riduce la portata del Tagliamento. Lo comunica la Giunta con una nota.

Sulla base dei dati forniti dalle direzioni regionali Ambiente, Agricoltura e Pesca, che segnalano una forte riduzione del flusso del Tagliamento, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha emanato un decreto che attesta lo stato di sofferenza idrica e autorizza alla riduzione del Deflusso minimo vitale (Dmv) del fiume per quindici giorni in base a quanto previsto dalle norme di attuazione del progetto di Piano regionale di tutela delle acque.

Come ha evidenziato la direzione centrale Ambiente, le scarse precipitazioni degli ultimi otto mesi hanno causato un deficit idrico generalizzato che si riflette sulle acque superficiali e sotterranee del Friuli Venezia Giulia.

A maggio e giugno la pioggia è stata decisamente scarsa, con valori ben al di sotto della media del periodo. Nel bacino montano del Tagliamento le precipitazioni sono state il 54 percento del valore medio mensile, mentre in pianura sono oscillate tra il 65 percento e il 72 percento. Anche il mese di giugno, seppur non ancora concluso, si preannuncia decisamente arido, in particolare nella fascia montana, dove ha piovuto tra il 25 e il 36 percento dell’usuale.

Una situazione che sul Tagliamento ha portato particolari difficoltà in corrispondenza della sezione di Ospedaletto, dove è ubicata la derivazione del Consorzio di bonifica Pianura friulana.

La portata naturale del fiume (il 19 giugno pari a 25,65 metri cubi al secondo) non è sufficiente, infatti, a garantire contemporaneamente il Dmv e l’approvvigionamento del Consorzio (sarebbero necessari 32,02 metri cubi al secondo, ndr), il quale fornisce l’acqua alla media Pianura friulana, assicurando l’irrigazione di circa 26.000 ettari di coltivazioni.

Al momento il Consorzio preleva 18,25 metri cubi d’acqua al secondo, ovvero il 76% di quanto previsto dal disciplinare di concessione per il periodo dal 1 giugno al 1 settembre, ma la scarsità di precipitazioni e l’esiguo contributo dello scioglimento delle nevi causeranno un ulteriore diminuzione della portata del Tagliamento, stimata intorno a 0,5-0,8 metri cubi al secondo per giorno.

La Regione ha quindi deciso di dimezzare la portata del Deflusso minimo vitale del Tagliamento dall’impianto di Ospedaletto, pari a 8 metri cubi al secondo, portandola per quindici giorni a 4, così da assicurare l’irrigazione dei campi. La mancanza d’acqua avrebbe infatti pesanti ricadute per le coltivazioni, con conseguenze economiche sull’intero comparto agricolo del Friuli Venezia Giulia. Il provvedimento potrà essere modificato o sospeso nel caso di precipitazioni che rendessero accettabile la portata del fiume.

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