Premi San Marco il 25 aprile a Battiston, Fanzago e Sartor

PORDENONE – Saranno consegnati all’imprenditore Renato Battiston (alla memoria), al ristoratore Ermenegildo Fanzago e all’imprenditore Eugenio Sartor, i Premi San Marco 2022, tradizionali riconoscimenti promossi dalla Propordenone, con una cerimonia in programma il 25 aprile, festa del Patrono della città, alle 12.15, nella sala consiliare del municipio.

Queste, alcune note sui tre premiati.

Renato Battiston da quando, nel 1993, è stato eletto presidente dell’associazione Amici del cuore, si è sempre speso nel campo della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Fra le tante iniziative da lui promosse ricordiamo il calendario per le scuole, oltre 1850 copie, con messaggi indirizzati agli studenti sui corretti stili di vita; la giornata mondiale del cuore dove la Cardiologia è scesa in piazza per monitorare gratuitamente quanti lo desiderano, le serate informative nei comuni della provincia o gli incontri presso le scuole. Numerose sono state inoltre le raccolte di fondi per donare al reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale Civile strumenti tecnologicamente avanzati da utilizzare a favore dei pazienti cardiopatici.

Ermenegildo Fanzago, nasce a Pravisdomini nel 1937, e giovanissimo, negli anni difficili del dopoguerra si trasferisce a Milano da dove inizia la sua prestigiosa carriera lavorando in prestigiosi ristoranti, prima il Savini di Milano, poi al Casinò di San Remo, al Rosso e Nero di Napoli, al Caval’di Brons di Torino e molti altri. Nel 1961 carico di esperienza arriva a Porcia, dove con la moglie Anna Sonato, nei locali dell’antico vescovado, apre il Ristorante da Gildo che condurrà ininterrottamente sino al 2002. Da una piccola cucina nasce quella che diventerà una grande tradizione gastronomica legata alla cucina tipica regionale e locale. La fama di Gildo supera ben presto i confini della regione e il suo ristorante, divenuto un locale ricercato, ha visto passare buona parte della storia pordenonese.

Eugenio Sartori nasce a Preganziol nel 1953 e nella sua vita professionale ha concretamente contribuito a dare lustro al territorio pordenonese nel campo dell’economia. In oltre quarant’anni di attività è stato artefice di intuizioni, condivise con rappresentanti prestigiosi della comunità scientifica, grazie alle quali il settore agricolo è diventato trainante nello sviluppo sociale ed economico del territorio pordenonese. In particolare, la sua opera svolta presso la cooperativa agricola “Vivai di Rauscedo” ha consentito a quella comunità di affermarsi a livello internazionale ed essere riconosciuti come polo di eccellenza del vivaismo viticolo mondiale.




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