Presentato progetto “Orphan of Femicide Invisible Victim” per il Nord-Est; opererà in 5 regioni

PORDENONE – Si stima che in Italia siano 2000 gli orfani e le orfane di femminicidio, bambini e bambine, ragazzi e ragazze che sono rimasti senza madre per lo più per mano del padre.

Il progetto interregionale “Orphan of Femicide Invisible Victim” (Orfani di Femminicidio Vittime Invisibili) per il Nord-Est è rivolto a loro, “orfani speciali”, secondo la definizione di Anna Costanza Baldry, orfani due volte. Sono bambini e adolescenti che hanno perso la mamma e il papà, dopo avere vissuto situazioni in cui spesso l’omicidio della madre non è che l’epilogo di violenze domestiche ripetute, a cui talvolta essi stessi hanno assistito.

“Orphan of Femicide Invisible Victim” è uno dei quattro progetti selezionati dalla Fondazione “Con i Bambini” di Roma nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, attraverso il bando “A braccia aperte”.

Un partenariato con capofila la Cooperativa Iside di Venezia che opererà in cinque regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino Aldo Adige, Veneto), coinvolgendo anche la Campania. Nove Centri Antiviolenza, due università, tre centri specialistici, di ricerca e di formazione professionale, due enti del terzo settore e due enti pubblici porteranno nel territorio del Nord- Est un nuovo approccio al fenomeno degli/delle orfani/e di femminicidio.

È un progetto della durata di 48 mesi ed è stato lanciato oggi in contemporanea in tutte le regioni coinvolte.

A Pordenone a presentarlo è stata l’Associazione Voce Donna, partner del progetto per il Friuli Venezia Giulia, regione nella quale sarà operativa. Dal 1997 l’Associazione opera sul territorio dell’ex provincia di Pordenone, dal 2018 anche sui territori della Carnia e dell’alto collinare medio Friuli con la finalità di sostenere le donne che subiscono maltrattamenti.

Lo fa attraverso due Centri Antiviolenza e sei sportelli di ascolto, progetti personalizzati, nonché azioni volte alla prevenzione e sensibilizzazione nei confronti del fenomeno della violenza di genere, sia con la popolazione, sia all’interno delle scuole.

«Orphan of Femicide Invisible Victim è un progetto innovativo ed estremamente importante. Tratta un tema che ha già visto la nostra Associazione protagonista nell’organizzazione nel 2018 di un convegno sugli Orfani speciali con ospite Anna Costanza Baldry, allora docente all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, alla quale si deve la prima ricerca sul fenomeno.

Siamo orgogliose di far parte di questo progetto », il commento di Silvia Brunetta, presidente Voce Donna.

I dati raccolti dall’Eures, che riguardano le regioni interessate dal progetto, mettono in evidenza 159 minori rimasti/e orfani/e a seguito di 97 casi di femminicidi compiuti dal 2009 fino al 2021: Lombardia (74 orfani/e), Emilia Romagna (35 orfani/e), Veneto (33 orfani/e), Trentino Alto Adige (9 orfani/e), e Friuli Venezia Giulia (8 orfani/e).

Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, sono stati individuati/e 8 orfani/e, di cui 6 sono femmine e 2 maschi. Rispetto alla loro età attuale, emerge che 7 sono minori (1 < 6 anni; 4 nella fascia 6-12 anni; 2 nella fascia 13-17 anni) e 1 maggiorenne.

Sono tutti/e figli/e sia della vittima sia dell’autore del femminicidio. L’età media delle donne uccise è inferiore ai 31 anni (30,8). In seguito al femminicidio, 5 minori sono stati affidati/e alla famiglia della vittima.

Il progetto mira a mettere in campo un nuovo approccio per la presa in carico degli orfani e delle orfane di femminicidio e delle loro famiglie, laddove oggi esiste ancora un “vuoto”operativo.

Gli interventi progettuali forniscono un sostegno mirato alle/agli orfane/i e alle loro famiglie in tutte le fasi, già a partire dai momenti immediatamente successivi all’evento traumatico, un supporto specializzato per la riparazione del trauma a medio e lungo termine, percorsi di accompagnamento per il reinserimento sociale e la piena autonomia professionale/lavorativa.

Tra le azioni progettuali, sono previsti percorsi di sostegno in ambito psico-sociale, psicologico, legale, educativo, psicoterapico, formativo-professionale rivolte agli/alle orfani/e di età compresa tra 0 e 21 anni mentre alle famiglie affidatarie/caregiver vengono offerte misure di accompagnamento e sostegno nella relazione con l’orfano/a e nella gestione delle esigenze materiali.

Tra i soggetti che hanno dato il loro supporto a Voce Donna per il progetto “Orphan of Femicide Invisible Victim”c’è il Comune di Pordenone, che oggi ha ospitato l’incontro di presentazione in sala consiliare, introdotto e moderato dalla giornalista Paola Dalle Molle, vicepresidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti.

“Davanti a un femminicidio – dichiara l’assessora alle Politiche sociali e alle Pari Opportunità del Comune, Guglielmina Cucci – non dobbiamo pensare solo agli aspetti giudiziari, ma anche a chi rimane, ai minori il cui benessere psico-fisico viene seriamente danneggiato. Il Comune di Pordenone supporta e sostiene con convinzione questo progetto che vuole sottolineare l’importanza di un’azione di tutela degli orfani di femminicidio. Ci auguriamo che possa anche contribuire a rimuovere quegli ostacoli economici, sociali e culturali che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori; che renda più efficace la rete istituzionale di supporto sociale a disposizione di queste vittime innocenti”

“Questa iniziativa – sottolinea Simona Rotondi, Vice- coordinatrice delle attività istituzionali, “Con i Bambini” – rappresenta in assoluto la prima inedita sperimentazione nel nostro Paese dedicata specificatamente agli orfani di donne vittime di femminicidio é stata fortemente voluta dal nostro Comitato di Indirizzo Strategico. Per “Con i Bambini” c’è una grande aspettativa rispetto a questo progetto, perché tra 4 anni uno dei risultati attesi sarà quello di creare delle linee guida a livello nazionale”

“Il progetto – dichiara Giorgia Fontanella Presidente cooperativa sociale Iside – parte dell’esperienza dei Centri Antiviolenza e dall’assunto che la violenza di genere e il femminicidio come suo esito più nefasto vadano contrastati investendo sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione e garantendo una rete che sostenga e accompagni la donna nel suo percorso di autonomia e fuoriuscita dalla violenza, una rete che sia presente e attiva anche a sostegno di chi resta”.

«In rappresentanza di Voce Donna – osserva Maria Elena Tagliapietra, psicologa, Voce Donna – ci tengo a sottolineare il motivo per cui abbiamo deciso di aderire a un progetto così ambizioso e importante. Una delle criticità che incontrano gli orfani è la stessa delle donne vittime di violenza che ascoltiamo da ormai 25 anni, ovvero il vissuto di solitudine. Esistono delle leggi chiare, ma che spesso non vengono applicate, facendo ricadere sulle vittime un vissuto di ingiustizia. Con questo progetto auspichiamo di riuscire a fornire nuove opportunità per migliorare la loro condizione esistenziale»

“L’Università Vanvitelli – precisa Silvia Galdi, Università degli Studi della Campania ”Luigi Vanvitelli – lavora sul fenomeno degli orfani di femminicidio da molti anni ed ha contribuito, attraverso il progetto Switch off a portare nel nostro paese una legge, la numero 4 del 2018, che riconoscesse il loro status e i loro diritti, ad esempio a cambiare il cognome o ad usufruire della pensione di reversibilità della madre uccisa dal padre. Il nostro contributo in questo progetto sarà quello di garantire una presa in carico degli orfani basata su quelli che sono i bisogni e le oggettive necessità di ciascuno. A questo fine ci occuperemo di costruire uno strumento volto a rilevare i fattori di rischio e gli eventuali fattori di protezione per individuare i bisogni di ciascun orfano”.




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