Rincari utenze e materie prime, l’sos dei Comuni

PORDENONE – Questo 2022 non si è di certo aperto con i migliori auspici per un futuro roseo di pace e benessere. È un dato di fatto che, dopo due anni di emergenza pandemica, con strascichi pesanti a tutti i livelli ed un conto sociale, economico e psicologico che diviene ancora più pesante proprio quando la società dovrebbe rimettersi in moto, la ripresa sia stata minacciata drasticamente dai riflessi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Nell’equilibrio geopolitico delle mediazioni, dei bracci di ferro, delle rivendicazioni, il colpo di coda immediato è arrivato direttamente a Comuni e famiglie con gli aumenti dell’energia e delle materie prime, costi che gravano sulle bollette degli Italiani triplicando o, in alcuni casi, quintuplicando il prezzo di consumi immutati pre-crisi. Una ripresa inattuabile, quindi, per quanti la cinghia la stanno tirando ormai da anni, vittime di crisi lavorative, pandemia, emergenze ambientali e, ora, conflitti internazionali con pesanti ripercussioni sanzionatorie e limitazioni economiche gravi.

Cittadini delusi, preoccupati, scoraggiati, adirati. Il muro di voci che si è alzato in direzione dei Municipi è unanime e forte, condivisibile, comprensibile. Ed è proprio il Comune l’Istituzione pubblica più direttamente responsabile e incaricata come ente locale ad intervenire per il principio di sussidiarietà.

L’Sos dei Comuni per i rincari delle utenze e delle materie prime è partito anche dal Friuli Venezia Giulia, dove i sindaci dei Comuni capoluogo si sono riuniti e confrontati per condividere la necessità di valutare tutte le possibili misure per aiutare e sostenere la popolazione.

Ciò che ne è scaturito è una richiesta ufficiale e formale con cui gli amministratori pubblici chiedono interventi robusti a favore dei Comuni per mitigare il caro bollette e l’aumento dei costi delle materie prime e ribadiscono a gran voce la necessità di un’autonomia energetica regionale.

La lettera a firme congiunte è stata indirizzata a Governo e Regione affinché intervengano con stanziamenti straordinari onde evitare il ridimensionamento se non addirittura il taglio di importanti servizi.
Serve un intervento urgente del Governo per un’emergenza vera che rischia di compromettere la ripresa economica e il volano rappresentato dal Pnrr, una valanga sta toccando tutti e rischia di mettere in ginocchio le famiglie, le imprese, i servizi, gli impianti sociali.

Tutti i Comuni, dal più piccolo al più grande, ogni giorno devono illuminare e riscaldare uffici, scuole, strutture sportive, ricreative e assistenziali: in tali condizioni critiche rischiano di non riuscire più ad erogare i servizi fondamentali o di doverli “barattare”, paradossalmente, con un aumento dell’imposizione fiscale.

Si delinea come necessario, pertanto, poter contare su interventi più robusti a favore degli Enti Locali, così da mitigare il caro bollette e l’aumento dei costi delle materie prime che si riversano sui quadri economici degli investimenti da attuare.

La richiesta avanzata dai 4 sindaci del Friuli Venezia Giulia al Governatore regionale Fedriga, al Presidente Draghi e al Ministro Franco è di prendere in reale considerazione la possibilità di dare vita ad una moratoria per tutto il 2022 che consenta ai cittadini e alla aziende in difficoltà un piano di rateizzare delle fatture delle utenze sino al 2024, senza oneri aggiuntivi e, soprattutto, senza il timore di vedersi interrompere le forniture.
Una soluzione di buon senso, una concreta dimostrazione di sensibilità e solidarietà verso la comunità, con la quale non si chiedono sconti di sorta, ma semplicemente di poter attuare una soluzione simile a quella adottata da alcune società già nel 2020, in piena emergenza sanitaria.

«L’allarme dei Municipi per il rincaro dei costi dell’energia si alza da ogni comune della nostra Regione -interviene il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani-. I costi che dobbiamo affrontare rischiano di mettere in ginocchio i bilanci comunali e di aumentare le tariffe dei servizi.

I Comuni sono il primo presidio sociale dei cittadini e non vanno indeboliti: la Regione si schieri subito accanto ai Comuni e aiuti le Amministrazioni locali a garantire i servizi senza costringere i sindaci ad aumentare le tasse».

Nel medio e lungo periodo non basterà appellarsi al Governo per aumentare i sostegni e ridurre i consumi, ma occorre una strategia per tagliare le bollette.
«Questo scenario -continua Ciriani-, oltre ad allarmare per gli enormi costi diretti che non sappiamo come coprire, ci preoccupa anche per i costi indiretti in termini sociali che rischiano di diventare rapidamente gravi e di dover essere, in ultima analisi, sempre affrontati in prima istanza dai nostri servizi sociali.

Inoltre, il peso del Covid è ancora ben presente sui nostri bilanci, mentre non lo sono più forme di aiuto diretto in entrata da parte dello Stato. Siamo tutti impegnati nello sforzo progettuale ed amministrativo per far sì che il Pnrr porti il miglior beneficio possibile per il futuro dei nostri territori.

Ecco perché è quantomai necessario che le Istituzioni competenti provvedano da subito ad avviare una nuova politica energetica che acceleri il processo di autonomia del nostro Paese, attivandosi al fine di incentivare capillarmente l’utilizzo di fonti di energia alternativa, così da rendere imprese, abitazioni private e immobili pubblici sempre più indipendenti in termini di elettricità e riscaldamento».

Essenziale rimane sempre la necessità di raggiungere un consapevole e duraturo livello di indipendenza, che consenta alla Regione e ai suoi cittadini di operare con efficacia ed efficienza svincolati dalle condizioni poste da parte di un unico interlocutore straniero. Risultato possibile solo attuando tutte quelle politiche di efficientamento energetico, di transizione ecologica, di rigenerazione urbana e produttiva, che negli ultimi anni tanti sforzi e impegno stanno richiedendo al Comune di Pordenone per la pianificazione delle opere e degli investimenti.




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