PORDENONE – Il prof. Lucio Caracciolo è un giornalista e analista di geopolitica, considerato uno dei più importanti esperti italiani di relazioni internazionali. Nel 1993 ha fondato la rivista “Limes”, una delle principali riviste italiane di geopolitica, che dirige tuttora ed è un autorevole punto di riferimento per le analisi degli scenari internazionali. Caracciolo ha svolto un’interessante relazione a un incontro dei cinque Rotary Club della provincia di Pordenone, organizzato dal club cittadino di Pordenone al quale è seguito un confronto interessate con i soci rotariani.
È stato Paolo Santin, Presidente del Rotary Pordenone ad aprire l’incontro, ricordando che dopo 80 anni di pace il continente europeo si trova in un momento delicato con la guerra in Ucraina, politiche di riarmo degli stati nazionali e venti tutt’altro che di pace. Il nocciolo della riflessione di Lucio Caracciolo è stato incentrato sulla fine dell’era che vedeva negli USA la forza egemone nel mondo e costituiva un ombrello politico e militare protettivo per i Paesi occidentali in particolare di quelli europei.
“L’America – ha sostenuto Caracciolo – non ha più le risorse e la volontà di gestire il suo sistema di dominio nel mondo”. Ha poi riflettuto sul pensiero di Trump, il Presidente degli Stati Uniti, che vede in tre gli attori fondamentali protagonisti dell’egemonia regionale e globale: gli USA stessi, la Cina e la Russia.
Saranno queste tre nazioni a ridisegnare la mappa geopolitica del nostro pianeta con le relative sfere d’influenza. Ed è in questo scenario che Caracciolo ha collocato l’Unione Europea con i suoi limiti e il ruolo marginale svolto nella geopolitica mondiale; un’Europa che non ha una sua soggettività politica, che manca di energia e non agisce come un soggetto politico unitario. Questo cambio di paradigma della geopolitica mondiale investe anche l’Italia – ha sostenuto Caracciolo – poiché il nostro Paese pur dentro l’Alleanza Atlantica si trova in un sistema di difesa comune, la Nato, che non funziona più.
Gli USA non svolgono più alcuna regia e guardano con rinnovato interesse alla Russia e ciò influenza anche l’approccio di Trump al conflitto in Ucraina. Lo spazio europeo è diviso e prevalgono le singole politiche nazionali sia nel campo delle relazioni internazionali, sia un quello della difesa e del riarmo. Insomma, non c’è una posizione comune dei Paesi europei. In questa situazione di debolezza europea sta acquistando importanza il ruolo della Turchia che ha già occupato posizioni importanti nel sud del bacino del mediterraneo ed ha riscoperto una vocazione imperiale. La Turchia – ha precisato Caracciolo – ha uno stato e un esercito ben organizzato. Caracciolo ha poi svolto delle considerazioni finali rilevando che siamo in una fase di transizione, da un mondo che aveva un centro negli USA, a un mondo dove questo centro non c’è più. Sulla guerra in Ucraina ha infine detto che mancano concrete proposte di pace da parte dell’Europa e della stessa Italia e oggi quel Paese costituisce un vero e proprio “buco nero”.
