Scuole superiori, Ciriani: pronti a diventarne proprietari
PORDENONE – «Il Comune è pronto ad assumersi la proprietà delle scuole superiori che gestiva la Provincia, ma la Regione deve garantire il personale adeguato, che ha dimezzato, e i fondi per le manutenzioni straordinarie che prima assicurava la Provincia e di cui non c’è più traccia. C’è da chiedersi cosa ne pensano sindacati, insegnanti e dirigenti scolastici di questo depauperamento effettuato dalla Giunta Serracchiani».
A parlare è il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani in merito al nuovo assetto per amministrare le scuole superiori – fino adesso in capo alla Provincia – che la Regione sta tentando di definire nell’ambito della riforma delle Uti. In pratica, la gestione delle scuole, e quindi le manutenzioni, dovrebbe passare all’Uti del Noncello, mentre la proprietà degli immobili ai comuni dove risiedono gli istituti.
Il condizionale è d’obbligo, visto che lunedì scorso i sindaci del Friuli Venezia Giulia – convocati in fretta e furia a Udine dall’assessore regionale alle autonomie locali, Paolo Panontin, per ratificare i passaggi di funzioni e proprietà – hanno in gran parte disertato l’appuntamento. Assente anche il Comune di Pordenone (era in corso il consiglio comunale) che però, appunto, non è contrario a firmare il passaggio degli immobili scolastici, ma chiede alla Regione di «trovare una soluzione al fine di garantire le risorse economiche e umane adeguate che il pasticcio delle Uti ha dissipato». Richiesta che, peraltro, il sindaco metterà nero su bianco in una lettera che arriverà sulla scrivania dell’assessore Panontin.
«Il Comune è pronto ad assumersi le proprie responsabilità – va avanti Ciriani – noi vogliamo garantire alle . nostre scuole standard di qualità adeguati, ma in queste condizioni non è possibile perchè vengono scaricate funzioni senza dare le risorse per poterle svolgere».
Il sindaco, documenti alla mano, entra nel dettaglio: «Il settore che gestiva l’edilizia scolastica in Provincia era costituito da 26 persone, con il passaggio alle Uti sono diventate 13, le altre sono state assorbite dalla Regione in settori diversi, con un impoverimento quantitativo tale da compromettere l’operatività dell’ufficio scolastico e quindi i servizi per la scuola. Basti pensare che sono state tolte figure essenziali riguardanti la progettazione».
Non solo. «Nel piano di trasferimento delle funzioni scolastiche alle Uti sono assenti i fondi per le manutenzioni straordinarie che fino ad ora erano assicurati dalla Provincia. La Regione ponga rimedio, altrimenti la centralità della scuola rimane solo un bel discorso».