Traffico di cocaina tra Friuli e Veneto. Trema la “Pordenone bene”

PORDENONE – Sei misure cautelari e 32 denunce. Sono gli esiti della maxi inchiesta dei Carabinieri del nucleo investigativo di Pordenone, che hanno indagato 38 persone coinvolte in un traffico di droga tra Friuli Venezia Giulia e Veneto che contava un giro d’affari da un chilo di cocaina al mese, per un valore di 100mila euro.

Sono state una ventina le perquisizioni domiciliari che hanno visto impegnati 70 militari all’alba di lunedì, tra Pordenone, Portogruaro, Latisana e Udine. Delle sei misure cautelari, due sono in carcere, una ai domiciliari e tre obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate un anno fa, quando gli investigatori hanno identificato una serie di persone di nazionalità albanese, sospettate di gestire un mercato di cocaina nel Friuli occidentale.

Alcuni di loro, spacciatori già noti in precedenti inchieste, si erano organizzati in modo da attirare l’attenzione delle forze dell’ordine il meno possibile, adottando diverse contromisure.

Gli uomini dell’Arma, pedinandoli e tenendoli sotto controllo, hanno monitorato tutti i loro movimenti e gli scambi di cocaina, arrivando a identificare 32 persone (per la maggior parte di origini albanesi, con alcuni complici italiani e un magrebino).

I vertici del gruppo si procuravano la cocaina, destinata a clienti della “Pordenone bene”, (avvocati, imprenditori e liberi professionisti) attraverso alcuni connazionali residenti nel Trevigiano e legati ad altre organizzazioni del Bresciano.

La droga arrivava dal Nord Europa tramite una serie di corrieri.




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