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domenica , 22 Dicembre 2024

Voucher, dalle associazioni di categoria un secco “no” all’abolizione

PORDENONE – In una regione costantemente in vetta alla classifica nazionale per utilizzo dei voucher, il venir meno di uno strumento così utile e flessibile per alcuni cluster di lavoratori creerà parecchi danni. Lo hanno detto questa mattina, 20 marzo, in una conferenza stampa convocata in Unindustria Pordenone, le associazioni di categoria.

Secondo il presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti “che il Governo abbia deciso di abrogare una legge in ragione della necessità di impedire il pronunciamento di un referendum indetto dalla Cgil ci è sembrato un errore enorme; non ci è parso tale, invece, il fatto che siano state legittimamente raccolte le firme per proporlo. Siamo al paradosso in cui il referendum ha successo preventivo”.

“Un fatto grave – ha aggiunto Agrusti – per due ragioni principali: nessuna concertazione del Governo né con le Associazioni di categoria né con le altre forze sociali”.

Lo strumento, che pur riguarda lo 0,3% complessivo delle ore lavoro, è molto utile perché «ha consentito legittimamente di poter assumere persone per occupazioni diverse – agricoltura, turismo, per esempio. Sì, forse ci sono stati degli eccessi, ma invece di punirli è stata eliminata la legge. Avremmo preferito un referendum».

Quanto al Friuli Venezia Giulia, Agrusti ha detto che Unindustria ha «apprezzato molto la presa di posizione del vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, davvero simile a quella che stiamo esprimendo qui oggi». A scanso di qualsiasi equivoco o strumentalizzazione il presidente ha concluso dicendo che Unindustria non persegue l’obiettivo della precarizzazione del lavoro. Tutt’altro. «A questo proposito – ha concluso Agrusti – ci siamo impegnati in un progetto per l’assunzione di centinaia di giovani di questo territorio, assieme a Unindustria Treviso. Che – ha concluso – agisce a leggi vigenti».

Per Alberto Marchiori, Presidente di Ascom – Confcommercio Pordenone, «l’abrogazione non dà vantaggi a nessuno, neanche agli iscritti della Cgil, anche perché nel segmento economico che rappresentiamo raramente ci sono lavoratori sindacalizzati. S’è agito come un primo cittadino che toglie il semaforo se due persone passano col rosso. Le modalità per evitare il pericolo sono altre. Eravamo stati rassicurati dal Presidente della Commissione della Camera e dall’onorevole Giorgio Zanin. All’interno del Pd ci sono evidentemente posizioni diverse».

Secondo Marchiori dire che è stato fatto un passo indietro è eufemistico perché ne abbiamo fatti almeno dieci. «Ci lamentiamo del nero e noi che facciamo? Abroghiamo la soluzione. Mi meraviglia – ha sostenuto Marchiori – che anche in Regione si sia assunta una posizione sbagliata, mi auguro che vengano bloccati i fondi destinati a progetti similari».

Silvano Pascolo, Presidente di Confartigianato Pordenone, si è detto preoccupato “perché al primo medico che sbaglia l’intervento ci chiudono gli ospedali. L’abolizione è un errore enorme commesso da un Governo in scacco di un sindacato. E credo siano tutti distanti dal mondo reale. I giovani sono preoccupati perché chi non ha già comprato i voucher, adesso, non può più mantenere chi lavorava nella sua azienda. Si ricaccia nel nero tanta parte di lavoro che era emerso con fatica”.

“Bisognava andare a referendum – ha concluso Pascolo – perché la gente è disorientata ma non stupida e penso che il voto sarebbe stato chiarificatore. Noi ci schieriamo in maniera chiara e decisa contro l’abrogazione di questo strumento”.

Antonio Bertolla, direttore di Coldiretti Pordenone, ha parlato di «preoccupazione e amarezza. L’azione della Cgil – quella di annunciare il referendum – era sì legittima nei fatti ma non nella forma visto qual è stata la conclusione. Eravamo pronti a far capire ai cittadini la validità dei voucher. Condanniamo questa debolezza, davvero grave. In agricoltura l’utilizzo di questo strumento poteva innescare una riforma più ampia. Togliere i voucher senza aver intavolato una strada alternativa diventa un problema enorme. Chi aveva pianificato i propri progetti deve fare retrofront».

Luigi Piccoli, Presidente provinciale di Confcooperative, si è detto ugualmente «preoccupato perché si elimina uno strumento prezioso che nel nostro settore è servito per regolare alcuni servizi saltuari. Fondamentale era puntare alla dignità del lavoro, non siamo d’accordo rispetto chi dice che la difesa del voucher non corrisponde a quella della dignità del lavoro».

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