Donatori di sangue, appello a donare plasma per aiutare le altre regioni

BRUGNERA – Il Friuli Venezia Giulia si conferma regione generosa e autosufficiente sul fronte delle donazioni di sangue e emoderivati, ma è ora chiamato a fare uno sforzo ulteriore per andare in aiuto al resto del territorio nazionale.

Serve aumentare la donazione soprattutto di plasma e conquistare le nuove generazioni per assicurare nel futuro prossimo il ricambio generazionale dei donatori. Queste le sfide lanciate al Congresso provinciale dell’Afds Pordenone che si è tenuto ieri mattina a Maron di Brugnera.

Dal tavolo dei relatori il vicegovernatore regionale, Riccardo Riccardi, ha ringraziato «il sistema delle professioni sanitarie: davanti alle condizioni inedite della pandemia hanno lottato e, aiutate dalla scienza che ha trovato gli strumenti, ci hanno portato quasi fuori dalla crisi sanitaria». Il capo della sanità regionale ha parlato poi della «necessità di un grande investimento in capitale umano» che sarà possibile andando a rivedere «i meccanismi di accesso alle professioni sanitarie».

«Dentro la pandemia la vita non si è fermata – ha aggiunto – anche grazie al dono del sangue che non è mai venuto meno: al di là di ogni numero, l’aspetto più importante in tempi difficili come questi è tenere insieme la rete sociale e di questo sono grato a voi donatori».

Ad accogliere gli ospiti sono stati il sindaco del Comune di Brugnera, Renzo Dolfi, che ha ricordato come, grazie alle sue tre sezioni Afds, Brugnera si sia confermata anche quest’anno primo comune in Italia per numero di donazioni, aspetto rimarcato anche dal presidente della commissione regionale sanità, Ivo Moras.

Con uno sguardo al futuro Orlando Polesello, presidente della sezione ospitante che compie 40 anni, ha sottolineato come «la collaborazione con le scuole è indispensabile per sensibilizzare i giovani a diventare donatori e di questo siamo grati alle scuole del nostro territorio che bene si sono distinte anche nell’ambito del concorso nazionale Fidas “A scuola di dono”».

Sono stati numerosi i temi sui quali si è concentrato il presidente dell’Afds Pordenone, Mauro Verardo, a cominciare dalla preoccupazione per la carenza di personale infermieristico e medico del sistema sanitario nazionale. Verardo ha quindi evidenziato come l’associazione abbia bisogno di «innovarsi e trasformarsi».

Di fronte al calo demografico delle nascite, ha rilevato la necessità «di impegnarsi in maniera più incisiva nell’acquisizione di nuovi giovani donatori», mentre rispetto «all’invecchiamento progressivo della popolazione con malattie croniche e patologie che richiedono un fabbisogno maggiore di farmaci plasmaderivati» ha parlato della necessità di «chiedere ai nostri donatori la disponibilità ad effettuare una donazione in più all’anno, privilegiando la donazione di plasma verso la quale alcuni donatori sono ancora restii o poco informati».

Su questo punto ha parlato di «sfida strategica» anche il direttore del Curpe, Cristina Melli, che nel rimarcare come «si registri un incremento significativo del 16% della raccolta mobile in tutta la regione» e come «nel 2021 il Friuli Venezia Giulia sia stato la prima regione in Italia per l’invio di plasma per la lavorazione industriale e la produzione di farmaci salvavita», ha anche ricordato che «bisogna pensare al resto del territorio nazionale».

Lo stesso appello l’ha lanciato il direttore del Dipartimento di medicina trasfusionale dell’Asfo di Pordenone, nonché coordinatore regionale del sistema trasfusionale, Andrea Bontadini: «Nelle ultime settimane in tutti i Dipartimenti trasfusionali registriamo un aumento del 15% della raccolta di sangue e abbiamo più del 95% della saturazione degli accessi ai centri trasfusionali, ma dobbiamo rivedere i percorsi ed essere più dinamici, per mantenere questi numeri e per aiutare le altre regioni».

La situazione nazionale, ha confermato Giovanni Musso, presidente nazionale Fidas, in collegamento da remoto, non permette di stare tranquilli dal momento che «lo scorso anno il paese si è trovato in grosse difficoltà, con tante persone che non hanno potuto essere trasfuse e quindi curarsi per mancanza di sangue e emoderivati».

È intervenuto anche Roberto Flora, vicepresidente nazionale Fidas e presidente Afds Udine, mentre a celebrare la messa è stato don Andrea Dazzan.




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