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sabato , 23 Novembre 2024

Finest, assemblea soci approva bilancio esercizio 2020

PORDENONE – 11,1 milioni di euro investiti in 9 nuovi progetti di internazionalizzazione, un risultato netto di bilancio positivo, pari a 351.092 mila euro (+82%), distribuzione dei dividendi ai Soci per complessivi 239 mila euro e un portafoglio acquisito di investimenti al 31 dicembre 2020 pari a oltre 107 milioni di euro. Con questi numeri, il Presidente di Finest Alessandro Minon ha portato ieri all’approvazione dei Soci il Bilancio d’esercizio 2020 della Società.

“Chiudiamo l’anno del Covid-19 con un bilancio positivo – commenta Alessandro Minon – da un lato abbiamo tenuto fede alla nostra missione di partner istituzionale per l’internazionalizzazione delle imprese trivenete, continuando ad investire al loro fianco e offrendo competenze e supporto tecnico in un contesto economico gravemente penalizzato; dall’altro abbiamo mantenuto la solidità ed efficienza della nostra struttura, sfiorando il raddoppio dell’utile rispetto all’esercizio precedente e incrementando il nostro portafoglio di investimenti, che oggi supera i 107 milioni di euro a favore di 64 progetti di investimento in 22 diversi Paesi.

La Società inoltre distribuisce dividendi ai Soci per oltre 239 mila euro (il doppio dell’esercizio precedente), rimettendo in circolo risorse utili per il territorio.” continua Alessandro Minon.

Nell’esercizio approvato, Francia (38%) e Polonia (27%) hanno attratto la maggior parte degli investimenti delle aziende socie, guadagnando la prima e la seconda posizione soprattutto grazie a due investimenti significativi: per la Francia da parte di una impresa del Friuli Venezia Giulia e per la Polonia da parte di una impresa Veneta. A seguire i Paesi tipici dell’operatività di Finest come Romania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Russia.

Tra i settori di investimento di maggior traino nell’esercizio: plastica (28%), edilizia e costruzioni (28%), meccanica ed elettromeccanica (13%), commercio e servizi (10%) metallurgico (9%), agricoltura/ittico (9%) e agroalimentare (2%).

“La maggior parte dei progetti di investimento che abbiamo sostenuto nel 2020 mirava alla creazione e rafforzamento della catena del valore dell’impresa italiana promotrice. Dopo la comparsa del Covid-19, una delle sfide più critiche per le aziende consiste nel reperire le materie prime a costi accettabili: oggi più che mai è importante governare la propria catena del valore, assumendone il controllo e disponendo autonomamente delle fasi più significative del proprio processo produttivo.

Inoltre, l’emergenza che abbiamo vissuto ha evidenziato che le imprese internazionalizzate hanno potuto continuare a lavorare per mezzo degli stabilimenti esteri che sono rimasti di volta in volta operativi, senza perdere quote di mercato. L’internazionalizzazione ancora una volta si è rivelata un valore aggiunto capace di fare la differenza” conclude Alessandro Minon.

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