PORDENONE – Due labbra contro la violenza: sono rosse, morbide e generose, sono labbra inclusive, perché immerse in una parete riflettente: così l’opera d’arte è ‘in progress’, si compone e scompone con l’immagine riflessa di qualsiasi spettatore impegnato a rimirarla.
25 novembre titolano le testimonianze artistiche con opere firmate dagli artisti Marisa Bidese, Marco Casolo e Gianni Pasotti, che hanno interpretato il tema della violenza sulle donne realizzando a sei mani un lavoro che riecheggia la storia dell’arte: dagli specchi della pittura rinascimentale, che immettono nello spazio finto del quadro la realtà antistante (un esempio per tutti, il Ritratto dei coniugi Arnolfini di van Eyck) ai celebri specchi di Pistoletto; dalla bocca che veleggia nel cielo de Gli amanti di Man Ray, al riferimento più stringente, quello alla pop art, che porta al cuore dell’opera.
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita nel 1999, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Proprio a questo tema, per contribuire a sviluppare nuove sensibilità, il Teatro Verdi di Pordenone dedica una intera settimana, dal 18 al 26 novembre, per approcciare una delle questioni più delicate del nostro tempo con i linguaggi dell’arte, del teatro e della musica.
Il progetto è realizzato in sinergia con il Comune di Pordenone, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili, ricerca e università e con il sostegno di Oro Marino. Una mobilitazione dedicata, in occasione del 25 novembre, proclamerà Pordenone “città contro la violenza sulle donne”.
Ogni anno oltre cento donne vengono uccise da uomini che, quasi sempre, sostengono di amarle. Una vera e propria strage, mentre quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, sono le donne che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso.
Dalle testimonianze artistiche con opere 25 novembre, il Teatro Verdi – per la grafica di Patrizio De Mattio – ha coniato il nuovo logo legato alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne: due labbra stilizzate che riecheggeranno anche l’appello di Carta di Pordenone, il primo Protocollo di Intesa siglato dalle realtà del territorio con l’Ordine dei Giornalisti, per contribuire a un nuovo modo di raccontare le donne, abbattendo gli stereotipi di genere e promuovendo il rispetto delle identità di donne e uomini in modo coerente con l’evoluzione dei loro ruoli nella società.
Il Teatro Verdi, inoltre, aderirà alla campagna nazionale “Posto occupato”, riservando un posto in sala a tutte le donne vittime di violenza, e si farà portavoce dell’hashtag #liberadiesseredonna, una campagna al tempo stesso “social” e “sociale”, a cura di Igerspn, community di Instagramers di Pordenone.
Chiunque, fino al al 26 novembre, potrà veicolare contenuti fotografici di riflessione e sensibilizzazione sul tema “donne”, utilizzando l’hashtag della campagna: dal 18 novembre, sulla parete-lavagna del Foyer del Teatro verdi di Pordenone lo schermo video porterà in scena il flusso dei contenuti che arriveranno da qualsiasi latitudine con i credit della campagna. Intanto dal 18 al 26 novembre, in concomitanza con gli eventi programmati sarà visitabile 25 novembre, attraverso le testimonianze artistiche con opere che declinano in varie tecniche l’opera di Marisa Bidese, Marco Casolo e Gianni Pasotti. L’inaugurazione è prevista venerdì 18 novembre, alle 17.
«Estendere la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ad una settimana, per sottolineare, simbolicamente, come certe battaglie non si possano ridurre a semplici ricorrenze, ma debbano poggiare su un concetto di ‘continuità’ e di costante approfondimento culturale: questo il presupposto del progetto che il Teatro Verdi – spiega il presidente Giovanni Lessio – ha voluto proporre quest’anno attraverso i linguaggi che gli sono propri, quello della musica e della prosa, con una serie di spettacoli che affrontano da diverse angolazioni queste tematiche a cui quest’anno si aggiunge l’apporto di tre artisti che hanno realizzato un’opera / installazione che nella sua dimensione pop ben si inserisce in questi concetti di riflessione e impegno costante, e che ha ispirato il logo intorno a cui tutte le realtà di Pordenone si riuniscono per ribadire il loro impegno contro la violenza sulle donne”.
“Riuscirà mai l’umanità a superare il sentimento di violenza che pare pervaderla? Ci sarà mai un reale rapporto di parità tra uomo e donna? Sono domande che da sempre cercano risposta. Problemi che sembrano non avere soluzioni. La settimana contro la violenza sulle donne cui ha aderito con convinzione il Comune di Pordenone cercherà di affrontare questi interrogativi, confermando il ruolo catalizzatore e di volano del Teatro rispetto ad altri operatori e realtà culturali cittadine che hanno voluto condividere questo percorso di crescita civile».
«Oggi più che mai è necessario rappresentare l’impegno al fianco delle donne: se i gioielli sono la rappresentazione tangibile di sentimenti che suggellano i legami più alti, così il nostro supporto vuole essere forte, concreto e costante, spiega Mario Marini per Oro Marini che sostiene il progetto della Settimana contro la violenza sulla donna».
Tante le iniziative legate a musica e teatro: un concerto davvero speciale, sabato 19 novembre, sarà quello formato da un Quintetto di ‘all stars”, Rizzi – Pieranunzi – Braconi – Fiore – Bronzi, di scena alle 20.45 nella Sala Grande del Teatro. Sarà una dedica in musica alle donne, con la firma dei violinisti Marco Rizzi e Gabriele Pieranunzi, dei violisti Simonide Braconi e Francesco Fiore, del violoncellista Enrico Bronzi, riuniti in ensemble eccezionalmente per un omaggio alla grande musica del Romanticismo. In programma due capolavori dell’Ottocento Tedesco: il Quintetto per archi di Mendelssohn, sublime per eleganza formale, e il Quintetto op. 111 di Brahms, pagina di straordinaria bellezza ispirata al compositore da un viaggio in Italia nella primavera del 1890. L’introduzione all’ascolto sarà curata da Angelo Foletto.
Due gli eventi teatrali: “Io ci sono”, in scena martedì 23 novembre alle 20.45 – seguito da una riflessione con la giornalista Paola Dalle Molle – è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Lucia Annibali con la giornalista Giusi Fasano, per l’adattamento e regia di Andrea Bruno Savelli. Un nuovo spettacolo, di teatro civile che, ripercorrendo la vicenda che ha sconvolto l’Italia e quindi la storia di Lucia Annibali e Luca Varani – dal corteggiamento allo stalking, dall’aggressione con l’acido al processo – dipanerà i momenti dell’emozione e quelli della sofferenza. Un inno al coraggio e alla lotta contro il dolore, non solo fisico ma anche morale. In scena Alice Spisa, Marco Cocci, Valentina Chico, Amerigo Fontani.
E venerdì 26 novembre, alle 20.45, si chiude con “La versione di Barbie”, una pièce di e con Alessandra Faiella, diretta da Milvia Marigliano. La protagonista, che il pubblico televisivo ben conosce per i suoi personaggi femminili sempre sull’orlo di varie crisi di nervi, coinvolgerà il pubblico monologando di modelli irraggiungibili di perfezione, di fragilità e vitalità “al femminile”, attraversando con piglio ironico e dissacrante l’itinerario di formazione della donna dal primo all’ultimo respiro della sua vita.
Informazioni, prenotazioni e biglietti: 0434 247624 www.comunalegiuseppeverdi.it