PORDENONE – “Vivere dentro il tempo scandendone il fluire” questo è il compito dell’arte e della fede. Così, parafrasando lo stesso Pietro Giacomo Nonis, si è aperta ieri la mostra dedicata al vescovo Nonis allestita nel Museo Diocesano di Arte Sacra di Pordenone.
Ad accompagnare il pubblico è stato il suono delle tre grandi campane suonate dagli Scampanatadòrs Furlan, una musica “che credo avrebbe fatto molto piacere a mio zio” lo ha ricordato con commozione il nipote Luciano al termine di una inaugurazione emozionata e piena di ricordi da parte di chi si è formato e di chi ha operato accanto a Pietro Giacomo Nonis.
In mostra – organizzata dal Museo diocesano di Pordenone con il Museo Diocesano di Vicenza e la Fondazione Nonis, con l’organizzazione dell’associazione Casablu – oltre una settantina di opere “che raccontano in sintesi quello spirito di curiosità e di continua capacità di stupirsi che fu di Nonis” ha commentato il curatore Fulvio Dell’Agnese.
A proporre i ricordi personali dell’intellettuale e del sacerdote Nonis è stato mons. Antonio Marangoni (segretario particolare di Nonis durante l’episcopato vicentino). “Il suo interesse all’arte in ogni declinazione aveva con uno spirito di fondo ossia che l’uomo è una creatura aperta a Dio. Per questo insistette per la fondazione dei musei diocesani, strumenti che ci aiutano a riscoprire la bellezza della fede”.
Ad accogliere con un ringraziamento e un ricordo personale, anche Giovanni Mauro Dalla Torre (delegato diocesano alla Cultura) e Antonio Garlatti conservatore del Museo, oltre ai sindaci Alessandro Basso (di Pordenone) e Annamaria Ambrosio (di Fossalta di Portogruaro), i consiglieri regionali Markus Maurmair e Orsola Costanza, il deputato Emanuele Loperfido, il presidente della Fondazione Friuli Bruno Malattia.
