PORDENONE – Organizzato dalla FIDAPA e da Lady Avventura , si è svolto martedì 4 novembre, presso la Sala Congressi Hotel Santin, un interessante incontro con Matilde Massanzana.
Dopo i saluti, ai numerosi presenti, della Presidente Fidapa Sonia Pin, la Capitana delle Lady Avventura Romanina Santin
presenta la protagonista della serata.
Matilde è una ragazza pordenonese di 17 anni che frequenta il Liceo Classico, testimone di un’esperienza umanitaria in Perù, nipote di nonna Flavia, una Lady Avventura che sicuramente le ha trasmesso l’amore per i viaggi.
In seguito a racconti di chi già aveva partecipato, è nata la motivazione all’avvicinamento alla We Care, un’organizzazione No profit che realizza progetti umanitari in Europa, in America Latina e in Africa. Questa organizzazione ha lo scopo di rispondere ai bisogni primari delle persone che si trovano in condizioni di disagio.
Durante la riunione, interessante è stato il collegamento video con il preside, un ex sacerdote peruviano, che ha messo in evidenza quanto sia importante il coinvolgimento dei giovani, che mettendo a disposizione le loro forze acquisiscono una loro crescita personale.
Matilde prima del suo viaggio in Perù, già aveva dato prova della sua sensibilità verso chi soffre, lavorando a stretto contatto con
persone fuggite dalla guerra in Ucraina. Esperienza diventata argomento della sua tesina per gli esami di terza media.
Le due settimane passate in Perù l’hanno vista impegnata, in queste limacciose Favelas di Lima, prima nella costruzione di un campo sportivo e poi di una casetta, sempre in collaborazione con un gruppo di lavoro formato da ragazzi italiani.
Importante la costruzione del campo sportivo, per creare gruppo trai ragazzi ed evitare i rapimenti a scopo traffico degli organi ,e la costruzione delle case per dare un tetto a chi ne ha bisogno.
Molto altro ha raccontato Matilde, che non si è risparmiata nel suo racconto iniziando dai dettagli della preparazione del viaggio. di come organizzavano le loro giornate , dell’obiettivo da raggiungere nel loro quotidiano, di come la popolazione fosse con loro ospitale, generosa e riconoscente.
In conclusione ha sottolineato ,come la mancanza dei telefonini abbia dato modo di fraternizzare maggiormente e fare sì che il
coinvolgimento nell’esperienza fosse più totale e proficuo. Grande testimonianza di come i giovani sappiano fare gruppo per donarsi a chi chiede aiuto.
