Collegio Don Bosco di Pordenone: dove i valori della persona si coniugano a metodi di insegnamento innovativi

PORDENONE – Il Don Bosco di Pordenone apre le porte a partire dal 22 ottobre alle famiglie che vogliono conoscere l’offerta formativa delle sue scuole Primaria e Secondaria di Primo grado.

Come ogni momento conviviale organizzato dal Collegio, in cui il senso profondo di “casa” e di accoglienza su cui si basa il pensiero di Don Bosco si arricchisce di ulteriore significato, anche durante le giornate di Scuola Aperta si potrà respirare l’atmosfera familiare in cui i giovani vengono educati attraverso i racconti degli alunni delle medie che diventeranno dei piccoli ciceroni.

“In queste occasioni – afferma Don Livio Mattivi Direttore del Collegio Don Bosco di Pordenone – dove i più grandi si prendono cura dei più piccoli, facendogli visitare la scuola, è interessante osservare come attraverso questa esperienza si rendono consapevoli delle proprie capacità diventando capaci di accogliere i visitatori tirando fuori delle grandi doti personali”.

“In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.” (Don Bosco).

Una frase che ben sintetizza l’esperienza pedagogica e spirituale che le scuole dei salesiani fondate da Don Bosco, portano avanti con dedizione all’interno del sistema educativo proposto. Un approccio preventivo che, oltre a valorizzare il cammino spirituale, coglie in ogni momento che si passa all’interno dell’Istituto, anche quello ricreativo, un’opportunità da parte degli insegnanti per formare e preparare il fanciullo all’esperienza della vita.

Il bambino è sempre posto al centro e il ruolo dell’educatore è quello di “maestro in cattedra e amico in cortile”, pur mantenendo la giusta asimmetria tra i ruoli, evidenzia Don Livio, al fine di tirar fuori tutte quelle capacità interiori che portano poi ad una formazione integrale della persona, all’interno di un contesto che favorisca il dialogo, l’amicizia, l’apprendimento attivo e la gioia di stare assieme in vista di donare agli alunni una capacità di operare scelte mature.

Questo avviene attraverso una presenza costante degli insegnanti in ogni singolo momento della giornata che aiutano gli alunni a sviluppare: una conoscenza cognitiva quando sono in classe; l’attitudine a relazionarsi e a superare difficoltà emotive e psicologiche quando si trovano in momenti ricreativi; valori spirituali quando sono in chiesa.

È profonda consapevolezza dei salesiani che “la prima felicità di un fanciullo è sapersi amato”, e sentirsi considerato sotto tutti i punti di vista è forse il più grande atto d’amore per poter sviluppare la fiducia in sé stessi. Un sistema educativo che si focalizza su alcuni punti fondamentali: attenzione continua alla crescita individuale di ogni singolo fanciullo; coinvolgimento della famiglia attraverso un’alleanza educativa; utilizzare ogni momento informale, che si tratti della ricreazione, dello sport o delle feste organizzate all’interno della struttura, come opportunità di formazione e condivisione di valori; tener conto delle capacità di apprendimento in modo progressivo e senza forzature; una metodologia di insegnamento sempre al passo con i tempi che valuta attentamente e si aggiorna a seconda dell’evolversi degli strumenti e delle necessità che la società richiede. “Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani.” (Don Bosco).

Se da un lato la crescita personale del fanciullo è prioritaria, dall’altro il metodo didattico è strutturato sui più innovativi metodi di insegnamento. In questo contesto si inserisce il progetto CLIL Primary (Content and Language Integrated Learning), un metodo definito per la prima volta da David Marsh e Anne Maljers nel 1994, che prevede l’apprendimento integrato di contenuti disciplinari in una lingua straniera veicolare, in questo caso dell’inglese.

Come evidenzia Daniela Diana, preside della scuola Primaria, lo scopo è quello di imparare la lingua inglese in modo diretto, dinamico, esperienziale ed accattivante svincolandolo dalla didattica tradizionale attraverso una metodologia molteplice e composita, che spazia da laboratori di carattere artistico, musicali e scientifici in cui i bambini affiancati da un insegnante di madrelingua inglese devono cimentarsi su compiti reali collaborando tra di loro.

Una scelta che nasce sia da un’analisi attenta della società che vede nella lingua anglosassone un veicolo essenziale per poter rispondere alle esigenze del mondo e preparare i bambini a diventare cittadini consapevoli, sia dalla necessità di rispondere ai dettami della Commissione Europea e dallo stesso Ministero dell’istruzione che stanno spingendo, dai primi anni 2000, sempre di più verso questa direzione.

Fin dalla prima Primaria, quando i bambini sono più ricettivi e capaci di apprendere naturalmente, questo tipo di insegnamento permette di acquisire un linguaggio ricco, non soltanto da un punto di vista contenutistico, ma altresì fonetico.

Lo scopo è quello di arrivare progressivamente in quinta all’acquisizione di un lessico che permetta ai bambini di dialogare con i coetanei al di fuori della scuola su tutti gli argomenti che siano affini al loro vissuto e alla loro esperienza. Lontana dalla tradizionale lezione frontale, anche qui i bambini sono messi al centro diventando così artefici del loro apprendimento.

Da quest’anno, completato il primo ciclo di 5 anni e fatto tesoro dell’esperienza maturata, per rendere l’apprendimento ancora più coinvolgente ed interattivo verranno potenziati i laboratori pratici impostati sul fare, dove ognuno con le proprie abilità, le proprie conoscenze e le proprie peculiarità è invitato a mettersi in gioco collaborando con i compagni per raggiungere un obiettivo comune.

Lo spirito è quello del gioco perché, come rimarca Daniela Diana “non dobbiamo dimenticare che attraverso il gioco il bambino impara a conoscere sé stesso, gli altri e il mondo che lo circonda. Il gioco è un ottimo volano per l’apprendimento”.

Il Collegio Don Bosco di Pordenone, scuola paritaria che, come tale, adempie a quelli che sono gli obblighi ministeriali come tutte le scuole italiane, prosegue il suo percorso con la Scuola Secondaria di I grado, anche in questo caso si contraddistingue per la peculiarità della didattica con dei percorsi personalizzati.

Gli alunni, oltre alle normali discipline scolastiche in cui lo studio della lingua inglese continua ad avere rilevanza con 7 ore settimanali, hanno la possibilità di scegliere secondo le proprie inclinazioni, con 5 ore aggiuntive fra tre progetti: Internazionale che approfondisce una seconda lingua straniera, lo Sportivo Ambientale che permette di sperimentare diverse discipline sportive e approfondire tematiche quali il riciclo e la conoscenza delle Istituzioni, e lo Scientifico Musicale che ha al centro il laboratorio di scienze, l’apprendimento di uno strumento musicale e lo sviluppo di competenze creative e digitali.

Per quanti vogliono visitare la scuola sul sito donbosco-pn.it possono trovare il modulo di prenotazione.




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