CORNO DI ROSAZZO (UD) – È una grande famiglia quella del Consorzio tutela vini Friuli Colli Orientali Ramandolo, una famiglia unita e compatta composta da circa 200 cantine. Un Consorzio che nasce nel 1970, con l’obiettivo di essere al fianco dei vignaioli, a loro supporto, per aiutarli a “fare il vino” ma anche a diventare sempre più imprenditori indipendenti. Una storia di grande passione per la terra, dedizione, lavoro ed umiltà, condivisione di valori comuni e propensione alla raccolta di continue sfide.
Un’area geografica, quella della DOC, che ricopre circa 2000 ettari di terreno, per la maggior parte dedicati alle uve bianche, dove il vitigno più coltivato resta quello del Tocai friulano e che vede in crescita costante quello della Ribolla gialla.
Il nuovo Consiglio, guidato da Paolo Valle (nella foto), è composto quasi esclusivamente da giovani vignaioli, discendenti da famiglie legate al vino ed alle tradizioni della terra friulana da generazioni. Famiglie che negli anni hanno saputo coltivare viti e passione per il vino con la stessa determinazione. Passaggi generazionali che non deludono. Prima, seconda, terza generazione unite da denominatori comuni: conoscenza, intelligenza, lungimiranza.
Lungimiranza costante che si esprime in una attenzione altissima anche alla tecnica.
Il servizio tecnico del Consorzio realizza infatti a cadenza annuale delle pubblicazioni “Le stagioni e le uve”, peraltro scaricabili dal sito per permettere la fruizione dei contenuti a tutti, dove vengono analizzate e descritte le annate con tutte le peculiarità legate alla stagione appena trascorsa. La presentazione della prossima pubblicazione, relativa all’anno 2019, sarà il prossimo 23 gennaio 2020.
Il 2020 vedrà il Consorzio festeggiare i suoi primi 50 anni di vita e ieri, nella prestigiosa sede di Villa Nanchini Cabassi a Corno di Rosazzo, ci si è confrontati e si è discusso sulle numerose idee per poter celebrare il mezzo secolo nel modo più adeguato, con proposte strategiche per promuovere e diffondere tutta la conoscenza ed il sapere che si concentrano, spesso segretamente celati, dentro ad un bicchiere di vino. Idee creative, nuove visioni di approccio, proposte ardite e visionarie che non mancheranno di stupire.
Verranno organizzate degustazioni mensilmente dedicate agli operatori di settore della Regione per formare e promuovere capillarmente chi ogni giorno è a contatto diretto con i consumatori potendo quindi conoscere in maniera sempre più approfondita le particolarità della denominazione.
Sempre mensilmente, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, il Consorzio si muoverà in diverse sedi sparse in altrettante città italiane per poter proporre approfondimenti mirati ai futuri sommelier dedicati alle colline orientali del Friuli.
Interventi mirati e constanti, quindi, ai quali si affiancheranno cene organizzate in diverse location con il tema specifico del silenzio: essendo infatti luogo comune, la proverbiale difficoltà di comunicazione riscontrata nei friulani l’idea è dunque quella di non parlare durante la durata della cena, delegando al vino ed al cibo il compito di dire tutto.
Il 50° anniversario dei Colli Orientali non sarà soltanto questo ma sarà anche l’inizio di un progetto che mira ad innalzare il valore della Denominazione puntando sulla capacità dei vini ivi prodotti di evolvere nel tempo. Il valore del tempo dovrà dunque essere in grado di permettere ai produttori di incrementare il valore della propria produzione. A questo proposito verrà istituito uno strumento che fungerà da vera e propria “banca” dove ogni produttore potrà portare i propri vini a far evolvere in alcuni luoghi in fase di localizzazione all’interno delle strutture del territorio.
“La cjase dal vin” una casa dove immaginare i propri vini evoluti di 10, 20 o magari ancora più anni, con l’obbiettivo di poterli assaggiare, perché no, al prossimo 50° anniversario. Incrementare il valore del vino attraverso la sua evoluzione renderà giustizia al valore aggiunto della viticoltura artigiana e famigliare di questa terra.
Da oggi la storia delle colline orientali del Friuli cambia radicalmente.