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domenica , 22 Dicembre 2024

Coronavirus: Nord sigillato, Lombardia e parte del Veneto diventano zone rosse

ROMA – Per “contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus” il governo dispone di “evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita” nella Regione Lombardia e in 11 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Marche dall’8 marzo al 3 aprile.

Lo prevede il dpcm firmato nella notte tra sabato 7 e domenica 8 marzo dal presidente del Consiglio Conte, al termine di una riunione drammatica a Palazzo Chigi, dopo la consultazione degli esperti dell’Istituto di sanità e dei sindaci dei comuni interessati.

Le misure valgono per la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, dove bisogna “evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori. Viene fatta eccezione per “indifferibili esigente lavorative o emergenze”.

In Lombardia e 11 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche le scuole di ogni ordine e grado e le università sono chiuse fino al 3 aprile.

Dall’8 marzo al 3 aprile “sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri”. L’apertura di chiese e luoghi di culto è condizionata alla possibilità di evitare assembramenti.

Sull’intero territorio nazionale, quindi anche nel Pordenonese e in Friuli Venezia Giulia, bar e ristoranti possono rimanere aperti ma solo se riusciranno a garantire la distanza di un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri. E un invito a limitare la mobilità, fatti salvi gli spostamenti indispensabili.

E poi, “sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità”.

Ancora, “sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

 

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