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giovedì , 30 Gennaio 2025

Giubileo Mondo della comunicazione 2025, dalla nostra inviata

ROMA – Dalla nostra inviata a Roma – Armati di smartphone, microfoni, attrezzature per video e molto entusiasmo, migliaia di giornalisti e operatori nel settore della comunicazione, hanno partecipato al Giubileo 2025 che si è svolto a Roma lo scorso fine settimana, diventando “narratori di speranza”.

Agenda piena di incontri e non sono mancati i dibattiti su uno degli argomenti più delicati del nostro tempo: raccontare la società, raccontare i fatti. “Non possiamo illuderci di costruire una buona comunicazione ignorando il male, ma possiamo cambiare la prospettiva, se scegliamo di raccontare le scintille di luce che sempre ci sono in ogni storia e che è sempre possibile scorgere anche negli scenari più oscuri”. Questa l’esortazione fatta da Mario Calabresi durante l’avvio dei lavori, in Aula Paolo VI, del Giubileo dei giornalisti.


Il Papa ha invece chiesto ai comunicatori di “parlare all’altro, perché la comunicazione non è soltanto l’uscita ma anche l’incontro; saper comunicare è una grande saggezza e io sono molto contento di questo Giubileo del comunicatore perché il vostro lavoro costruisce, la società, costruisce la Chiesa fa andare avanti tutti a patto che sia vero. Comunicare è divino, grazie tante per ciò che fate”.

All’incontro in Vaticano, hanno partecipato anche Maria Ressa, giornalista filippina, naturalizzata statunitense, premio Nobel per la pace nel 2021, fondatrice di Rappler, un sito di giornalismo investigativo e che, spesso, a causa della sua perenne ricerca della verità, è finita sotto accusa.
Durante il suo lungo intervento, il filo conduttore del messaggio è stato sempre quello di sottolineare “noi giornalisti, necessari purché responsabili”.


“Dobbiamo capire che quello che accade online, poi si ripercuote anche offline, ed è una responsabilità, il mondo è segnato dalle moderne tecnologie che spesso causano sofferenza e solitudine; cambiano i modi in cui agiamo, il modo in cui viviamo e dobbiamo capire che la violenza online è violenza reale”. La Ressa ha voluto far riflettere soprattutto sul fatto che per molte notizie, in particolar modo sulle guerre disseminate in ogni parte del globo, la comunicazione si fa solo in base agli algoritmi, situazione che potrebbe portare ad una alterazione dei fatti e della realtà.

Parlare con il cuore e diffondere speranza sono anche i concetti alla base del discorso pronunciato dallo scrittore Colum McCann, che ha voluto dire “dobbiamo compiere un pellegrinaggio di riparazione in questo tempo spezzato in cui sembra bobbiamo cadere nell’oscurità; bisogna re-imparare a raccontare storie, ma soprattutto ad ascoltarle perché siamo tutti esseri umani, e insegnanti e giornalisti sono fondamentali in questo tempo”.


I media di tutto il mondo hanno poi attraversato la Porta Santadi San Pietro, simbolo concreto di rinnovata riconciliazione e di rinnovamento spirituale.
Un concerto del Maestro Uto Ughi e della sua Orchestra ha offerto un momento altissimo di cultura e buona musica, la scelta è ricaduta su Bach colui che all’inizio di ogni partitura scriveva: “Soli Deo gloria, Solo gloria a Dio” per rafforzare la sacralità universale della musica.

Concludo con un pensiero di Georges Bernanos contenuto all’interno del Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Sperano soltanto coloro che hanno avuto il coraggio di disperare delle illusioni e delle menzogne, nelle quali trovavano una sicurezza e che scambiavano falsamente per speranza; la speranza è un rischio che bisogna correre, è il rischio dei rischi. La speranza è una virtù nascosta, tenace e paziente; tuttavia, per i cristiani sperare non è una scelta opzionale, ma una condizione imprescindibile”.

Testo e foto Emanuela De Domenico

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