Il Ministro Urso lancia il confronto con Bonomi per il rilancio delle imprese

MOGLIANO VENETO – Sala conferenze gremita di imprenditori che hanno partecipato al forum organizzato da Confindustria – Piccola Industria del Veneto sul tema “Imprese in transizione – Nuove rotte per le PMI”.

Con i saluti istituzionali di Davide Piol, Silvia Bolla e Giovanni Baroni rispettivamente Presidenti Confindustria – Piccola Industria Veneto, Venezia e nazionale il convegno è entrato sin da subito nel vivo del tema.

Davide Piol punta immediatamente il dito sulle potenzialità del Veneto che al cospetto di cinque milioni di abitanti sono ben 430.000 le imprese che si concentrano nei settori dei metalli, moda, arredamento e macchinari. Viene lanciato un grido di allarme per i rincari delle materie prime e dell’energia a fronte dei quali richiede azioni di sostegno alla competitività, anche per mezzo del PNRR.

Silvia Bolla delle PMI di Venezia mette l’accento su un altro aspetto importante, ovvero il peso dell’export superiore al 70% per aziende che nel veneziano sono riconducibili alla calzatura, all’ittico, al vetro e alle giostre. Queste filiere che grazie alle settecento reti di imprese sono fortemente attaccate dalla congiuntura. Per salvaguardare il sistema produttivo chiede a gran voce una serie di scelte coraggiose e che per chi si vuole unire in rete è stato creato l’hastagh #facciamosquadra sul web per unire le forze.

Le parole d’ordine che emergono dal Forum sono INSIEME e COLLABORARE e sono state più volte rimarcate anche dal Presidente di Confindustria – Piccola Industria Giovanni Baroni che ha evidenziato quanto sia importante il Made in Italy definendolo “un approccio alla vita, non solo un prodotto”. Reshoring e friendshoring sono stati gli altri spunti di riflessione e discussione sottolineando che l’aumento di costi e inflazione si intrecciano negativamente con la stretta di liquidità. Per questo motivo sono richiesti con urgenza sia il rafforzamento delle garanzie dello Stato e le rinegoziazioni dei finanziamenti. Baroni conclude affermando che è arrivato il momento di “fare bene”.

Molti dati economici e statistici sono stati snocciolati dal direttore del Centro Studi di Confindustria Alessandro Fontana che ha fatto il punto della situazione con considerazioni e prospettive lusinghiere, infatti l’economia post pandemia dell’Italia risulta tra le migliori rispetto alle altre nazioni europee.

Molta attenzione degli imprenditori convenuti su quanto dibattuto anche nella tavola rotonda che ha raccolto molti spunti di riflessione grazie al contributo dell’Amministratore delegato di Sace Alessandra Ricci, del direttore Italia di Enel Nicola Lanzetta e del capo procurement di Eni Costantino Chessa.

Gli interventi più attesi dalla platea di Confindustria sono stati ovviamente quelli generati dal confronto tra il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. L’assemblea comincia a scaldarsi sottolineando con scroscianti applausi il “confronto” tra Bonomi e Urso.

Entrambi hanno sottolineato di aver anzitempo lanciato l’allarme, Bonomi denunciando con un suo precedente intervento la speculazione già a settembre 2021 e da parte sua Urso evidenziando, come presidente del COPASIR il rischio che grava nel mondo delle imprese come potenziale rischio nazionale. Il Ministro Urso ha puntualizzato sulla “necessità di una adeguata strategia digitale che attualmente è terribilmente indietro rispetto al resto d’Europa”.

Il Ministro Urso ha richiamato inoltre l’attenzione sul nuovo nome del Ministero con acronimo MIMIT, (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), affermando che “il Made in Italy è un marchio di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo da valorizzare come avanguardia dell’industria italiana”.

Ma i passaggi conclusivi sono stati imperniati sul lavoro e il cuneo fiscale oggetto principale di intervento per un miglioramento del reddito disponibile dei redditi più bassi e di una maggiore competitività delle aziende. Molti applausi all’affermazione del Ministro Urso sulla volontà di “istituire Dazi compensativi riferiti agli standard ambientali”. Ora il dialogo tra Governo e Confindustria continuerà sul fare.

Stefano Lecca




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