Mercati finanziari, il rialzo continua. La “febbre” dell’oro

L’ultima settimana sui mercati azionari ha mostrato ancora una prevalente dinamica positiva, anche se il movimento rialzista ha riguarda ancora una volta il comparto tecnologico piuttosto che quello dei settori tradizionali. L’S&P 500 ha visto infatti un rialzo di quasi due punti percentuali, risultato ampiamente superato dal Nasdaq 100, in progresso di quasi il 5%.

Dinamiche che comunque non vanno a mutare in modo sostanziale il trend generale presente sui mercati USA, ancora incanalati nella direzione di un recupero dai profondi minimi dello scorso marzo. Certamente, la velocità di (ri)salita è in diminuzione rispetto agli scorsi mesi, elemento che permette di rendere più sostenibile il trend generale e allinearlo maggiormente alle due variabili maggiormente impattanti in questo momento sui mercati, ossia l’emergenza sanitaria e tutto il contesto macroeconomico di riferimento.

Per questo riguarda la pandemia legata a Covid, gli USA continuano a registrare record per il numero di infezioni giornaliere, con il totale cumulato che ha ormai superato i 3 milioni di casi. Le preoccupazioni sono giustificate, visto che da diverse settimane i focolai di nuove infezioni si sono fatti sempre più significativi, soprattutto nel sud e nell’ovest del paese.

Il timore degli esperti è che la curva dei decessi ora possa seguire un andamento con lo stesso ricamo, tenendo conto del progressivo esaurimento delle disponibilità per le terapie intensive. Globalmente, sono diverse le aree che hanno visto il ripresentarsi di focolai di infezioni, dal Giappone a Israele fino ad arrivare ad Australia e Singapore.

Elementi che i mercati considerano ma per il momento solo per brevi intermezzi temporali, badando piuttosto alle prospettive economiche di medio termine, per le quali la view pare decisamente più ottimistica.

Questo mood positivo deriva dalla convinzione prevalente che il recupero economico post Covid possa essere complessivamente rapido ed efficace, con un ritorno ad una quasi normalità o comunque ad una situazione gestibile. Le tempestive azioni delle banche centrali hanno permesso di tamponare piuttosto rapidamente crisi di liquidità che avrebbero poi generato ulteriori crisi sui mercati finanziari.

La massa monetaria converge sostiene l’equity, almeno finchè i rientri e i ribilanciamenti da parte degli investitori saranno terminati.

Il mercato USA nell’ottava ha fatto meglio di quelli europei, interrompendo la sequenza di recupero di forza relativa delle borse del Vecchio Continente. Chi ha fatto sovraperformato in modo significativo sono le borse asiatiche, con Shanghai a primeggiare grazie anche alla spinta derivante dagli acquisti retail. In termini generali comunque, l’ottava è comunque stata più favorevole ai mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati.

MATERIE PRIME

Ancora positivo il trend delle materie prime, con l’indice generale che accresce il ‘bottino’ dell’ultimo mese grazie al fondamentale apporto del comparto delle materie prime preziose. In salita infatti non solo l’oro (sopra quota 1.800 Dollari l’oncia) ma anche platino, palladio e argento che vedono configurazioni rialziste di breve. Piatto invece il WTI Crude Oil dopo i rialzi della scorsa settimana.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Per quanto riguarda il reddito fisso, settimana positiva per la quasi generalità delle asset class obbligazionarie, tanto in ambito governativo quanto per quelle relative al corporate. Il driver principale è stato un ulteriore schiacciamento dei rendimenti sulle scadenze medio lunghe, con effetto in particolare sui titoli di stato e sul corporate di migliore qualità.

Valori estremamente compressi a causa dei due effetti depressivi sui rendimenti, ossia le prospettive di incertezza proprie degli operatori in ambito economico e l’attività sui mercati da parte delle autorità monetarie globali.

In questo contesto comincia a muoversi anche la campagna elettorale americana: difficile dire al momento se la rielezione di Trump sia già stata compromessa dal Covid. Lo sfidante Biden, intanto, promette un nuovo piano economico da 700 miliardi per il rilancio di economia e occupazione grazie soprattutto al focus sui prodotti Made in Usa e sulla tecnologia.

Anche tra i governativi della zona Euro la tendenza è stata quella di una riduzione degli yield: il Bund si è attestato a pochi basis point da area -0,50% mentre il BTP italiano ha continuato la sua marcia al ribasso arrivando a quota 1,20%. Da segnalare il risultato al di sotto delle attese per il nuovo collocamento del Tesoro italiano: il BTP futura, infatti, ha ricevuto 6 miliardi di sottoscrizioni. Nell’asta di Bot annuali il Tesoro ha invece venduto 7,5 miliardi di titoli vedendo il rendimento tornare in negativo a -0,124%.

Il mantenimento di una relativa calma sui titoli di stato della zona Euro è collegato anche alle attese di un accordo sul chiacchieratissimo Fondo per la Recovery.

Il 17 e 18 luglio il Consiglio europeo si riunirà in sessione straordinaria per discuterne l’attuazione: se da un lato Lagarde, presidente BCE, si è detta possibilista ma anche prudente circa le possibilità di raggiungere un accordo tra i paesi europei in quella sede, dall’altro Angela Merkel sembra spingere per trovare un accordo entro l’estate, per evitare il precipitare della crisi per i paesi più deboli.

Le stime della Commissione Europea sui valori di (de)crescita del PIL della zona Euro vedono un calo per il 2020 dell’8,7% (in peggioramento rispetto al 7,7% di maggio) ma al contempo un dato italiano doppio rispetto a quello tedesco (-11,2% vs -6,3%).

Tra le altre asset class obbligazionarie, marginali guadagni per i segmenti a maggiore rischio, come High Yield e paesi emergenti.

VALUTE

Tra le valute, ancora poco direzionale l’andamento del cross Euro Dollaro, ingabbiato da inizio giugno tra 1,12 e 1,14, vista anche l’assenza di notizie rilevanti circa le politiche monetarie di FED e BCE. Tra le valute ‘safe’: poco mosso il Franco Svizzero mentre ha guadagnato qualche figura lo Yen giapponese. Poco brillante il Bitcoin, allontanatosi da area 10.000.

Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Indipendente

 




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