Perché lo sviluppo tecnologico resta una delle maggiori priorità in Italia per i prossimi anni?
L’Italia rincorre lo standard europeo relativo agli investimenti su ICT (Information Communication Technology) e sulle tecnologie innovative.
Il piano programmatico Industria 4.0 e le nuove politiche sull’università dimostrano che lo sviluppo nell’ambito delle tecnologie è considerato prioritario.
Analizziamo i motivi e vediamo quali sono i settori trainanti per un salto nel futuro e decisivi per ridurre il gap rispetto agli altri Paesi europei, come Germania e Francia.
Quale è il contesto attuale?
In un mondo in perenne cambiamento, nel quale il concetto di futuro si accorcia temporalmente, stare al passo con i tempi e adottare piani strategici di innovazione è fondamentale non solo per l’economia dei Paesi, ma anche per le esperienze di vita delle persone.
Le trasformazioni sono così capillarmente diffuse che è difficile quasi rilevarle. Un buon esempio è l’intelligenza artificiale (AI) che consente di fare cose prima difficili anche da immaginare. L’intelligenza artificiale si è tanto sviluppata da diventare parte integrante perfino delle esperienze ludiche, come ad esempio nelle piattaforme di casino online.
Un utilizzo che serve a rendere più emozionante e coinvolgente l’esperienza di gioco dell’utente, personalizzando l’ambiente del casino in base alle esigenze di ciascuna persona, poiché il sistema conosce i giochi preferiti e li rende facilmente accessibili.
Ma AI in ambito di gioco online ha anche una funzione di controllo, perché può identificare eventuali comportamenti problematici e persone con modelli corrispondenti. In casi simili, il software avviserà il casino, l’account verrà bloccato e sarà possibile offrire assistenza al giocatore prima che la situazione si cronicizzi.
Perché la tecnologia è indispensabile per il rilancio italiano?
Le motivazioni che spingono l’Italia verso un piano a lungo termine di sviluppo tecnologico sono riassumibili in tre concetti di base:
● La tecnologia attira i migliori talenti (allo stato attuale l’Italia non è abbastanza competitiva da trattenere i suoi ‘cervelli’ più brillanti) .
● Le organizzazioni innovative guidano le altre aziende nel loro percorso di trasformazione digitale: è quanto emerge sia a livello globale che a livello locale, come nelle fiere dedicate a Fabbrica 4.0.
● Investire in innovazione e in ricerca ICT comporta crescita economica e conseguentemente meno disoccupazione.
Quali sono le tecnologie di maggiore prospettiva?
In campo tecnologico stiamo assistendo a una vera rivoluzione alla quale tutti i Paesi che vogliono restare concorrenziali non possono non partecipare: sviluppi e innovazioni, precedentemente autonomi e disgiunti, stanno condividendo spazi di progressi e apportando miglioramenti a vicenda. Ecco quali sono quelli con le prospettive di crescita più interessanti:
● AI: intelligenza artificiale apprendimento automatico progrediscono e supportano la produttività e la conoscenza.
● Realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR): Goldman Sachs scommette sul fatto che il settore della realtà virtuale e aumentata diventi un mercato da 80 miliardi di dollari entro il 2025, con importanti sviluppi anche nelle infrastrutture tecnologiche.
● Tecnologia cloud: uno degli obietti emersi nell’ultimo decennio e alla ribalta anche nel prossimo, soprattutto grazie ai progressi nel campo della sicurezza informatica. Quasi tutti i servizi IT e le app Web potrebbero essere forniti tramite il cloud.
● Robotica: intelligenza artificiale, sensori di movimento, meccanismi idraulici e materiali stanno cambiando il mondo della robotica e nei prossimi anni sarà verosimile la progettazione e la costruzione di robot di nuova generazione.
● Tecnologia biometrica: la sicurezza informatica è una priorità e molte aziende si muovono in tale direzione, tanto che si calcola che entro il 2025 oltre il 72% delle aziende eliminerà le password, preferendo nuovi servizi di autorizzazione attraverso l’identificazione di volti, voci e firme.
● Stampa 3D: una realtà già presente e apprezzata che, riducendo drasticamente il costo delle catene di approvvigionamento, è in grado di generare un impatto economico stimato fra 230 e 550 miliardi di USD all’anno entro il 2025.