Una sera di dicembre di qualche anno fa il piccolo Pordenone spaventava l’Inter a San Siro.
È il 12 dicembre 2017, alla Scala del calcio si giocano gli ottavi di Coppa Italia. L’Inter di Spalletti sta facendo molto bene in campionato: il Pordenone disputa il campionato di Serie C, girone B.
La partita sembra scontata, tanto che l’allenatore toscano dei nerazzurri rinuncia a due pezzi da novanta come Icardi e Perisic, nonostante il Pordenone abbia fatto lo scalpo al Venezia e al Cagliari.
Tuttavia, la partita non va come dovrebbe. L’Inter domina, ma non trova il gol; il Pordenone, ben schierato in campo da Leonardo Colucci, vecchia conoscenza della A, chiude gli spazi e non lesina le ripartenze. La partita prende una piega strana; i nerazzurri si fanno prendere dall’ansia, i neroverdi giocano con l’animo di chi non ha nulla da perdere.
Certo, l’Inter fallisce alcune occasioni, con Eder e Karamoh, ma pure il Pordenone rischia di segnare: Magnaghi, nel primo tempo, coglie il palo, Sainz-Maza, ala spagnola, sfiora il palo con un tiro velenoso.
Nonostante gli ingressi di Icardi e Perisic, nonostante gli sforzi, l’Inter non sfonda né durante i tempi regolamentari né durante quelli supplementari. Il risultato resta sullo 0-0.
Lo stadio accoglie con sorpresa i calci di rigori in quella che doveva essere una partita chiusa sin dal calcio d’inizio. In porta, per l’Inter, c’è il secondo portiere, Padelli. La prima squadra a calciare è il Pordenone: Misuraca si fa ipnotizzare dal vice di Handanovic. Sembra il preludio ai rigori più scontati della storia, ma nel calcio mai dare nulla di scontato: Skriniar, difensore arrivato dalla Samp, sbaglia per l’Inter e pareggia l’errore di Misuraca.
Il neroverde Luca Lulli sbaglia, ma a rimediare all’errore del compagno ci pensa il portiere Perilli, che para il rigore di Gagliardini. Segnano Stefani, Icardi, Ciurria, Vecino: si arriva ai rigori decisivi. A tirarlo per il Pordenone c’è Parodi, per l’Inter invece calcia il giapponese Yuto Nagatomo. Il primo sbaglia, il secondo no: l’Inter, con enorme fatica, passa il turno.
I tifosi nerazzurri tirano un sospiro di sollievo, i tifosi neroverdi festeggiano l’impresa sfiorata. Il Pordenone esce tra gli applausi; come raccontato da Colucci al Sannio Quotidiano, “fu una grandissima partita, in quelle gare ti deve andare tutto bene e devi sperare che gli avversari prendano il match sottogamba”. L’ex allenatore dei ramarri, poi, ha sottolineato la “soddisfazione per aver visto 5mila persone partire da Pordenone da San Siro, dove né la gente né i giocatori erano mai stati”.
A fare da megafono alla quasi impresa del Pordenone ci hanno pensato i social grazie alle ottime campagne, ironiche e autoironiche, portate avanti dallo staff di comunicazione dei neroverdi. Prima della gara, su Instagram e Twitter, il profilo social del Pordenone si riempie di richiami alla gara storica contro i nerazzurri: per esempio, in una grafica, Mourinho, ex amatissimo allenatore dell’Inter, esulta all’idea di assistere a Inter-Pordenone mentre sonnecchia in panchina all’idea di vedere Juventus-Inter.
L’hashtag, #tuttiasansiro, spinge i tifosi alla trasferta, mentre le punzecchiature, simpatiche e mai oltre alle righe, all’Inter sono proseguite fino alla storica, prima promozione in B dei neroverdi: se fino a quel momento il non essere “mai stati in B” accumunava le due società, con la promozione in B il Pordenone non poteva fare più sua la frase che con orgoglio amano ripetere i tifosi dell’Inter.
E a proposito, alla prima stagione nella serie cadetta il Pordenone è in piena zona playoff e, secondo le quote degli esperti, ha buone possibilità di continuare il suo ottimo cammino in Serie B. Magari non arriverà la promozione in A al primo colpo, visto che esistono squadre più attrezzate per arrivare in A, ma chissà che negli anni a venire le visite dei Ramarri a San Siro non divengano più frequenti.
Per ora, resta il ricordo di quella sera di dicembre, quando il piccolo Pordenone-Davide spaventò il gigante Inter-Golia.