Stranamente anche il Codacons critica Roma e il suo regolamento sul gioco

Onestamente, non si dovrebbero più vedere delibere come quelle del Comune di Roma che penalizzano le aziende del gioco e le aziende di casino online. Ormai, non solo questo settore è “torturato” da una pressione fiscale che nessun altro settore subisce, non solo ordinanze restrittive impongono orari e distanziometri che mettono veramente a dura prova la vita economica di tante attività ludiche, non solo vengono pagate al nostro Stato concessioni e diritti di un “certo peso”, ma il mondo gioco deve anche subire una sorta di “gogna” continua ed assai pesante e di essere tacciato come “il male del secolo” o cose della pari entità.

I cittadini “odiano” il gioco così come a loro è stato “imposto” di vedere: ai benpensanti, e comunque a tutta la cittadinanza, le cose positive e sociali fatte dal gioco “non sono fatte arrivare” e questo porta l’opinione pubblica a guardare qualsiasi cosa attenga il gioco con sospetto e diffidenza.

Questo è profondamente sbagliato, ma gira che ti gira siamo sempre in quest’ottica perché “si vuole che l’ottica sia questa”. Non ha importanza che anche il Tar di Bolzano abbia emesso una sentenza che afferma quanto abuso di potere esista nei vari regolamenti comunali, laddove limitano ed indicano il gioco pubblico come la “piaga del secolo”… non basta ancora.

Però, forse, si prenderà in considerazione una esternazione del Codacons, da sempre ascoltato dai cittadini e che parla sempre in loro difesa, e che onestamente sino ad ora non è stato “alquanto carino” nei confronti del settore del mondo del gioco d’azzardo.

Quindi, dopo una parte di politica, anche il Codacons, associazione deiconsumatori, critica e commenta il regolamento del gioco presentato da Virginia Raggi, Sindaco di Roma: l’associazione ritiene i divieti contenuti nel regolamento romano effettuati in misura sbagliata e discriminatoria che certamente “non servirà a combattere la piaga del gioco d’azzardo nella capitale”.

E si ribadisce con forza che è inutile vietare il gioco nel centro storico, quando il vero problema sono le periferie (e non solo certamente per il gioco). In periferia di Roma esiste una enorme concentrazione di sale slot, prima di tutto nella Via Tiburtina che in pochi chilometri raggruppa addirittura 23 locali adibiti al gioco d’azzardo: una piccola Las Vegas in pratica. Alcuni di questi locali, oltre tutto, sono spesso ubicati vicino alle scuole e centri sportivi.

Quando nel regolamento romano si vogliono togliere le slot machine dal centro storico e non si parla di periferie (che sono a volte indicate come collocazione logica -ma logica per chi?- del gioco d’azzardo) si commette -a dire del Codacons- una sorta di discriminazione posto che così facendo Roma tutela la salute dei cittadini ricchi che abitano nelle zone centrali, abbandonando quelli che risiedono in periferia.
Se Roma insisterà in questa norma restrittiva, anche per giocare al casino online, solo per il centro storico, non si otterrà alcun risultato relativamente alla lotta per il gioco problematico, la norma rimarrà una sorta di “spot privilegiato” per le zone ricche e storiche della città, ma questo non sarà di alcuna utilità.

Codacons, quindi, sollecita il Sindaco della Capitale ad intervenire diversamente ed a tutela della salute di “tutti i cittadini romani”: in caso contrario, continua l’associazione, “saremo costretti a denunciare la Raggi per istigazione al gioco d’azzardo”. Duro intervento, dura chiusura dell’intervento: ma ogni tanto ci vuole.




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