Sviluppo aziendale: meglio assumere nuovi dipendenti o formare quelli attuali?

Ogni imprenditore, prima o dopo, si scontra con la necessità di dare una svolta alla propria organizzazione aziendale.

Le ragioni sono semplici, i contesti economici si evolvono, i mercati cambiano, le esigenze dei consumatori pure, ma anche la concorrenza, il know how, tutto, a un certo punto, si evolve e mette l’azienda davanti alla necessità di adattarsi.

Rispondere in modo proattivo alle innovazioni e ai cambiamenti è una delle abilità principali che ogni imprenditore deve possedere, soprattutto in un’epoca in cui il digitale e la sostenibilità ambientale ed economica si stanno imponendo come il mainstream gestionale dei flussi aziendali.

Cambiare il modello di business, però, comporta anche dei costi. In molti casi è necessario rivedere ruoli, adattare mansioni, compiti, competenze a cui non sempre i lavoratori sono pronti a rispondere in modo efficace.

Ecco allora sorgere il più grande dilemma di ogni imprenditore: assumere nuovi lavoratori o provare a formare i dipendenti interni?

Se da una parte, la teoria e le ricerche suggeriscono di puntare sulla crescita dei lavoratori interni, che già conoscono bene il business e l’ambiente di lavoro, dall’altra, però, sembra quasi che vi sia una forte resistenza da parte degli imprenditori a formare i propri dipendenti.

Eppure, i costi di sostituzione possono essere davvero ingenti. In alcuni casi le percentuali di costi vivi da sostenere, al netto di stipendi più alti e proporzionati alle maggiori qualifiche, possono spaziare dal 20 al 100%.

Perché, allora, non prendere in considerazione un processo di upskilling e reskilling per i propri dipendenti.

Sono due termini apparentemente complessi, ma che indicano semplicemente la crescita e l’acquisizione di maggiori competenze nel lavoro che i dipendenti già svolgono o, di competenze nuove e completamente diverse, più noto come reskilling.

In un caso o nell’altro, i vantaggi di una formazione continua, promossa a favore dei dipendenti, non può che giovare alle tasche aziendali.

Basti solo pensare alla varietà di offerte che il mercato formativo ormai mette a disposizione dei lavoratori, per favorire proprio la maggiore conciliazione tra tempi del lavoro e tempi dedicati al training.

I Master part time per lavoratori, promossi dagli enti più affermati nel settore, come 24ORE Business School, ad esempio, costituiscono una risposta valida alla necessità formativa di chi già ha un impiego.

Questi possono essere acquisiti direttamente dai lavoratori, ma anche da parte delle imprese, per i loro dipendenti, e permettono ai dipendenti di seguire i corsi solo nei week-end, ad esempio, senza la necessità di togliere ore al lavoro o doversi spostare nella sede dei master.

In questo senso, anche chi deve ricoprire ruoli completamente nuovi e diversi da quelli portati avanti sino a quel momento, può mettere in atto immediatamente e direttamente in azienda le conoscenze apprese e, soprattutto, confrontarsi con esperti e manager del settore per qualsiasi esigenza.

Dinanzi alla necessità di resettare le competenze di un lavoratore e traghettare verso nuove mansioni, dunque, con un master part time si viene accompagnati gradatamente verso questo processo di transizione, abbattendo così i costi di sostituzione e integrazione delle risorse umane.

D’altro canto, i vantaggi di una formazione continua per i lavoratori sono indubbi e molteplici, da una maggiore motivazione al lavoro e valorizzazione delle competenze, a una migliore efficacia del loro lavoro, fino alle maggiori opportunità di carriera e incremento della produttività aziendale.




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