PORDENONE – Operazione congiunta, questa mattina, 26 agosto, all’alba, fra Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pordenone e Polizia Municipale di Pordenone, supportati da due unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Torreglia (PD), che ha portato all’arresto di KIBJA Roland, 26 anni, cittadino albanese domiciliato al terzo piano del condominio di via Latisana 41, a Pordenone, per possesso e fabbricazione di documenti falsi nonché per violazione della normativa che disciplina l’immigrazione.
Tutto è nato da un controllo su strada effettuato in città la settimana scorsa.
Il giovane, che aveva esibito una patente rumena, aveva destato sospetti, tali da imporre ulteriori approfondimenti.
Informata l’Autorità Giudiziaria e acquisiti sufficienti elementi per ritenere che i dati riportati sul documento fossero falsi, è stata disposta la perquisizione del domicilio dell’indagato che, eseguita nella mattinata odierna, ha consentito di accertare che l’uomo, già espulso ed accompagnato alla frontiera il 4 febbraio 2015 perchè destinatario di provvedimento di espulsione del Prefetto e relativo ordine del Questore di Treviso, era rientrato illegalmente in Italia.
All’interno dell’abitazione, in un cassetto della cucina, sono stati poi rinvenuti una carta d’identità ed una patente rumena falsa nonché un passaporto ed una carta d’identità albanese, riportanti l’effige dell’arrestato ma intestati rispettivamente a Nicolae Ganea, cittadino romeno e Roland Ambrosa, albanese.
Difficoltosa ed impegnativa l’operazione condotta dagli agenti e dai militari dell’Arma a causa dell’atteggiamento dell’indagato, che si era rinchiuso in casa, e che ha imposto un intervento dall’alto.
Calatisi dal tetto ed entrati da una finestra laterale, infatti, gli operanti hanno sorpreso in camera da letto lo straniero che, dissuaso anche dalla presenza dei cani, non ha opposto resistenza.
I documenti falsi, posti sotto sequestro, saranno analizzati per verificare la loro origine e per sviluppare le conseguenti indagini.
L’uomo si trova ora nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri, in attesa di giudizio direttissimo.