PORDENONE – E’ un bilancio entusiasmante quello con cui va in archivio Dedica 2019, che, celebrando i 25 anni di vita, non può non interrogarsi e riflettere, quest’anno, sul traguardo raggiunto.
Ebbene, dopo una settimana intensa e caratterizzata ancora da una straordinaria e affettuosa partecipazione di pubblico, la formula di Dedica si conferma unica e vincente: circa 8 mila le presenze (e si aggiungeranno i visitatori della mostra sul Nicaragua che nella biblioteca di Pordenone rimarrà aperta fino al 14 aprile), con il forte impatto del teatro sold out il giorno dell’inaugurazione.
Un colpo d’occhio che ha indotto l’assessora regionale alla cultura Tiziana Gibelli a dichiarare: “Una gioia le code al Verdi. Mi piacerebbe che anche in altre realtà della regione ci fosse un pubblico così numeroso e interessato per gli eventi culturali e non solo per quelli ludici”.
Dedica è e rimane l’unico festival letterario ad approfondire per otto giorni l’universo poetico e letterario di un singolo autore, caratteristica che permette non solo di conoscere la sua opera a 360 gradi, ma di stabilire una relazione stretta con il pubblico e con la città che lo ospita.
Gioconda Belli, dedicataria 2019, ha affermato di essersi “appropriata della città”, ringraziando “per la meravigliosa e sorprendente settimana” dedicatale “con questo appuntamento unico al mondo” e per la grande partecipazione di pubblico. “Quando nei miei vent’anni – ha aggiunto – ho iniziato a scrivere poesie, non avrei mai immaginato che le mie parole potessero viaggiare così lontano e avere un’eco in così tante persone. Provo immensa gratitudine nel pensare che il corpo del mio lavoro è stato celebrato al Dedica Festival: un dono delle Dee e dei miei antenati italiani”.
“Parole che sono un omaggio al festival – sottolinea il presidente dell’associazione Thesis Antonino Frusteri – e alla sua capacità di creare attenzione, fornire stimoli, riflessioni, occasioni di confronto con grandi autori e intellettuali della letteratura internazionale. Di entrare in stretta connessione con una città che lo accoglie con attenzione discreta, partecipazione vera, affetto”: i negozi che lo ”ospitano” nelle vetrine, le librerie che già nei mesi precedenti promuovono i libri dell’autore, alberghi e ristoranti che fanno sentire speciali il protagonista del festival, tutti gli ospiti e il pubblico; il mondo della scuola che, dai più piccoli ai ragazzi delle superiori (quest’anno oltre 1500 studenti), già dall’inizio dell’anno scolastico diventa parte attiva nel percorso della rassegna; le istituzioni, le associazioni che collaborano e gli sponsor privati che credono nella forza della rassegna.
Un festival che attraverso il suo percorso di anteprime ha messo radici in tutta la regione (quest’anno si sono aggiunti due nuovi Comuni, per un totale di 10) e ha fornito anche ad artisti friulani l’opportunità di cimentarsi con l’opera di Gioconda Belli.
Un festival che suscita sempre maggiore interesse in ambito accademico: oltre al consolidato rapporto con l’Università di Venezia e al festival Incroci di civiltà, che si è tradotto in una “lezione” speciale a Cà Foscari per Gioconda Belli, quest’anno Dedica è stata invitata, con la sua protagonista, anche dall’Università di Klagenfurt.
Per otto giorni è tutto questo e non solo la produzione letteraria e il prestigio di un autore ad avere ampia risonanza sui media regionali e nazionali (e con essa la migliore immagine di Pordenone e del territorio). E diventa occasione per avere uno sguardo alto e privilegiato su altri Paesi, nel caso specifico il Nicaragua alle prese “con un presidente tiranno, Daniel Ortega – così ha dichiarato più volte Gioconda Belli – cui si devono pesanti ripercussioni sulla libertà personale, di stampa, sulla democrazia”.
Un impegno, quello di Dedica e dell’associazione Thesis, che ha tagliato il traguardo del quarto di secolo senza celebrazioni, ma piuttosto, come sottolinea il direttore artistico del festival Claudio Cattaruzza, “rallegrandosi di questa insperata resistenza, con l’auspicio di poter continuare a lavorare sulle idee, immaginando nuove edizioni e nuovi protagonisti, nuovi confronti e approfondimenti.
E’ con questo spirito che contiamo, finché ce ne sarà data la possibilità, di continuare a dare il nostro contributo culturale alla comunità. Grazie a chi ci ha sostenuto, con l’augurio che l’ apporto possa continuare anche in futuro e grazie a quanti con la loro presenza e il loro affetto hanno condiviso le proposte di Dedica con un entusiasmo e una partecipazione che allarga il cuore”.
Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency