PORDENONE – “Se le notizie sono confermate bisogna procedere a espulsioni immediate, senza se e senza ma”.
Così Alessandro Ciriani sui presunti festeggiamenti a Pordenone di alcuni profughi per la strage di Parigi e su alcuni episodi inquietanti che si sarebbero verificati nelle scuole della provincia (tra i quali il bambino islamico che non si sarebbe unito al minuto di silenzio per le vittime parigine).
“Notizie da verificare – premette il candidato sindaco – ma in ogni caso non ci deve essere spazio per personaggi che esultano per le vittime, o famiglie i cui bambini non partecipano al minuto di silenzio per le stragi islamiche o che affermano che il prossimo sarà il Papa”.
“Va bene non generalizzare – argomenta Ciriani – ma bisogna prendere atto, e di conseguenza agire, che non c’e’ solo un problema terrorismo, ma anche di incompatibilità culturale con i nostri valori e i nostri modelli di vita, a causa di un integralismo religioso, di una zona “grigia” nell’islam che non mette le bombe, ma vuole comunque prevaricarci, o addirittura ospita estremisti o terroristi”.
“Non possiamo più chiudere gli occhi – va avanti – e anche Pordenone deve ragionare al riguardo. Perchè non tollereremo più nella nostra città un’altra Sanaa o altri predicatori dell’odio. Il tempo del buonismo che si ostina a mettere la testa sotto la sabbia è finito, e da un pezzo”.
Per Ciriani “bisogna attuare decisi interventi di stretto controllo educativo, culturale e sociale per impedire che nelle famiglie islamiche che vivono tra di noi si coltivi l’odio o un’educazione inconciliabile con il nostro vivere civile. Modelli educativi rispettosi di tutti ma, sia chiaro, fondati sull’accettazione dei nostri valori e stili di viti. O si integrano o si devono accomodare da un’altra parte – conclude – perchè la nostra sicurezza viene prima di tutto”.