Clonato sito Prada, Finanza teme ‘fenomeno colossale’
PORDENONE – Il sito clonato di Prada operava da dicembre 2014, ma non è stato possibile, finora, quantificare il numero delle persone che hanno compiuto acquisti, a causa del reticolo di rapporti internazionali che l’organizzazione criminale aveva intessuto.
“Temiamo sia un fenomeno colossale – ha commentato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pordenone, col. Fulvio Bernabei – Per il momento è ‘inquantificabile’ perché il rapporto era diretto tra venditore e acquirente. Non c’erano container da spedire o materiale da controllare: ogni singolo collo partiva dalla Cina, attraverso Hong Kong, e raggiungeva il cliente, che aveva ordinato gli articoli con un computer e sempre più frequentemente con lo smartphone”. Ciò che ha allarmato i militari delle Fiamme Gialle è stato il fatto che il pagamento avveniva con le garanzie offerte dai principali circuiti internazionali delle carte di credito.
“Il sito era stato registrato come Prada – ha specificato Bernabei – e le transazioni venivano completate nella più totale sicurezza dei clienti: di fronte a simili tutele, nessuno pensava che si potesse trattare di un enorme bidone”.
Circa le modalità che hanno permesso di individuare il sito, Bernabei ha spiegato che il dubbio è venuto ad alcuni consumatori pordenonesi cui il corriere ha chiesto di pagare, in contanti, alla consegna, i soldi per lo sdoganamento della merce, così come prevedono le leggi internazionali.
“Siccome l’acquirente – ha ricordato Bernabei – si attendeva che il mittente fosse in Italia, al massimo nella Ue, quindi senza la necessità di saldare dazi o altre tasse, si è rivolto alle forze dell’ordine”. Una curiosità: i prezzi erano sicuramente ribassati rispetto agli originali, ma non certo stracciati.
“Diciamo che beneficiavano di un’ulteriore ‘scontistica’ del 5-10% rispetto a quelli praticati negli outlet – ha concluso il comandante delle Fiamme Gialle pordenonesi -: per fare un esempio, una t-shirt bianca, con la classica scritta Prada, era costata al cliente friulano 125 euro”.