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venerdì , 22 Novembre 2024

Coronavirus, flash mob commercio il 28 aprile

PORDENONE – Domani 28 aprile, alle ore 21, anche nella Destra Tagliamento si accendono le luci e le insegne delle attività commerciali: pubblici esercizi (bar, ristoranti, pasticcerie), strutture ricettive come alberghi/hotel e abbigliamento.

Lo rende noto l’Ascom-Confcommercio imprese per l’Italia di Pordenone con l’inizio della fase 2, fissata dal nuovo decreto del presidente del Consiglio, per protestare contro il ritardo con cui si intende far ripartire negozi e pubblici esercizi.

«Una situazione inaccettabile che rischia di far crollare l’economia di tutto il sistema terziario» – ribatte il presidente provinciale dell’Associazione Alberto Marchiori, mostrando tutta la rabbia di tante imprese già sfiancate da una lunga fase di ‘lockdown’ e che ora trovano incomprensibile una previsione di riapertura al 18 maggio per le attività commerciali e addirittura il 1 giugno per ristoranti e bar.

Il programma dell’iniziativa, per altro già avviata a livello nazionale da altre compagini con l’obiettivo di alzare la protesta degli imprenditori verso il Governo affinché sostenga i comparti strategici della nostra economia evitando il fallimento delle attività, scatterà alle ore 21 e fino alle 24 con l’invito ad alzare le serrande e accendere le luci del negozio e delle insegne.

Il flashmob sul territorio provinciale interesserà non solo la ristorazione e i bar, ma anche gli altri comparti che su questa manifestazione hanno fatto sinergia comune.

L’accordo, infatti, è stato raggiunto con i presidenti dei Gruppi che aderiscono alla Confcommercio: Federalberghi (Giovanna Santin), Federmoda (Antonella Popolizio) e, come detto, dal settore Ascom-Fipe con Pierangelo Dal Mas e Fabio Cadamuro rispettivamente presidenti dei ristoranti e pubblici esercizi.

Per i giorni successivi queste categorie stanno ora pensando a una nuova e più incisiva azione di protesta per riuscire a contenere danni incalcolabili che, in un mese e mezzo di ‘lockdown’, hanno azzerato le entrate delle imprese commerciali o comunque rese al lumicino per chi fa tutt’ora consegne a domicilio.

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