PORDENONE – Meno sale espositive che si riempiono solo il giorno dell’inaugurazione e più cultura diffusa in città con un fitto calendario di eventi per rendere Pordenone viva e vissuta tutto l’anno. Un obiettivo che l’amministrazione comunale può raggiungere, coinvolgendo, valorizzando e coordinando l’enorme patrimonio di associazioni culturali e artistiche cittadine. Questo il cuore del programma per la cultura presentato sabato scorso da Alessandro Ciriani nel cortile dell’ex convento di San Francesco.
Illustrato anche il progetto per riqualificare piazza della Motta e destinarla a vetrina delle risorse artistiche e culturali. Tante le idee e proposte presentate da Ciriani e da Giuseppe Magenta, Giovanna Barillari, Andrea Satta e Cristina Amirante, tutti candidati con la Lista Ciriani sindaco-Pordenone cambia.
Eventi diffusi, no movida – “Questa città ha musealizzato la cultura – ha detto Ciriani – noi invece vogliamo portarla fuori dai musei e disseminare Pordenone di eventi culturali e artistici. Così si crea l’alternativa ai centri commerciali e l’antidoto alla cappa di tristezza che grava sulla città. No alla movida – ha subito precisato – ci si diverte non a notte fonda, ma prima, con un’offerta serale che non disturba i residenti, come poesia, musica acustica, pittura. Basterà fare ricorso alle innumerevoli associazioni e agli e artisti della città. Però non si chiamino i vigili alle sei di sera, magari perchè il fruscio del pennello dà fastidio”.
Grandi eventi – Pnlegge, Dedica e Cinema muto “verranno assolutamente confermati. Non ho attaccato Pnlegge – ha precisato – ho solo detto che sarebbe meglio se uno dei tre direttori artistici facesse il direttore commerciale per cercare sponsor privati, anche fuori regione. Qualcuno ritiene che quelle manifestazioni siano di loro proprietà politica e ideologica – ha aggiunto riferendosi al centrosinistra – io invece dico no a targhe sulla cultura. Non esiste un copyright per cui qualcuno può parlare di cultura e altri no”. A proposito di grandi eventi, Ciriani vuole anche portare concerti di grido in zona Comina e Interporto (“Una sola serata con un nome internazionale come i Cold play ha portato circa 12 milioni di euro”) facendo ricorso ai promoter musicali pordenonesi che organizzano concerti di livello mondiale.
Le altre proposte – In programma la creazione di “un calendario unico di eventi, pianificato per tempo con la città – ha spiegato Satta – e di uno sportello associazioni all’interno del Comune dove un dipendente darà tutte le informazioni per organizzare un evento, il tutto in una logica di sistema e coordinamento, non di frammentarietà come accade oggi”. Barillari ha parlato di un nuovo modello per la cultura “trasversale, meritocratico e costruito sulla collaborazione, per esempio tra Comune e commercianti per portare piccoli concerti degli allievi delle scuole di musica nei negozi e nelle vie della città”. In programma anche “azioni concrete per promuovere i musicisti locali emergenti, come una compilation da immettere nel circuito nazionale, il premio ‘Pordenone città della musica’, il progetto sala prove per dare utilizzare sale comunali in cambio di piccoli lavori di sistemazione”. E poi “ il festival internazionale pasoliniano che richiamerebbe centinaia di studiosi e appassionati”, il carnevale “che verrà restituito ai pordenonesi” e il cinema Verdi “il cui cartellone può osare di più includendo la lirica che manca da tempo”.
Piazza della Motta – Epicentro di questa rinnovata attività culturale diffusa sarà piazza della Motta, “caso emblematico – ha affermato Magenta – di come diversi spazi della città non siano utilizzati e perdano identità”. Il progetto (“una proposta, non un’imposizione”) prevede piccole riqualificazioni urbanistiche riguardanti la ripavimentazione, l’alberatura, il riposizionamento della statua di San Francesco in piazza. Il tutto per renderla più accogliente e trasformarla in ‘palcoscenico della cultura’ destinando l’ex biblioteca, oggi vuota a “casa della musica e dell’arte – ha spiegato Magenta – e non ai giudici di pace come vuole fare l’Amministrazione attuale senza capire che così non si attrae gente in piazza”. Il cortile dell’ex Convento verrà invece utilizzato per gli spettacoli delle associazioni teatrali, anche sperimentali e di nicchia. “Opereremo per stralci – ha precisato Ciriani – e al ‘Nobile interrompimento’ (la ricostruzione in chiave moderna dell’antica porta, ndr) ci penseremo solo se ci sono risorse. L’importante è però far rinascere le piazze, perchè non ha senso fare enormi investimenti nella ciclabilità e spendere in rotonde e asfaltature elettorali – ha infine affondato – se poi arrivi a Pordenone e non c’è niente”.