Fidapa a sostegno donne invisibili, protagoniste quotidianità

PORDENONE – E’ stata una celebrazione dell’8 marzo all’insegna del “ruolo invisibile nel quotidiano”quella della sezione FIDAPA di Pordenone, tenutasi presso l’Auditorium dell’istituto E. Vendramini.

Lo hanno ribadito durante la presentazione del convegno “DONNE INVISIBILI – Testimonianze di donne protagoniste della quotidianità”, la Presidente Annamaria Poggioli e la Vicepresidente Morena Cristofori sottolineando la forte volontà di dedicare l’8 marzo 2022 alla moltitudine di donne, che, lontane dalle luci della ribalta e senza clamori, svolgono ruoli sociali indispensabili e faticosi, spesso nell’indifferenza e nel mancato riconoscimento culturale e sociale.

“Crediamo nella legittima valorizzazione del lavoro della donna e dei suoi talenti, ben oltre le quote rosa, ” ha detto Annamaria Poggioli, “ e dedichiamo tale incontro alle nostre sorelle che lottano nel quotidiano dentro gli attuali contesti di guerra ; a loro il nostro pensiero e la nostra solidarietà”.

Il periodo buio della pandemia, per la prima volta forse, ha messo in luce i volti e le storie di donne ordinarie diventate “improvvisamente” importanti, come le infermiere e le cassiere dei supermercati, le religiose degli ospedali, soldatesse al servizio della vita e della stabilità del quotidiano. E dunque, dopo il saluto dell’assessora Guglielmina Cucci, sono intervenute le tre protagoniste, Stefania Toffolo, Suor Bertilla e Alessia Barbuio.

Stefania Toffolo, infermiera da più di 25 anni presso l’Ospedale S.Maria Degli Angeli di Pordenone, ultimamente in emodinamica, ha reso appassionata testimonianza di una donna madre di tre figli, dedita alla formazione dei giovani, costantemente impegnata su più fronti, a conciliare ruoli e carichi importanti che durante il periodo pandemico sono diventati sovrumani.

In tale lacerante momento, lontana dai propri cari, sono stati fondamentali quei modi di essere e quei sentimenti che hanno caratterizzato da sempre il suo agire: l’importanza della relazione e della compassione. Nessuna distinzione, nessun giudizio, solo storie di persone bisognose dell’altro, di cura.

L’amore per il prossimo è stato il filo conduttore della testimonianza di Suor Bertilla, elisabettina, attualmente insegnante presso il convitto “L. Maran” di Pordenone e volontaria attiva presso l’Ambulatorio Solidale di Via S. Quirino.

Una vita dedita ai malati e alle persone fragili soprattutto attraverso l’attività nella pastorale sanitaria ma non solo. Come lei stessa ha detto citando le parole di Gesù “sono venuto per i malati e non per i sani”, di questa frase ha fatto l’essenza del proprio vivere, dando amore non con gesti eclatanti ma con piccole azioni : una stretta di mano, uno sguardo, una parola per alleviare la sofferenza.

Un’esistenza donata, al limite dell’ umana sopportabilità, quella di Alessia Barbuio,
cassiera presso la Coop Alleanza 3.0 .
Alessia, visibilmente commossa, ha portato una struggente testimonianza di un ruolo mai considerato, quello di cassiera, che dall’inizio della pandemia è andato via via appesantendosi tra ansie, angosce, responsabilità, stanchezza mentale.

Ha raccontato infatti di come durante i mesi del lockdown, alla paura del rischio per la propria salute nel contatto quotidiano con i clienti, si fosse aggiunto l’onere di mantenere un profilo di normalità, dovendosi relazionare sempre con il sorriso e cercando di ispirare fiducia e comprensione verso tutti coloro che trovavano nel momento della spesa un’occasione di colloquio e normalità.

E infine, ma certo non da ultimo le avvocatesse Roberta Nunin e Sara Marchi a dare il proprio contributo sullo stato dell’arte del versante legislativo.

Roberta Nunin, Professoressa Ordinaria di Diritto del lavoro presso l’Università di Trieste e già Consigliera di Parità della Regione FVG, ha sottolineato quanto la concezione negativa della maternità nell’ambito sociale sia generalizzata in Italia e vada ad inficiare sia il tasso di natalità che le assunzioni e le possibilità reali di lavorare delle donne. Infatti, nonostante le donne siano più scolarizzate degli uomini, solo una donna su due lavora e sono in scarsa percentuale le donne che occupano delle posizioni ai vertici in ogni ambito della società.

Inoltre la discriminazione si espande anche attraverso la ripartizione delle mansioni e la reale opportunità di carriera. Occorre perciò riconoscere il valore sociale della maternità a monte e fare investimenti per la realizzazione di servizi che sostengano la donna come asili, associazioni caregivers, ma è necessario anche controllare che vengano applicate le leggi esistenti e le quote stabilite dal Dlgs 198 dell’11 aprile 2006, relativo alla promozione delle pari opportunità tra uomo e donna.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Sara Marchi, avvocatessa e Consigliera di Parità area vasta di Pordenone, che ha tracciato il profilo dell’importante ruolo della Consigliera di Parità istituito con il Dlgs 198 di cui sopra.

Questa figura diventa un sostegno fondamentale nella lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro, considerata un Pubblico Ufficiale con ampie possibilità di esercizio in ogni settore lavorativo e militante al fianco degli avvocati nei tribunali a supporto delle discriminate sul lavoro. La prospettiva dell’influsso della “Consigliera di Parità” nella battaglia alle discriminazioni di genere è in crescita con la costruzione di un protocollo che la veda lavorare al fianco degli Ispettori del Lavoro.

Insomma un universo, quello femminile, costellato soprattutto di stelle e pochi pianeti, instancabili nel portare luce laddove c’è il buio e nel donare “bellezza” e “umanità”. E pensiamo alle stelle gialle e azzurre dei nostri giorni, la cui luce e le cui lacrime ci inondano il cuore, grate per la forza che ancora di più devono tirare fuori dal cuore tenendo per mano o in braccio i propri bambini, portandoli verso un futuro senza orizzonti, se non quello di una speranza di pace.

Antonietta Maria Di Paola




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