PORDENONE – Mattinata inebriante quella di martedì 16 per un gruppo di Fidapine di Pordenone che, assieme alla loro presidente Luciana Ceciliot, hanno visitato la distilleria Nonino a Percoto, imprenditoria tutta al femminile. Visita programmata da tempo per poter vedere da vicino come da sostanze residue, le vinacce, possa uscire un distillato tanto nobile.
Per meglio comprendere questa trasformazione la Nonino è l’azienda ideale, in quanto negli ultimi decenni ha ridisegnato l’evoluzione della grappa, l’ha nobilitata proponendo distillati di monovitigno, assieme anche alla produzione più innovativa quale la “Ue”ottenuta dalla lavorazione dell’uva Picolit, tutti prodotti conosciuti ormai in tutto il mondo.
Dopo aver visionato dove il tutto avviene, cioè dove per mezzo di vari processi in alambicchi di rame, si compie la magica trasformazione, in una sala accogliente abbiamo potuto procedere all’assaggio di varie eccellenze di distillati. Per ogni degustazione viene data una spiegazione sul monovitigno sfruttato, con invito ad assaporarne la fragranza e l’intensità.
Dopo aver conosciuto più da vicino questa eccellenza friulana esportata nei vari continenti, ed una sosta gradevole in un agriturismo con vista sul Collio, la giornata è proseguita con la visita all’Abbazia di Rosazzo.
Le fonti storiche attribuiscono la sua fondazione a dei feudatari Carinziani attorno al 1070, e deve il suo nome ad una rosa selvatica, la “ Rosacis o Rosazzis” che grazie al clima mite di questo luogo, fiorisce anche in inverno.
L’aspetto attuale del complesso si ebbe verso la metà le ‘500, ad opera dell’architetto Venceslao Bolani di Cividale, su commissione dell’arcivescovo di Verona Giovanni Matteo Giberti.
Attualmente l’Abbazia è governata da una Fondazione che organizza convegni, eventi e mostre.
Giornata passata in un clima di grande giovialità, che ci ha dato modo di conoscere eccellenze e ricchezze del nostro Friuli.