I Mercati finanziari globali in ripresa tra raffreddamento dell’inflazione USA e inizio della Earning Season

Analisi Intermarket

La scorsa settimana è stata significativa per i mercati finanziari globali, caratterizzata da movimenti rilevanti che hanno interessato il mercato azionario, obbligazionario, delle materie prime e delle valute. Un fattore chiave che ha influenzato i mercati la scorsa settimana è stato il raffreddamento dell’inflazione negli Stati Uniti. L’inflazione americana si è raffreddata a giugno, proseguendo una tendenza giunta al suo terzo mese consecutivo. I prezzi sono saliti del 3,0% su base annua, meno del 3,1% stimato dagli analisti e del 3,3% di maggio. Su base mensile, l’inflazione è diminuita dello 0,1%. Questo dato ha contribuito a placare alcune preoccupazioni degli investitori riguardo a ulteriori rialzi aggressivi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, influenzando positivamente il sentiment degli investitori. A riprova, i mercati azionari hanno mostrato segni di resilienza, con l’indice S&P 500 che ha chiuso la settimana in positivo, mentre il Nasdaq ha registrato una lieve flessione. Anche l’MSCI World ha chiuso la settimana in rialzo di oltre l’1%, indicando una generale fiducia degli investitori nei mercati globali. Parallelamente, il VIX, noto come “indice della paura”, ha chiuso la settimana in calo dello 0,39%, segnalando una riduzione della volatilità sui mercati. Gli investitori continuano a monitorare da vicino le mosse delle banche centrali e i dati economici per valutare le prospettive future. La combinazione di timori inflazionistici, aspettative di rialzi dei tassi e preoccupazioni per una possibile recessione continuerà probabilmente a influenzare i mercati nelle prossime settimane. La riduzione della volatilità, come indicato dal calo del VIX, potrebbe suggerire una maggiore fiducia degli investitori, ma la cautela rimane d’obbligo in un contesto economico incerto.

Mercato Azionario

La scorsa settimana i mercati azionari globali hanno mostrato una relativa resilienza nonostante le preoccupazioni economiche. L’indice S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,865%, in linea con il calo della volatilità. Il Nasdaq ha chiuso lievemente in negativo, con una flessione dello 0,29%. In Europa, il mercato azionario ha registrato rialzi significativi: il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,75%, mentre l’Eurostoxx 50 ha guadagnato l’1,29%. A livello globale, l’MSCI World Index ha chiuso la settimana in rialzo dell’1,04%, riflettendo una performance positiva dei mercati azionari internazionali. Il VIX, indice della volatilità, ha chiuso in calo dello 0,39%, indicando una riduzione della percezione del rischio da parte degli investitori. Questa settimana segna l’inizio della earning season, con molte delle principali aziende statunitensi che riporteranno i risultati finanziari del secondo trimestre. Gli investitori seguiranno attentamente questi report per valutare lo stato di salute delle imprese e le prospettive per il futuro, in un contesto economico caratterizzato da inflazione in calo e incertezze sulle politiche monetarie.

Mercato Obbligazionario

Nel mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli di stato sono scesi sulla scia del calo dell’inflazione negli Stati Uniti. Il rendimento del Treasury a 10 anni degli Stati Uniti è sceso del 2,72%. Tuttavia, le scadenze a breve termine hanno registrato ribassi maggiori rispetto a quelle a dieci anni. Anche i titoli di stato europei hanno visto una diminuzione dei rendimenti, con il Bund tedesco a 10 anni che ha chiuso la settimana al 1.70%. Il dato sull’inflazione americana ha avuto un impatto significativo sulle aspettative riguardanti la politica monetaria della Federal Reserve. Con l’inflazione in raffreddamento per il terzo mese consecutivo, gli investitori stanno speculando su una possibile riduzione dei tassi di interesse da parte della Fed. La moderazione dell’inflazione potrebbe indurre la Fed a adottare un approccio più cauto nei prossimi incontri, valutando l’impatto delle precedenti strette monetarie sull’economia.

Materie Prime

Nel settore delle materie prime, il prezzo del petrolio ha subito movimenti significativi. Il Brent è sceso del 4%, chiudendo la settimana a 73 dollari al barile. Il WTI ha registrato una correzione dello 0,87% dopo aver testato gli 85 dollari al barile, chiudendo la settimana a 82,14 dollari al barile. Le preoccupazioni per un rallentamento della domanda globale, in particolare dalla Cina, hanno contribuito a queste discese. L’oro, invece, ha chiuso a 2.411 dollari l’oncia, posizionandosi nella fascia alta di una fase laterale che è iniziata da aprile 2024, riflettendo un aumento della domanda di beni rifugio in un contesto di incertezza economica.

Valute

Sul fronte delle valute, il dollaro americano ha mostrato una correzione sulla scia del dato sull’inflazione. Il dollar index ha registrato un ripiegamento dello 0,87%. L’euro si è apprezzato rispetto al dollaro dello 0,97%, chiudendo la settimana a 1,08 dollari. La correzione del dollaro è stata influenzata dalle aspettative di minori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre l’euro ha beneficiato delle aspettative di politiche monetarie più aggressive da parte della BCE. Da segnalare il rimbalzo tecnico del Bitcoin dopo una correzione che durava da qualche settimana con un prezzo finale a 60.808 dollari, rimane ancora sotto ai massimi precedenti.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it




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