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martedì , 24 Dicembre 2024

Il dato sull’inflazione americana aiuta i mercati, bene anche per l’oro.

Nella settimana appena conclusa, il dato sull’inflazione negli Stati Uniti ha dato un “sospiro di sollievo” ai banchieri centrali e a Wall Street. La battaglia della Fed contro l’inflazione si è finora rivelata più dura del previsto, con l’obiettivo del 2% della banca centrale ancora molto lontano. Tuttavia, il calo di aprile dell’indice dei prezzi al consumo, uscito in settimana (esclusi i costi volatili di cibo ed energia) ha contribuito a ridimensionare le preoccupazioni di un’inflazione persistente. Questo dato ha rianimato le scommesse degli investitori, i quali ritengono che la banca centrale sarà in grado di iniziare ad abbassare i tassi di interesse entro la fine dell’anno, mentre alcuni dei suoi omologhi, tra cui la Banca d’Inghilterra e la Banca Centrale Europea, si preparano già a farlo.

All’arsenale della Fed si aggiungono i rapporti che mostrano come le vendite al dettaglio statunitensi stanno iniziando ad essere intaccate dagli elevati costi di finanziamento e dall’aumento del debito personale. L’equilibrio di un’economia in rallentamento senza arrivare a una situazione di stallo sembra quindi consolidarsi “soft landing”, e i dati macroeconomici lo confermano; la spesa dei consumatori nonostante qualche segno di debolezza rimane ancora buona e il livello di occupazione negli Stati Uniti, da record.

Per quanto riguarda il mercato azionario, la settimana chiude in positivo proprio sulla scia del dato sull’inflazione. Da segnalare il raggiungimento, per la prima volta nei suoi 128 anni di storia, della soglia dei 40.000 punti del Dow Jones Industrial Average. Bene, quindi, per il mercato azionario in generale, ma anche sul mercato obbligazionario, con un recupero dei prezzi su tutte le scadenze. Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, positiva la settimana per l’oro, mentre il petrolio chiude in positivo dopo settimane con il segno meno.

Mercato Azionario

Settimana molto positiva per il mercato azionario grazie al dato sull’inflazione negli Stati Uniti, con gli indici che si riportano sui massimi di fine marzo. Il Nasdaq, dopo aver testato a metà aprile i 17.000 punti registra un incremento settimanale del 2,12%  e chiude 4 settimane di rialzi. Andamento simile per l’S&P 500, che dopo aver toccato i supporti a 5000 punti, è risalito ai massimi assoluti di 5300 punti, con una chiusura settimanale dell’1,54%. Per quanto riguarda l’azionario europeo, la settimana ha visto l’indice principale, l’Eurostoxx 50, in una fase interlocutoria, chiudendo con una leggera correzione dello 0,28%. Il nostro indice invece registra un incremento del 2,14%, a pari dell’indice tecnologico americano. A conferma della buona intonazione del mercato azionario, l’indice VIX, noto come l’indice della paura, si ferma ai minimi assoluti a 11,98. Nei mercati azionari dell’area asiatica, il Nikkei chiude con un più 1.46% , ma staziona ancora sotto ai massimi precedenti, meglio fanno la Cina e il paniere dei paesi emergenti con risultati intorno al 3%.

Mercato Obbligazionario

Il dato sull’inflazione in America ha allentato la tensione sui tassi, anche se si sa che una “rondine non fa primavera”. Le parole dei banchieri centrali suggeriscono ancora prudenza, sottolineando che nonostante gli ultimi dati sull’inflazione, la Fed dovrebbe mantenere i costi di finanziamento alti per un periodo più lungo, in attesa di ulteriori prove che la tendenza all’inflazione sia effettivamente in calo. Lo stesso Powell, durante la settimana, ha ribadito che i tassi di interesse rimarranno “più alti più a lungo”, ma il mercato semplicemente non gli ha creduto. Molti ritengono infatti più probabile che la Fed possa tagliare i tassi prima che la crescita rallenti troppo. Anche la BCE e la BoE stanno mostrando segnali di allentamento supportati dalle dichiarazioni dei presidenti delle banche centrali rispettivamente di Francia e Paesi Bassi, che con i loro commenti in settimana hanno ulteriormente alimentato le probabilità di tagli da parte della BCE a partire da giugno. Il rendimento del Treasury a 10 anni degli Stati Uniti, chiude in settimana con una riduzione dell’1,78%, mentre le scadenze a due anni registrano una minore flessione. Stessa dinamica per il rendimento del BTP a 10 anni, mentre per il Bund di pari scadenza lieve apprezzamento.

Mercato delle Materie Prime

Il rally da record dell’oro continua nel 2024, con un prezzo che ha raggiunto i 2420 dollari l’oncia e solo in settimana performa del 2,54%. L’oro ha ormai catalizzato l’attenzione degli investitori. Da segnalare l’andamento dell’argento che sta beneficiato non solo di una robusta domanda finanziaria ma anche industriale chiudendo con un progresso del 9,66%. Il petrolio invece ha registrato un apprezzamento dell’1,70%  invertendo la rotta innescata da oltre un mese rimane però ancora sotto gli 80 dollari al barile.

Mercato delle Valute e Bitcoin

Il dato sull’inflazione ha influenzato anche il cambio tra Euro e Dollaro, con il cross che ha chiuso a 1,086, registrando un apprezzamento della valuta del vecchio continente dello 0,93%, pur rimanendo ancora il saldo negativo da inizio anno. In generale c’è da dire che il dollaro si è indebolito rispetto a quasi tutte le valute, con il Dollar Index in calo dello 0,85%. Forte apprezzamento del Bitcoin, che ha chiuso la settimana con un progresso del 7,82%, raggiungendo i 66.262 dollari.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it

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