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lunedì , 23 Dicembre 2024

Interporto Pordenone, storica collaborazione con Porto Venezia

PORDENONE – Una giornata storica per l’Interporto di Pordenone. Così, l’amministratore delegato della struttura cittadina, Giuseppe Bortolussi, ha definito gli incontri avuti, nella sede interportuale, con importanti rappresentanti del Porto di Venezia e della Confindustria lagunare.

Il piatto forte emerso dalla giornata è stato il piano d’azione, predisposto da Porto di Venezia e Interporto Pn, per avviare una proficua collaborazione tra le due realtà. “Bisogna mettere in sinergia – ha rimarcato il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, Pino Musolino, – tutte le capacità logistiche che questo Paese è in grado di offrire. Faremo un’analisi molto seria di tutti i flussi di traffico da ottimizzare e ci ritroveremo tra un mese per predisporre un piano d’azione concreto a livello locale, nazionale e anche internazionale”.

“C’è una richiesta importante da parte dell’Europa – ha aggiunto Musolino – di migliorare l’intermodalità e la sostenibilità del sistema trasportistico. Le strutture le abbiamo e, purtroppo, sono state messe poco in rete perché noi siamo l’Italia dei campanili. Dobbiamo, invece, fare un campanile unico come Nord Est e come Italia e stiamo cercando di farlo ovunque ci sia la possibilità di servire meglio le nostre imprese e il sistema manifatturiero”.

Giuseppe Bortolussi, ad di Interporto Pordenone, ha ricordato che Pordenone è storicamente connessa a Venezia sia sotto il profilo culturale, che infrastrutturale e naturale. “Oggi – ha detto – con il Porto di Venezia è stata messa in piedi una collaborazione, che varrà anche con il porto di Trieste, perché la logistica e le merci hanno più punti di riferimento dati dai porti e dalle infrastrutture interportuali, anche quelle oltre le Alpi. La dinamicità del nostro territorio è legata alle esportazioni e non possiamo pensare che si possa esportare senza logistica”.

“Noi – ha evidenziato Bortolussi – dobbiamo lavorare in questo senso creando rete e gli opportuni collegamenti come con il Porto di Venezia. Anche loro hanno visto in Pordenone un’opportunità. Le linee guida riguardano credito, formazione e progetti europei condivisi, per non perdere le opportunità che l’Europa offre, per dare quella visione che ci permette di stare sul mercato”.

Damaso Zanardo, presidente Its Marco Polo di Venezia ha sottolineato che, “sul corso di formazione noi abbiamo messo il seme e Unindustria e Interporto Pordenone lo hanno raccolto. Per far crescere questo rapporto tra Porti di Venezia e Trieste e Interporto Pordenone, la formazione rappresenta il valore aggiunto che porta a superare gli schemi campanilistici. Occorre, invece, un gioco comune, utile a tutti i partner dell’Adriatico”.

Silvano Pascolo, presidente di Interporto Pordenone, ha rilevato che “senza logistica oggi è difficile pensare a uno sviluppo della nostra economia, anche per i problemi che nascono quotidianamente con gli intasamenti delle strade. Pensiamo di risolvere in tempi rapidi anche la sezione alimentare con un collegamento diretto verso Udine”.

Per Vincenzo Marinesi, presidente Confindustria Venezia-Rovigo, “non possiamo avere un porto unico o un’area retro portuale unica. Marghera ha già saturato i propri spazi, le navi a Marghera non potranno entrare e quando partirà il Mose limiterà di molto il traffico navale. Quindi, Marghera la vedo come una grande zona franca e questa dà vantaggi e devi avere delle direttrici: per quanto riguarda la dorsale austriaca queste sono Pordenone, Portogruaro, Gorizia e Trieste, per quella interna è Rovigo”.

Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria Pordenone, ha dichiarato che c’è “interesse a irrobustire le relazioni tra Unindustria Pordenone e le Confindustrie del nordest. La conclusione della pedemontana veneta fino a Gemona è un fatto sostanziale e di interesse capitale per le nostre imprese. Purtroppo, abbiamo rinunciato alla Tav, limitandoci a irrobustire l’asse ferroviario tra Trieste e Venezia. Noi siamo culturalmente e storicamente legati a Venezia, basti a pensare al patrono e al campanile di San Marco presente in entrambe le realtà. Il nostro, lo dico orgogliosamente, tra l’altro, è più vecchio del loro”.

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